Proseguono gli interrogatori di tutti i testimoni che avrebbero assistito in “diretta” alla morte di Desirée Mariottini, il giorno dopo la relazione dei Pm che ha svelato il tremendo complotto ordito dagli spacciatori presenti in San Lorenzo per poter violentare indisturbati la bella 16enne di Cisterna di Latina. Avevano fatto credere a Desirée che la dose datale era solo metadone, mentre si trattava di un mix tra psicofarmaci, eroina e psicotropi in grado di farle perdere ogni capacità di reazione, facendola piombare in uno stato di “trance” perfetto per l’abuso indisturbato: dopo però è giunta la morte e bisogna capire assolutamente cosa e come l’abbia provocata in quelle ore tremende.
«Si presentò come Desy ed era alla ricerca di qualunque sostanza che potesse attenuare la sua astinenza», racconta Muriel – 34enne congolese – sentita come altri 10 testimoni dai giudici pronti ad emettere accuse di omissione di soccorso e addirittura concorso in omicidio: «L’ho rivista una seconda volta in compagnia di una ragazza di colore che si fa chiamare Antonella. Entrambe assumevano crack con una pipetta artigianale. Le ho redarguite entrambe ma loro hanno continuato a farsi senza curarsene». Quella stessa Muriel ha poi raccontato, sempre secondo estratti di verbale pubblicati oggi dal Corriere della Sera, di aver rivestito Desirèe in quel giovedì pomeriggio drammatico senza accorgersi che fosse morta. Per Giovanna invece, 32enne italiana, la “scoperta” a San Lorenzo è stata subito compresa: «Ho verificato il battito, prima sul petto, poi sul collo e il polso. Mi sembrò subito evidente che che ormai fosse troppo tardi».
SAN LORENZO: “QUI È TUTTO COME PRIMA”
Desirée è morta da una settimana ma a San Lorenzo, dopo tutto il caos e il dispiego di forze dell’ordine ancora non è cambiato nulla. Secondo il reportage del Corriere della Sera prodotto da Andrea Arzilli, il quartiere centralissimo della Capitale dietro a Stazione Termini vive ancora di una paradossale divisione tra splendidi palazzi e degrado da peggior quartiere di Caracas. Solo che siamo a Roma. «La sera qua tutto torna come sempre, forse anche peggio», spiega un residente di Via dei Latini che ammette «Forse qualcosa è migliorato di giorno, i pusher li sentivo confabulare sotto la finestra di casa a qualsiasi ora, adesso sento movimento solo la sera. Ma tanto tra qualche giorno tornerà tutto come prima».
La sera la movida degli studenti rende più accettabile e bella la zona, ma appena cala la sera (e ora col maltempo è ancora peggio) tutto torna come prima dello spregevole delitto di Desirée. «La sera del ritrovamento del cadavere di Desirée — denuncia Francesca Del Bello, presidente del municipio II —, in piazza dell’Immacolata si suonava e si ballava mentre, appartati, gli spacciatori vendevano la loro merce. Ho chiamato il 112 e mi hanno risposto che avrebbero mandato la polizia municipale. Ma c’è una sola pattuglia in tutto il quartiere».