Vanessa (nome di fantasia, ndr), oggi ha parlato in diretta, in collegamento con la trasmissione Pomeriggio 5, raccontando l’inaudita violenza subita nei giorni scorsi da parte del compagno e dei due fratelli di quest’ultimo, finiti tutti e tre in manette. Alla base dell’episodio, anche a detta della 40enne, ci sarebbe la non accettazione da parte del compagno dei due suoi figli. Tutto ha avuto inizio lo scorso sabato pomeriggio quando la coppia decide di andare a fare la spesa. Ad attenderli ci sono anche i due fratelli del compagno, con un loro furgone. “Mi hanno fatto scendere dalla macchina, picchiandomi con pugni e calci e fatta salire sul furgone, portata in un magazzino e appesa a testa in giù”, ha raccontato la vittima. Dopo circa un’ora e mezza è stata portata in un secondo magazzino dove sarebbe rimasta per 17 lunghe ore a testa in giù. Solo il giorno successivo il compagno ed uno dei suoi fratelli l’avrebbero liberata e portata a bordo del medesimo furgone verso la sua abitazione, dove ad attenderli ci sarebbero stati oltre ai suoi familiari anche i carabinieri. “Lui ha detto che ero stata aggredita per strada, avevo ancora il foulard sulla bocca, poi sono andata in ospedale”. Solo qui ha raccontato la verità spiegando il vero intento degli aggressori: “uccidermi”. Alla trasmissione Pomeriggio 5 la donna ha voluto lanciare un messaggio molto importante alla donne: “già dal primo schiaffo andate via e denunciate”. Quindi ha voluto ringraziare i carabinieri, i familiari ed il figlio “che è stato un eroe”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



“SPEDIZIONE FATTA PER UCCIDERMI”

La trasmissione Pomeriggio 5 ieri ha accolto la testimonianza di una donna di 40 anni vittima della brutale violenza del compagno e di due suoi fratelli. Un racconto choc che ha evidenziato la brutalità dei tre uomini della medesima famiglia, nata solo perché non accettavano che la donna portasse in casa i figli avuti da un’altra relazione. Per questo è stata rapita e trasportata con un furgone in un garage dove è rimasta appesa per 17 lunghe ore a testa in giù subendo ogni sorta di inaudita violenza fisica, dalle botte alle bastonate. “Non riuscivo neanche a urlare, avevo un foulard premuto sulla bocca e le corde a polsi e caviglie mi stringevano sempre di più. Ho temuto di non farcela”, ha dichiarato a Pomeriggio 5 nella puntata di ieri. Una spedizione, a sua detta fatta “per uccidermi”. A salvarla è stato l’allarme lanciato dal figlio maggiore che ha permesso così di far intervenire i carabinieri e mettere in salvo la madre, mentre i tre uomini sono finiti in manette. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



COMPAGNO NON VOLEVA I SUOI FIGLI IN CASA

Un caso di violenza inaudita a scapito di una donna, quello arrivato nei giorni scorsi da Vibo Valentia dove un uomo, con la complicità di alcuni suoi familiari, ha picchiato in modo brutale la sua compagna. Il motivo è tra i più assurdi: l’aggressore non voleva che la sua convivente portasse a casa i due figli avuti da una precedente relazione. Dopo un’accesa discussione avuta sempre per il medesimo motivo, con l’aiuto dei fratelli avrebbe dapprima sequestrato la compagna e successivamente sottoposta a violenze. È quanto accaduto nei giorni scorsi e riportato da FanPage a scapito di una 40enne e che ha fatto scattare le manette nei confronti di tre persone. I carabinieri di Vibo Valentia hanno fermato non solo il compagno della vittima, Leoluca Lo Bianco di anni 47 ma anche i fratelli Antonio e Salvatore, rispettivamente di 41 e 36 anni. A carico dei tre fratelli, le pesantissime accuse di sequestro di persona, lesioni e maltrattamenti in famiglia.



VIBO VALENTIA: MASSACRATA DAL COMPAGNO

Era stato il figlio della donna sottoposta a inaudite violenze ad allertare i soccorsi. Secondo quanto emerso dall’accusa, la discussione poi tramutata in brutale aggressione era avvenuta lo scorso 22 settembre. La donna 40enne si trovava in auto con il compagno e la lite sarebbe nata dopo una telefonata avuta dalla vittima con il figlio 20enne. Gli animi sarebbero scaldati al punto tale che l’uomo avrebbe deciso di portarla in un magazzino, dove sarebbe stata legata e picchiata con calci e pugni ma anche con tavole di legno. Con la complicità dei due fratelli, il compagno avrebbe poi deciso di lasciarla nel magazzino senza acqua né cibo per ore e solo il pomeriggio successivo è stata liberata da Leoluca Lo Bianco. La decisione di liberarla era giunta solo dopo una telefonata da parte dei carabinieri nel frattempo allertati dal figlio della vittima. Dopo averla liberata la 40enne era stata condotta in ospedale. Alle forze dell’ordine l’aggressore aveva fornito una versione poco credibile: dopo la loro telefonata si era messo alla ricerca della donna trovata in strada semicosciente con segni di violenza sul volto.