A rompere il silenzio nelle ultime ore è stato lo stesso ex terrorista Cesare Battista, per il quale si era tanto parlato di una scomparsa dal Brasile. In una intervista al Giornale Radio Rai, ora ripresa da tutte le maggiori testate, Battisti torna a parlare smentendo categoricamente di essere fuggito dopo l’elezione di Jair Bolsonaro. “Nessuna fuga, assolutamente. In Italia possono dire quello che vogliono. Io sto andando a casa ed è tutto tranquillo”. Battisti ha motivato anche il suo allontanamento che avrebbe subito fatto sollevare il dubbio della sua fuga. “Vado a San Paolo una volta al mese, per cinque giorni, per ragioni mediche. Questa volta anche per trattare la pubblicazione del mio libro”, ha spiegato l’ex terrorista. Poi ha chiarito di essere in procinto di rincasare: “Sto tornando a casa come sempre, quindi non c’è niente di allarmante”. Nella medesima intervista Battisti si è espresso anche sul neo presidente brasiliano: “Bolsonaro può dire quello che vuole, io sono protetto dalla Corte Suprema. Le sue sono solo parole, fanfaronate. Lui non può fare niente, c’è una giustizia, io per la giustizia sono protetto, lui non ha nulla a che vedere con questo”, ha commentato. Bolsonaro in campagna elettorale aveva promesso la sua estradizione in Italia. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



L’AVVOCATO “NON PUÒ ESSERE ESTRADATO”

Finalmente è stata fatta chiarezza su Cesare Battisti, dopo la notizia di una presunta fuga lontano dal Brasile per una temuta estradizione in Italia. A spiegare quanto accaduto è stato il suo legale Igor Tamasauskas, il quale è intervenuto all’agenzia di stampa Ansa riferendo che in realtà l’ex terrorista sarebbe a San Paolo, dove si è recato ieri per un incontro con i suoi rappresentanti legali. Presto dunque, farà ritorno a casa, a Cananeia, certamente nei prossimi giorni sebbene lo stesso avvocato non sia a conoscenza della data esatta. Interpellato poi sempre dall’Ansa, l’avvocato ha puntualizzato che il suo cliente “non ha bisogno di pronunciarsi in nessun modo” in merito al neo presidente Bolsonaro e alla sua decisione di estradarlo in Italia. Questo perchè, a sua detta, “dispone di una decisione del Supremo Tribunale Federale (Stf) che garantisce la sua permanenza in Brasile”. In base alla misura emessa un anno fa nei confronti di Cesare Battisti, dunque, il governo brasiliano non potrà concedergli l’estradizione fino a quando il Stf non avrà deciso se un capo di Stato può o meno modificare una decisione presa da un suo predecessore. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



È A SAN PAOLO, NON È FUGGITO

Sarebbe rientrato l’allarme sulla sparizione del latitante Cesare Battisti, ex terrorista autore di svariati omicidi di cui l’Italia chiede al Brasile inutilmente l’estradizione da anni. Stamattina tutti i media avevano dato la notizia che l’uomo era sparito dalla sua abitazione come conseguenza dell’elezione del nuovo presidente brasiliano che aveva annunciato la sua estradizione. Adesso invece il suo avvocato dice che nei prossimi giorni Battisti tornerà a casa, spiegando che si è recato a San Paolo per incontrare i suoi legali. Nessuna fuga dunque? Staremo a vedere se la promessa sarà mantenuta, non sarebbe la prima volta che l’uomo tenta di fuggire all’estero. Su di lui non esiste comunque nessuna misura cautelare, l’ex terrorista cioè non è agli arresti domiciliari né deve avvisare se si sposta altrove, ma sempre nel Brasile. Anche il braccialetto elettronico che aveva indosso è stato rimosso, ed è decaduto l’obbligo di firma una volta al mese, ha spiegato il direttore del tribunale di Cananeia, dove vive Cesare Battisti (Agg. Paolo Vites)



FUGGITO ALL’ESTERO?

Cesare Battisti svanito nel nulla: il brigatista si è dato alla macchia? Possibile, la vittoria di Bolsonaro in Brasile è un pericolo per l’ex BR, con il ministro dell’Interno Matteo Salvini già al lavoro per l’estradizione in Italia. Il vice premier ha annunciato di aver già avviato i contatti con il nuovo presidente brasiliano, con il Governo M5s-Lega pronta a tutto per fargli scontare la pena nel nostro Paese. Lo stesso Alfonso Bonafede, ministro della Giustizia, aveva sottolineato: “Il Tribunale Supremo Federale del Brasile ha già concesso l’estradizione in Italia, chiedendo però di commutare la pena al massimo di trent’anni di reclusione considerato che nel loro ordinamento non esiste l’ergastolo. Istanza che è stata già accolta dal mio predecessore nell’ottobre dell’anno scorso. Come tutti sanno, fu l’ex presidente brasiliano, Luiz Inácio Lula da Silva, a bloccare tutto, ponendo un veto al suo rientro in Italia”. Sottolineando: “Da mesi gli uffici del ministero hanno avviato contatti con le autorità brasiliane, tenendosi pronti a un evento che avrebbe potuto cambiare le cose, come la vittoria di Jair Bolsonaro alle elezioni presidenziali. Avevamo già chiesto di rivedere la decisione di Lula e abbiamo attivato anche i canali diplomatici: seguiamo la situazione con la massima attenzione. Lo dobbiamo alle famiglie delle vittime di Battisti, lo dobbiamo anche al Paese”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)

“A CASA SUA NON C’E’ PIU’ NESSUNO”

Che si sia parlato troppo dell’estradizione di Cesare Battisti? Probabile alla luce degli ultimi sviluppi riguardanti il terrorista delle Brigate Rosse. Come ricostruito da La Stampa, Battisti sarebbe “sparito da giorni a Cananeia, la cittadina del Brasile dove vive da aprile”. Una scomparsa quanto meno sospetta, coincisa con la vittoria al ballottaggio per le elezioni presidenziali di Jair Bolsonaro, il candidato della destra sovranista che ha promesso l’estradizione in Italia di Battisti. Il quotidiano torinese scrive:””Chiedi di Battisti e tutti, in città, rispondono la stessa cosa: ‘Era qui domenica, poi non l’ho visto più'”. Fino a domenica sera Battisti si trovava insieme agli amici di sempre al Bar Do Miguel, dove ha seguito in diretta lo spoglio, come racconta il gestore:”Era molto arrabbiato e preoccupato per il suo futuro. Se se ne andasse, io perderei un cliente importante”. Il suo vicino di casa, Mario, racconta che da lunedì, nella villetta di Battisti nel quartiere residenziale di Carijo, non c’è più nessuno: “La sua Prisma grigia è parcheggiata nel cortiletto, da fuori sembra tutto in ordine, come quando parte per le ferie”. Ferie o latitanza? (agg. di Dario D’Angelo)

“SE BATTISTI NON E’ BABBEO E’ GIA’ SCAPPATO”

Come previsto, Jair Bolsonaro è divenuto il nuovo presidente del Brasile, vincendo a mani basse i ballottaggi che si sono tenuti due giorni fa. Fra le promesse che il nuovo numero uno verdeoro ha fatto in campagna elettorale, anche quella di restituire all’Italia il terrorista di estrema sinistra, Cesare Battisti. Il ministro dell’interno, Matteo Salvini, è uscito allo scoperto nella giornata di ieri, come da dichiarazioni che potete trovare qui in basso, ed avrebbe già messo in moto l’operazione per estradare il pericoloso militante delle Brigate Rosse. Secondo quanto riporta l’edizione online de Il Giornale, però, non sarà così semplice come sembra estradarlo. Parlando con il quotidiano meneghino un commissario in pensione esperto di intelligence ai tempi dell’ultima dittatura militare, ha infatti confessato che se Battisti “non è un babbeo se n’è già andato”. Bisogna agire celermente quindi, altrimenti c’è il serio rischio che il terrorista italiano lasci in fretta e furia il villaggio di pescatori sul litorale di San Paolo dove si rifugia da tempo. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

IL COMMENTO DEL MINISTRO BONAFEDE

Cesare Battisti deve tornare in Italia. Anche il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede interviene sull’ex terrorista, di cui da anni l’Italia chiede l’estradizione. Ora, dopo la vittoria di Bolsonaro alle elezioni in Brasile, appare molto più vicina. «Da mesi gli uffici del ministero hanno avviato contatti con le autorità brasiliane, tenendosi pronti a un evento che avrebbe potuto cambiare le cose». Tra queste c’è appunto la vittoria di Jair Bolsonaro alle presidenziali. Il governo M5s-Lega sta seguendo la situazione con la massima attenzione. «Lo dobbiamo alle famiglie delle vittime di Battisti, lo dobbiamo anche al Paese». Bonafede ha ricordato anche i delitti di cui si è “macchiato” Cesare Battisti. Gli omicidi premeditati dell’agente di custodia Antonio Santoro e dell’agente di polizia Andrea Campagna, di Pierluigi Torregiani e di Lino Sabbadin. «L’ex terrorista fugge dalla giustizia italiana ormai da quasi 40 anni». Ma questa “fuga” sta per volgere al termine per Cesare Battisti. (agg. di Silvana Palazzo)

ESTRADIZIONE CESARE BATTISTI: SALVINI ACCELERA

Cesare Battisti tornerà in Italia: questo è il “regalo” che il nuovo presidente del Brasile ha in serbo per l’Italia dopo la vittoria alle elezioni. Ad annunciarlo è il figlio Eduardo Bolsonaro su Twitter. Il deputato federale ha scritto: «Il regalo è in arrivo! Grazie per il supporto, la destra diventa più forte». Il tweet è una risposta al nostro ministro dell’Interno che ha subito affrontato l’argomento. «Dopo anni di chiacchiere, chiederò che ci rimandino indietro il terrorista rosso Battisti», aveva twittato Matteo Salvini. Il neo-eletto capo dello Stato aveva promesso l’estrazione in Italia dell’ex membro dei Proletari armati per il comunismo, condannato a diversi ergastoli e rifugiato in Brasile dal 2007. Dopo il primo turno Jair Bolsonaro aveva assicurato l’impegno a estradare il terrorista amato dalla sinistra brasiliana, in caso di vittoria alle elezioni. «Mostreremo al mondo il nostro totale ripudio e impegno nella lotta al terrorismo. Il Brasile merita rispetto!». Gli fa eco Salvini oggi: «Non vedo l’ora di incontrare il neo-presidente Bolsonaro. Sarò lieto di recarmi personalmente in Brasile anche per andare a prendere il terrorista rosso Cesare Battisti e portarlo nelle patrie galere».

CALDEROLI: “SPEDITELO IN ITALIA”

All’indomani della vittoria di Jair Bolsonaro, la consegna di Cesare Battisti è stata sollecitata da vari esponenti del fronte di centrodestra italiano. Tra questi c’è Andrea Delmastro il capogruppo di Fratelli d’Italia in commissione Esteri alla Camera. Dopo aver commentato la vittoria di Bolsonero, che attesta la sconfitta della sinistra, è entrato nel merito della vicenda Battisti. C’è per gli “italiani di destra” un altro motivo per gioire. «Finalmente si chiuderà l’infamia della sinistra protezione internazionale del criminale Cesare Battisti». E infatti già da oggi in Commissione si attiverà per chiedere che il nuovo presidente brasiliano consegni il terrorista. Proprio come promesso durante la campagna elettorale. «Sarà il primo gesto di una nuova collaborazione internazionale con il Brasile, finalmente libero dall’ipoteca della protezione internazionale del terrorismo rosso». A Delmastro fa eco il vicepresidente del Senato Roberto Calderoli. Il risultato brasiliano «dovrebbe finalmente togliere ogni copertura politica e giudiziaria a Cesare Battisti e consentire finalmente quella sacrosanta e legittima estradizione rimandata per troppi anni». Ora per Calderoli il Brasile non ha più scuse. «Forza, caricatelo su un aereo e speditelo in Italia. Vogliamo giustizia per le sue vittime».