Qualcuno lo chiama destino, altri si limitano a parlare di caso: quel che è certo è che la morte di Davide Natale, ucciso da un albero caduto per la bufera scatenatasi a Fuorigrotta, quartiere di Napoli, sempre una tragedia resta. Ieri il 21enne, studente casertano di San Nicola la Strada, stava per prendere l’autobus che dalla facoltà di Ingegneria della Federico II di Napoli avrebbe dovuto riportarlo a casa. Così non è stato e il papà, funzionario della Regione Campania, avvisato da un amico di Davide di correre all’ospedale San Paolo dove il figlio era ricoverato d’urgenza, non riesce a darsi pace:”Non beveva, non fumava, era un ragazzo a posto. Ma come è possibile che si debba morire per andare a studiare?”. Ancora più difficile trovare una risposta…



DAVIDE NATALE, UCCISO DA UN ALBERO A NAPOLI

Il papà del 21enne ucciso da un albero caduto a Napoli, Giovanni, spiega a Il Mattino che l’altra figlia di 18 anni ancora non è a conoscenza della tragedia capitata al fratello più grande. Quel Davide che aveva una passione per il basket, che giocava nella LBL Caserta e aveva un grande sogno: quello di laurearsi e diventare ingegnere. Giovanni Natale ricorda perfettamente l’ultima telefonata con il figlio Davide, prima della tragedia:”Mi ha telefonato per dirmi che mi aveva mandato un file su Whatsapp in cui c’erano appuntate delle partite di basket, per chiedermi di controllare chi fossero gli arbitri in quella in cui lui avrebbe dovuto fare l’ufficiale di gara”. Davide aveva scelto infatti di smettere i panni del giocatore per racimolare qualche soldo mentre completava gli studi. Il suo grande obiettivo era quello di entrare in un’azienda che progettasse automobili per firmare una Lamborghini. Purtroppo non lo realizzerà mai.

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