Il giorno dopo la fine di un incubo, Tiziano Renzi annuncia di ritirarsi e andare in pensione: si arrende sotto il peso delle tante amarezze di questi ultimi anni “impregnati” di accuse, false testimonianze e “complotti” tutti inseribili nella vasta vicenda del caso Consip. Il papà di Matteo Renzi dice di essere stanco e con una lettera (su pagina a pagamento pubblicata su diversi giornali nazionali) esprime tutta la propria amarezza per quanto avvenuto dall’inizio delle indagini fino a ieri, quando in realtà giusto ieri i pm hanno chiesto la sua archiviazione scagionandolo da ogni accusa. «Oggi dico basta. Vado in pensione, lascio ogni incarico, metto in vendita la mia società. Mi arrendo», inizia così la lettera di Tiziano Renzi che non accetta il mare di fango piovuto addosso in questi anni. «Può sembrare strano che decida di arrendermi proprio oggi ma c’è un perché. I tempi del business sono diversi dai tempi della giustizia e io non posso più continuare a lavorare», continua il padre dell’ex premier che lascia proprio per poter garantire ai tanti lavoratori e collaboratori di non perdere il proprio incarico sotto il peso delle indagini e polemiche attorno alla sua azienda.



PD: “NON DEVE ACCADERE MAI PIÙ”

«Il business è solido – si legge ancora nella lettera – e un nuovo proprietario potrà garantire l’occupazione»: senza citarlo mai direttamente, nelle ultime righe si legge una chiara accusa ai tanti problemi sorti “in concomitanza” con la salita a Palazzo Chigi del figlio Matteo. «Dal 2014 la mia vita è cambiata. Fino a 4 anni fa non ho avuto nessun problema con lo Stato. Poi è iniziata una odissea di avvisi di garanzia, indagini, inchieste. Ora me ne vado a testa alta. Hanno condannato chi mi ha diffamato, non me. Ma devo andarmene per rispetto a chi lavoro con me», scrive ancora Tiziano Renzi. Dopo il tweet di ieri del figlio ex segretario Pd, oggi ad intervenire in sua difesa è il deputato dem Michele Anzaldi che sui social posta la lettera integrale attaccando «Sulla Nazione Tiziano Renzi annuncia di essere costretto ad arrendersi dopo troppe amarezze e pur nel giorno in cui viene chiesta sua archiviazione su Consip. Ma noi non possiamo arrenderci:dopo quello che gli è successo dobbiamo lavorare tutti insieme affinché non accada mai più».



https://twitter.com/Michele_Anzaldi/status/1057215247117889536/photo/1

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