Un blitz dei carabinieri a Milano ha portato allo sgombero del campo nomadi di via Bonfandini 39. Sono sei le ordinanze cautelari firmate dal gip Luigi Gargiulo, tra queste ci sono quelle del nonno e del papà di 500Tony, il rapper gipsy di 9 anni che ha fatto scalpore per il video realizzato con altri due rapper, Vacca e Jamil. L’attività investigativa si è basata su alcune intercettazioni ed è partita nell’ottobre 2016 con pedinamenti e appostamenti. Il sistema era collaudassimo: secondo gli inquirenti, i Guarnieri prendevano in consegna l’oro per ricavarne lingotti e trasferire tutto in Toscana. Non è tardato ad arrivare il commento del ministro degli Interni Matteo Salvini: «Rapper Rom di 9 anni canta ‘Scuola no, piscio sul tuo mondo, comando io’. Oggi ARRESTATI padre e nonno dediti a traffico di cocaina, ricettazione di gioielli e rivendita di auto rubate. Bella famiglia! Altro che rap, qui servono i servizi sociali». (agg. di Silvana Palazzo)
MAXI GIRO DI RICETTAZIONE
Emergono nuovi dettagli sull’operazione di ieri mattina a Milano sia sul fronte indagini sia sul coinvolgimento della famiglia di 500Tony, il babyrapper nomade che spopola su YouTube: il nonno e il padre del bambino di 9 anni che “sfida” la scuola e le istituzioni sono stati arresti perché coinvolto in un maxi giro di ricettazione all’interno del campo rom di Via Bonfadini. Dopo il recente servizio de Le Iene, per 500Tony arriva una “battuta” d’arresto sulla sua assurda e improvvisa popolarità: con Angelo Guarnieri, considerato il “re” dei ricettatori (e chiamato “Zio Baffo”) lavoravano “Cro” e “Fiore”, i figli di 28 e 37 anni Cristian e Fioravante, «quest’ultimo papà di 500 Tony. E poi “Aki” e “Peppe”, e cioè il 31enne cingalese Akhila Heshan Marasi Marasinghe Arachchige e il 32enne casertano Giuseppe Savarese», come riportano i colleghi di Repubblica Milano. Secondo gli inquirenti, l’intera famiglia del baby rapper farebbe parte di una maxi associazione a delinquere dedita alla ricettazione non solo a Milano ma in tutta l’Europa. (agg. di Niccolò Magnani)
ARRESTATO LO “ZIO BAFFO”
Una organizzazione criminale collaudata e ben oliata. E’ quella che i carabinieri di Milano hanno smantellato con un blitz nel campo nomadi di via Bonfadini. Da almeno due anni le autorità del capoluogo lombardo curavano quello che accadeva nel campo il cui boss dichiarato era quel Zio Baffo, come lo chiamavano tutti, nome vero Angelo Guarnieri che faceva il bello e il brutto tempo un po’ in tutto il quartiere, nonno del ragazzetto di 9 anni diventato su YouTube una star del rap con il nome di Tony500 e che nella sua canzone cita proprio quel clima criminale, vantandosene. Cosa succedeva? La cricca criminale di Zio Baffo aveva organizzato bande di albanesi che svaligiavano appartamenti in giro per la città. La refurtiva veniva portata al campo nomadi dove, poco lontano, esisteva addirittura una fonderia che trasformava i preziosi rubati in lingotti.
BLITZ AL CAMPO ROM
Quindi la merce veniva portata in Toscana ad Arezzo a un orafo e l’argento a un altro commerciante a Castiglion Fibocchi. Risultato: guadagni per centinaia di migliaia di euro. Dozzine i furti in abitazioni di cittadini benestanti quali avvocati, primari di ospedale, manager. Guarnieri, rom di origine abruzzese, è in carcere insieme al figlio Fioravante con le accuse di associazione a delinquere finalizzata alla ricettazione. Anche un altro figlio di Zio Baffo è stato fermato e gli è stato dato il divieto di risiedere in Lombardia e in carcere altre persone tra cui il cingalese residente in via Salomone Akhila Heshan Marasinghe Arachchige, che aveva il compito, insieme alla convivente Yulika Firmani (per lei divieto di dimora), di consegnare i lingotti d’oro.