Il vescovo di Locri Francesco Oliva “scende” in campo e difende a spada tratta il “modello” Riace messo in piedi dal sindaco Mimmo Lucano: non entra nel merito delle indagini ma con una lunga nota ufficiale, il titolare della Diocesi di Locri scrive solo parole di stima per il primo cittadino. «L’arresto del sindaco di Riace ci addolora se non altro perché riguarda uno che ha fatto dell’accoglienza dei migranti la sua ragione di vita. Sono certo che la magistratura saprà fare luce sui fatti contestati in modo che la verità possa prevalere. Nell’interesse di Lucano, di Riace e di tutta la comunità ora sconcertata e disorientata più che mai». Sulle accuse di aver violato la legge con il “modello Riace”, il vescovo difende ancora Lucano «la legge è per l’uomo e per una vita sociale più umana, che si faccia carico dei diritti fondamentali della persona. La burocrazia deve aiutare in tale senso: guai a voltare le spalle a chi è nel bisogno e bussa alla porta delle nostre case, ne verrebbe a scadere la nostra stessa umanità».
DON CIOTTI, “ECCESSO DI GENEROSITÀ”
“Anche il gip lo ha detto: il mio è un reato di umanità. Nessun regolamento forzato”, queste le parole del sindaco di Riace Mimmo Lucano, ascoltato per tre ore dal gip di Locri dopo l’arresto per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente in relazione all’affidamento del servizio di raccolta dei rifiuti. Come riportato da Huffington Post, sulla vicenda è intervenuto anche Don Luigi Ciotti, fondatore di Libera e presidente del Gruppo Abele: “È un reato l’umana solidarietà? Sono convinto che le leggi vadano rispettate ma sono anche convinto che, se Mimmo ha imboccato delle scorciatoie, lo ha fatto per un eccesso di generosità: nessun tornaconto personale, nessun potere da prendere o conservare ma solo il desiderio di sostenere la speranza di persone fragili, garantendo loro un futuro e una vita dignitosa”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
LE PAROLE DI VITTORIO SGARBI
Arriva anche il commento di Vittorio Sgarbi in merito alla vicenda che vede indagato per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, il sindaco di Riace, Mimmo Lucano. Il noto critico d’arte è intervenuto in parlamento per difendere il primo cittadino calabrese, paragonandolo a chi ha protetto e aiutato gli ebrei durante il periodo del nazismo: «Il rispetto delle diversità e l’attenzione per i più deboli e per gli ebrei di ogni momento storico – ha detto Sgarbi, come riferisce l’edizione online de Il Messaggero – è uno dei fondamenti essenziali della nostra nazione». Secondo Sgarbi, l’azione umanitaria del sindaco Lucano è stata interdetta «da un’azione giudiziaria criminale. Ritengo che una magistratura che interdice un’azione di tutela dei più deboli e dei perseguitati, sia l’emblema di una nazione che non ha più lo spirito del diritto. La magistratura – ha concluso Sgarbi – non deve interferire con la politica». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
“LA COSTITUZIONE LA RISPETTO FORSE PIU’ DI ALTRI”
Un vero e proprio “comizio” quello andato in scena fuori dall’abitazione di Domenico Mimmo Lucano questa mattina: il sindaco è agli arresti domiciliari per l’inchiesta “Xenia” che lo vede indagato per favoreggiamento all’immigrazione clandestina e irregolarità nella gestione del servizio rifiuti a Riace. Stamane però ha dovuto recarsi al Tribunale di Locri per l’interrogatorio dei giudici e prima di entrare in macchina ha voluto “soddisfare” la curiosità dei tantissimi cronisti presenti, visto il clamore e il “richiamo” politico che questo caso ha portato alla luce (di fatto la divisione netta dei pro-contro la linea Salvini sui migranti). «Rispondo a tutto, non ho niente da nascondere. È tutto assurdo», ha arringato Lucano, non prima di aggiungere subito dopo «Parlerò, certo che parlerò, se mi fanno parlare: è tutto assurdo, tutto. Mi accusano di reato di umanità. Forse la Costituzione la rispetto più io di tanti che si nascondono dietro il rispetto delle regole», attacca pesantemente il primo cittadino calabrese che da pochi minuti è uscito dall’interrogatorio con il pm.
LE CRITICHE: “SI CREDE UN RE”
A chi gli ha chiesto lumi sui matrimoni combinati per consentire ai migranti di restare in Italia, Lucano replica «Salvare anche solo una persona dalla strada, vale 15 anni da sindaco». Ha poi rivendicato di non aver mai preso un solo euro per le intere operazioni di accoglienza e per tutto quanto gli viene imputato, «mi accusano di non aver fatto un affidamento con iscrizione all’albo dei gestori calabresi, ma l’albo non era attivo. Le cooperative qua a Riace sono nate grazie a un avviso che abbiamo fatto noi dal Comune per coinvolgere le persone svantaggiate, assieme ad alcuni rifugiati» ha sottolineato il sindaco arrestato e in aperta contestazione del Ministro Salvini. Non mancano certo le critiche, come osservate dallo stesso pm di Locri Luigi D’Alessio: in una intervista a Repubblica il magistrato spiega «Mimmo Lucano? ‘Le roi c’est moi’. Ha operato non come sindaco, rappresentando i cittadini nel rispetto delle regole, ma come un monarca, ammettendo di fregarsene di quelle regole che sono una garanzia per tutti. Sarà pure un illuminato, ma non può passare. L’unico Stato nello Stato che c’è in Italia, oltre al Vaticano, è San Marino e non Riace».