Compito in classe (a 6 anni, già questo..): “c’era una volta un mondo arcobaleno dove le donne si innamoravano delle donne e gli uomini degli uomini”. Svolgimento: scrivere una lettera raccontando una meravigliosa storia d’amore omosessuale. Risultato? Polemiche, ovviamente: come ha raccontato la Bbc, poi ripresa qui in Italia dal portale Notizie ProVita, in una scuola elementare del Regno Unito – la Bewsey Lodge Primary School – a dei bambini di sei anni è stato “chiesto” di scrivere in classe una lettera d’amore alquanto singolare in cui il Principe Henry (in un Paese dove esiste tra l’altro per davvero un Principe Harry, che però ha appena fatto qualcosa di “antimoderno”, ovvero un matrimonio con una donna, tal Meghan Markle, ndr) chiede al suo servitore Thomas di sposarlo. Insomma, “bambini forza scrivete una bella lettera d’amore gay-friendly”: la polemica sorgerebbe anche se nella storia d’amore scritta a 6 anni ci fossero delle coppie eterosessuali, ma tant’è aggiungerci l’imposizione del mondo LGBT+ suona per davvero come una “provocazione”. O forse no.



LETTERE D’AMORE GAY A SCUOLA: LE MAESTRE, “COSÌ ACCETTANO LE DIVERSITÀ”

La modernità e la cultura dell’accettazione di ogni qualsivoglia “diritto” in Inghilterra ormai fa strada e da anni si assiste a casi del genere nelle scuole dove le diversità invece che essere presentate, confrontate, rispettate e educate alla condivisione, diventano solo unicamente “da accettare”, senza se e senza ma. Lo testimonia il video della BBC Radio Manchester che riprende la singolare lezione: viene spiegato, come se fosse la cosa più normale del mondo, che la scuola insegna ai bambini le relazioni LGBT fin dalla tenera età e che «nella classe in questione si stava insegnando ai bambini a comprendere e ad accettare il matrimonio gay». «La nostra scuola aborrisce qualsiasi forma di omofobia, transfobia e bifobia, è inaccettabile; il codice di condotta si ispira improntato al rispetto per identità di genere, matrimonio o orientamento sessuale di ciascuno», si legge sul sito della scuola inglese. È la stessa maestra poi a spiegare come «Così accettano la diversità che esiste nel mondo e che incontreranno tutti i giorni». Un’imposizione più che una libertà, un render tutti uguali non perché ognuno ha pari dignità nella propria diversità, ma perché le diversità non devono più essere considerate come tali: tutti uguali, come le divise gender neutral per maschietti e femminucce della scuola inglese in questione. Come cantava un poeta nostrano come Giorgio Gaber, «la libertà è alla portata di tutti, come la chitarra. Ognuno suona come vuole, e tutti suonano come vuole la libertà».



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