Il 43enne Rocco Desiante, originario della Puglia, trovato morto in un lago di sangue a Castiglione di Cervia è stato colpito al collo e pestato brutalmente a calci e pugni. E’ questo il violento quadro che ha iniziato a delinearsi dopo le prime indagini degli inquirenti, che adesso stanno tentando di capire chi abbia potuto agire con tale efferatezza nei confronti della vittima. Come riportato da Il Resto del Carlino, l’uomo viveva in affitto da un amico: da tempo viveva in Romagna e fino a un mese fa aveva lavorato in una pizzeria della zona come stagionale, prima di mettersi in malattia, lasciare la sua casa precedente ed essere ospitato appunto dall’amico. Nonostante il ritrovamento del cadavere sia avvenuto soltanto stanotte, non è da escludere che il delitto si si consumato qualche giorno fa. I vicini di casa, che verranno ascoltati dagli inquirenti, hanno infatti riferito di aver sentito rumori riconducibili ad una rissa violenta nella notte tra mercoledì e giovedì. (agg. di Dario D’Angelo)



IL MACABRO RITROVAMENTO

Un omicidio ha scosso in queste ore la Romagna. L’assassinio si è verificato attorno alle ore 2:00 della notte fra sabato 6 e domenica 7 ottobre, precisamente a Castiglione di Cervia, in provincia di Ravenna. Come riportato dai colleghi de Il Resto del Carlino, i vigili del fuoco hanno fatto irruzione nell’appartamento di via Castiglione, dopo che il padrone di casa, un amico della vittima, aveva perso notizie del conoscente ormai da giorni. L’ultima volta l’uomo, un 43enne originario della Puglia, era stato visto martedì sera per la partita di Champions League fra Juventus e Young Boys, poi era sparito.



CORPO RITROVATO IN UN LAGO DI SANGUE

Il corpo del 43enne è stato ritrovato senza vita in un lago di sangue, e una volta effettuata la macabra scoperta, sono stati chiamati i carabinieri. Dalle prime indiscrezioni emerse, sembra che la vittima possa essere stata colpita più volte, forse addirittura a mani nude, prima di morire. Diversi i punti da chiarire, a cominciare dal fatto che non vi erano segnali di scasso sulla porta, di conseguenza il 43enne conosceva la propria vittima. Il fatto che la porta fosse chiusa dall’interno, inoltre, suggerisce che l’assassino sia poi scappato da un’uscita secondaria, magari da una finestra o da un balcone. Dubbi che le forze dell’ordine cercheranno di risolvere nei prossimi giorni.

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