Sarà denunciato l’hcker 25enne di Salò che violò il sito della Nasa: come riportato da Il Giorno, il giovane brasciano ha rivelato che era “soltanto una sfida”. Ecco le dichiarazioni del ragazzo: “Sono sì entrato nei siti e ho modificato la loro homepage, ma non avevo nessun intento ideologico, né tantomeno ho sottratto dati con l’intenzione di rivenderli. L’ho fatto quasi per gioco, per fare vedere agli altri componenti del gruppo quanto ero bravo con il computer. Non credevo si poter finire nei guai. Per questa vicenda ci ho pure rimesso il posto di lavoro”. E evidenzia . “Mi limitavo a trovare le falle nel sistema di sicurezza dei siti. Poi cambiavo l’homepage. Si trattava di modifiche temporanee che un tecnico avrebbe potuto rimuovere con poche operazioni. Non c’era scopo di lucro in una attività che nel 2013 è durata poco tempo. Poi mi limitavo a “vantarmi” con altri ragazzi che come me facevano queste cose”. L’avvocato Stefano Caldera che lo assiste ha aggiunto: “Anche la scelta dei siti era casuale. Navigando mi rendevo conto di quali erano più vulnerabili e ne cambiavo l’homepage. Per me era un gioco, ma volevo “dimostrare” ai proprietari del sito che le loro pagine non erano così inattaccabili come pensavano”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



ATTACCHI A RAI E CGIL

È un ragazzo italiano di 25 anni, originari di Salò, l’hacker che nel 2013 riuscì a violare in otto occasioni il sito della Nasa, l’ente spaziale americano, uno dei meglio difesi al mondo. Di più, il pirata informatico nostrano fu perfino in grado di cambiargli i connotati con quello che in gergo si chiama “defacement”, un defacciamento, cioè la manovra con cui di fatto si dimostra di aver preso possesso delle “chiavi” del sito: un po’ come piazzare la bandiera su una terra appena conquistata. Come riportato dall’Agi, scoperto dagli investigatori della Polizia Postale appartenenti al Cnaipic, diretti dalla dottoressa Nunzia Ciardi e coordinati dalla procura di Brescia, il ragazzo ha ammesso di essersi reso responsabile di un’altra sessantina di incursioni: tra cui quelle nei portali quelli della Polizia Penitenziaria, di alcune scuole ed ex provincie toscane, della CGIL e della RAI-Radio Televisione italiana. (agg. di Dario D’Angelo)



ALL’EPOCA DELL’ATTACCO HACKER AVEVA 20 ANNI

Un disoccupato di Salò che all’epoca dei fatti aveva vent’anni, ma già un hacker temibile. Si definiva sui social appartenente al “Master italian hacker team” un gruppo di hacker noto per le sue pericolose azioni e quel titolo se lo era guadagnato sul campo, anzi sul computer. La polizia postale lo ha infatti arrestato con l’accusa di aver violato il sito della Nasa italiana nel 2013, una impresa non da poco per un ventenne ma che dimostra tutta la vulnerabilità dei siti anche più importanti del mondo. C’è voluta una lunga indagine a cura della procura di Brescia per scoprirlo, ma alla fine ci si è riusciti a quanto pare.



ITALIANO ATTACCA SITO NASA

E’ accusato di accesso abusivo e danneggiamento a sistema informatico: riuscì infatti ad hackerare otto domini collegati alla Nasa e a sostituire la pagina di accesso del sito dell’agenzia spaziale italiana con una pagina falsa. Il giovane ha ammesso le accuse. E’ grazie alla sua stessa rivendicazione sui social che gli investigatori del Centro nazionale anticrimine informatico per la protezione delle infrastrutture critiche (Cnaipic)  sono risaliti a lui: evidentemente non è riuscito a trattenere l’orgoglio per l’impresa, dimostrando che, a parte hacker criminali e politici, tali azioni sono frutto di ambizione personale. Perquisendo i computer dell’accusato la polizia postale ha trovato tracce di tentativi di attacchi ad almeno 60 siti istituzionali come la Rai e la polizia penitenziaria.