“Occorre agire in fretta”, non ha dubbi Maurizio Martina dopo l’allarme lanciato dall’Onu sul clima e sul surriscaldamento globale. Ecco il commento su Facebook del segretario nazionale del Partito Democratico: “Noi chiediamo subito una sessione straordinaria di discussione in Parlamento per affrontare la situazione e preparare al meglio la posizione italiana per la prossima Cop24 che si terrà ai primi di dicembre in Polonia. Occorre insistere sulla Strategia energetica nazionale con misure permanenti per ridurre le emissioni di anidride carbonica e continuare ad aumentare l’approvvigionamento totale da energie rinnovabili per arrivare almeno al 28% nel 2030 e almeno al 55% da rinnovabili per quanto riguarda la produzione di energia elettrica. Occorre investire ancora su fotovoltaico ed eolico. Lo sviluppo della produzione di energia rinnovabile deve muoversi di pari passo con la cessazione della produzione di energia da carbone nel 2025. Serve insistere sull’efficienza energetica tanto nel pubblico come nel privato confermando e rafforzando gli incentivi fiscali che abbiamo introdotto in questi anni per la riqualificazione energetica e sismica degli edifici”. Prosegue Maurizio Martina: “Occorre una svolta sostenibile integrale che coinvolga i cittadini, le famiglie, le imprese e tutti i territori. Dobbiamo insistere per impegni in grado di toccare tutti gli aspetti della vita quotidiana dal fisco, alla mobilità, dal riscaldamento delle nostre case all’utilizzo di bene comuni come acqua e terra. Il governo batta un colpo e non neghi l’urgenza, come purtroppo ha fatto spesso in particolare la Lega di Salvini”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo



“O MISURE ECCEZIONALI O SARA’ DISASTRO”

O misure eccezionali o sarà disastro: questo l’allarme lanciato dagli scienziati del Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico. Come sottolineato dai colleghi di Repubblica, il trend del surriscaldamento globale sta puntando verso l’alto, quota 3 per cento, e sarà difficile invertire la rotta: “sono richiesti cambiamenti rapidi e senza precedenti in tutti gli aspetti della società” per limitare il riscaldamento a 1,5 gradi centigradi. Tra queste novità l’energia, la pianificazione urbana e del territorio e i tagli alle emissioni in tutti i settori. Hoesung Lee, presidente dell’Ipcc, ha evidenziato: “Mantenere il riscaldamento globale a un livello inferiore a 1,5 gradi invece di 2 sarà molto difficile, ma non impossibile”. Kaisa Kosonen di Greenpeace, presente come osservatore ai negoziati, ha commentato: “Gli scienziati avrebbero potuto scrivere a lettere maiuscole ‘Agite ora, idioti”, ma lo hanno fatto con fatti e numeri”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



RISCALDAMENTO GLOBALE, ALLARME ONU

ONU, quattro percorsi per tenere riscaldamento entro 1,5 C: è stato presentato nel corso di un meeting a Incheon, Corea del Sud, il report commissionato all’IPCC alla Conferenza di Parigi del 2015 e stilato da 91 ricercatori di 44 Paesi. Gli esperti hanno esaminato sei mila studi in materia e valutato oltre 42 mila recensioni di colleghi e governi alle loro conclusioni. Come sottolineato dall’Ansa, il rapporto è lungo circa trenta pagina e prevede conseguenze sul mondo di un riscaldamento a 1,5 gradi, indicando le politiche da adottare per rimanere entro questa soglia. Sono quattro i percorsi possibili individuati e il report, denominato “Sommario per decisori politici”, è stato pubblicato questa mattina: in tutti e quattro i percorsi la quantità di gas serra di origine umana nell’atmosfera (causa del cambiamento climatico) viene ridotta.



I 4 PERCORSI

Il primo percorso indicato dall’Onu è il più verde, come sottolinea Tg Com 24: punta sul risparmi energetico e la riforestazione. Il secondo di questi quattro percorsi, invece, mira a una elevata sostenibilità di tutti i settori produttivi, limitando l’uso dello stoccaggio di carbonio; in questo caso il limite è perlopiù economico. Il terzo percorso prevede la situazione dei settori dell’energia e dell’industria simile a quella di oggi, ma con una attenzione maggiore alla sostenibilità e un ricorso significativo al carbon storage. Infine, il quarto e ultimo percorso prevede uno sviluppo basato sulle fonti fossili: questo è quello che più soddisferebbe Donald Trump, presidente Usa che ha deciso di non sottoscrivere il documento sul clima dopo la Conferenza di Parigi. Queste le strade possibili per migliorare la situazione dell’ambiente: necessaria una inversione di rotta.