Arrivano le prime reazioni dal mondo politico dopo la minaccia di morte recapitata a Claudio Fava, che ha ricevuto stamani una busta con all’interno un proiettile. Come riporta Repubblica, il governatore della Sicilia ha commentato: “Al presidente Fava va la convinta solidarietà e la vicinanza del governo regionale. Episodi di intimidazione grave come questo vanno condannati, senza tentennamenti. Evidentemente c’è ancora chi pensa che con le minacce si possa cambiare il corso delle cose”. Queste, invece, le parole del presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè: “Sono solidale con il presidente della commissione regionale Antimafia, Claudio Fava. Esprimo massima solidarietà, anche a nome dell’intero Parlamento siciliano, all’onorevole Fava vittima dell’ennesimo preoccupante episodio intimidatorio, che rivela un clima di odio che va condannato. Siamo certi che Fava proseguirà nel suo impegno politico di denuncia e per l’affermazione della legalità, senza lasciarsi turbare da questo vile episodio”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
BUSTA CON PROIETTILE PER FAVA
Palermo, recapitata una busta con un proiettile a Claudio Fava: nuova minaccia per il presidente della Commissione regionale Antimafia. Come riportato dai colleghi di Meridio News, l’ex candidato governatore della Sicilia ha ricevuto questa mattina, lunedì 8 ottobre 2018, una lettera contenente un proiettile contenente un proiettile 7.65 a Palazzo dei Normanni. La Digos ha provveduto al sequestro della busta e del suo contenuto, avviando immediatamente le indagini. Non sono giunti ancora commenti del diretto interessato, già parlamentare regionale de I Cento Passi. Eletto a capo della commissione siciliana Antimafia lo scorso 16 maggio 2018, Fava ha avviato recentemente avviato un’indagine conoscitiva del sistema Montante, mentre a luglio sono state avviate le indagini sul fronte dei depistaggi sulla strage di via d’Amelio, emersi dalla sentenza del Borsellino quater. Inoltre, pochi giorni fa, una proposta di legge di Fava sull’obbligo per i parlamentari regionali di dichiarare la propria eventuale appartenenza a logge massoniche è stata tramutata in norma.
CLAUDIO FAVA MINACCIATO DI MORTE
Figlio di Giuseppe Fava, giornalista assassinato a Catania dalla mafia il 5 gennaio 1984, Claudio Fava negli ultimi giorni è stato al centro delle polemiche proprio per la sua legge sulla logge massoniche, ritenuta gravemente lesiva della libertà di associazione. Intervistato da Live Sicilia, il politico aveva commentato circa la possibile incostituzionalità della legge: “Chi pone questo problema non conosce le sentenze di Cassazione e Consiglio di Stato in cui si parla spesso del fatto che i doveri di obbedienza e riservatezza che sono dentro la massoneria rischino di contrapporsi ai doveri di fedeltà e di buona amministrazione, tanto è vero che per i magistrati è espressamente vietato farne parte”. E sui lavori della commissione Antimafia che presiede ha evidenziato: “A tappe forzate, devo dire con la disponibilità di tutti i commissari e della struttura interna. Siamo andati avanti con tre sedute alla settimana. Porteremo in commissione e poi in aula la relazione sul ‘sistema Montante’ entro la fine dell’anno. E sono convinto di potere portare entro i primi due mesi dell’anno prossimo la relazione sul depistaggio sulla strage Borsellino. Presenteremo una proposta di riscrittura del codice etico entro la fine dell’anno. Riguarderà sia le cariche elettive sia i burocrati. Poi abbiamo aperto un focus sul mercato ortofrutticolo d Vittoria e le sue ingerenze. Più tutto il resto dell’ordinaria amministrazione”.