Mentre nel mondo infuriano le polemiche, gli attacchi, le accuse sugli abusi sessuali compiuti da sacerdoti di cui quasi ogni giorno ne vengono scoperti di nuovi, ci sono anche storie edificanti che riportano questi drammatici avvenimenti a un livello di perdono e misericordia. Una di queste è stata pubblicata su periodico della diocesi di Syracuse nello stato di New York, il The Catholic Sun, da Katherine Long (riportata oggi dal sito it.aleteia) che ne è anche direttrice. E’ la storia di un uomo che da ragazzino tra i 9 e gli 11 anni venne abusato da un sacerdote che era anche amico di famiglia, una storia come tante sembrerebbe. La persona le cui generalità ovviamente non vengono pubblicate, ha preso parte recentemente al Programma Indipendente di Riconciliazione e Compensazione della diocesi di Syracuse per le persone abusate dal clero. Il programma prevedeva una offerta compensatoria per ogni persona abusata pari a 5mila dollari.



“HO IMPARATO CHE SIAMO TUTTI PECCATORI”

Invece di tenere per sé quei soldi che non possono certo placare il ricordo di quello che queste persone hanno subito, li ha usati per offrire Messe speciali in ogni parrocchia della diocesi, 124 in tutte, ciascuna destinata ai “membri locali del clero che hanno abusato e a chi ne ha subìto le conseguenze”, e per comprare cibo per la Caritas: “L’ho vista come una possibilità per cercare di trarre pace e consolazione e buone notizie da decenni di conflitti, ira e tristezza” ha commentato. Nel 2008 l’uomo aveva denunciato l’abuso subito alla diocesi anche se il prete in questione era morto da alcuni anni: “L’ho fatto per dare la possibilità alla diocesi e alla Chiesa nel suo insieme di avere informazioni utili per far fronte a questo comportamento e cercare di evitare che si ripeta”. Ha aggiunto che “Non importa quali voti abbiamo professato, le iniziali che figurano dopo il nostro nome o le abitudini che possiamo avere. Tutti abbiamo bisogno della misericordia di Dio, ed è meglio che ci perdoniamo gli uni gli altri se vogliamo essere perdonati quando ci presenteremo davanti a Lui”.



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