Il Partito Democratico e LeU non ci stanno e puntano il dito ancora una volta contro Matteo Salvini dopo la “gaffe” del Ministro sul caso di Riace: secondo il Segretario dem Maurizio Martina, «Il Ministro dell’Interno posta l’intervista di un prestanome della Ndrangheta a sostegno delle sue tesi. Vergogna. Se ha il senso del ruolo che ricopre la tolga e si scusi». Ancora più dura invece l’ex Presidente della Camera Laura Boldrini che su Twitter posta un articolo di Repubblica sul caso di Zucco prestanome dei clan mafiosi; «È troppo. Se ha un minimo di dignità personale e di rispetto per le istituzioni rassegni immediatamente le dimissioni», rilancia a muso duro la politica di Liberi e Uguali. Secondo Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra Italiana, «Pur di screditare Mimmo Lucano e #Riace, il ministro dell’Interno Salvini (o chi per lui) non ha esitato 1 attimo nel rilanciare video di un prestanome della #ndrangheta. In un Paese normale il ministro dell’interno quando fa una cosa del genere, dopo 5 minuti toglie il disturbo». (agg. di Niccolò Magnani)
ZUCCO ARRESTATO NEL 2011
Ex vicesindaco proprio di Riace negli Anni Ottanta, arrestato nel 2011 e poi condannato in Cassazione nel 2015 per intestazione fittizia con l’aggravante di favoreggiamento della ‘ndrangheta: è questo il ritratto di Pietro Domenico “Mimmo” Zucco, l’uomo che compare in un video rilanciato da Matteo Salvini sul suo profilo Facebook in quello che è stato un vero e proprio scivolone da parte del vicepremier nel tentativo di commentare il caso relativo a Mimmo Lucano, primo cittadino del centro calabrese di recente finito in manette per favoreggiamento dell’immigrazione. La gaffe del leader del Carroccio fa ancora più discutere, tanto che le opposizioni sono partite lancia in resta chiedendone le dimissioni da titolare del Viminale, perché Zucco è risultato essere dalle indagini un prestanome molto vicino in passato al potente clan locale dei Ruga-Metastasio, consentendo a quest’ultimo di continuare a gestire una cava a Stilo (Reggio Calabria) e favorendo dunque Vincenzo Simonetti, ovvero uno degli uomini di punta della stessa cosca. (agg. R. G. Flore)
GAFFE DI MATTEO SALVINI SU FACEBOOK
Riace, gaffe di Matteo Salvini: posta il video di un prestanome del clan che contesta Mimmo Lucano, ministro dell’Interno nella bufera. L’episodio social risale a sabato 6 ottobre 2018: il segretario federale della Lega pubblica su Facebook il video di una persona che scredita il sindaco di Riace, arrestato per favoreggiamento all’immigrazione clandestina e per il quale sono state organizzate numerose manifestazioni in tutta Italia. “Quando hanno indagato me, l’Associazione Nazionale Magistrati ha difeso il pm dichiarando “basta interferenze”, ora diranno le stesse cose? Nel frattempo, se avete 2 minuti sentite cosa diceva questo cittadino di Riace parlando del sindaco…”, le parole di Matteo Salvini su Facebook, ma c’è un particolare: come riporta Repubblica, il protagonista della sequesnza è un cittadino arrestato perché prestanome del clan Ruga Metastasio e condannato nel 2015 dalla Cassazione.
OPPOSIZIONE ALL’ATTACCO
E lo scivolone social del vice presidente del Consiglio non è passato inosservato, con l’opposizione all’attacco. Laura Boldrini, esponente di Liberi e Uguali, chiede le dimissioni del capo di Viminale: “È troppo. Se ha un minimo di dignità personale e di rispetto per le istituzioni rassegni immediatamente le dimissioni #SalviniDimettiti”. E anche il Partito Democratico si è mobilitato contro il ministro: “#Salvini, Ministro dell’Interno che dovrebbe tutelare sicurezza e legalità, condivide su suo Fb video di un ‘prestanome’ di una cosca malavitosa delle ‘ndrine. Un’indecenza mai vista, uno sfregio alle vittime di mafia e a tutti i cittadini onesti #vergogna”, le parole di Francesco Verducci. Queste, invece, le parole su Twitter del segretario nazionale Maurizio Martina: “Il Ministro dell’Interno posta l’intervista di un prestanome della Ndrangheta a sostegno delle sue tesi. Vergogna. Se ha il senso del ruolo che ricopre la tolga e si scusi”.