Paolo Savona a tutto tondo: il ministro per gli Affari europei ha rilasciato una lunga intervista a Porta a Porta ed ha parlato della manovra ma non solo. Molto discusso il tema Unione Europea, con l’economista che ha sottolineato: Tutti vogliono il cambiamento, ma ci sono due forze. Alcuni, come me, dicono che bisogna ‘europeizzare’ il cambiamento, che l’Europa deve prendere la guida del cambiamento. Altri invece dicono che non c’è niente da fare e bisogna tornare a livello nazionale. Il sovranismo – riportano i colleghi dell’Huffington Post – cresce perché l’Ue non manda i giusti messaggi ai cittadini europei”. Il def, prosegue Savona, è “corretto, cauto e moderato”, sottolineando che le “previsioni della manovra sono i risultati di modelli egonometrici e degli interventi che noi facciamo” in risposta a chi le ritiene troppo ottimistiche. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
“2019 ANNO DIFFICILE PER L’EUROPA”
La manovra deve cambiare “se ci sfugge lo spread”: chiare e forti le parole del ministro per gli Affari Europei Paolo Savona nel corso dell’intervista rilasciata a Porta a Porta. L’economista sardo ha parlato del Def e dei rapporti con l’Unione Europea, sottolineando il lavoro complicato che sta affrontano il titolare del Tesoro Giovanni Tria: “Tria fa un lavoro difficilissimo, deve cercare di rendere la manovra quanto più vicina alla sua realizzabilità. Io ho un compito più facile, quello di spingere un po’”. Continua Paolo Savona, come riporta l’Huffington Post: “Il 2019 sarà un anno difficile per l’Europa. Può succedere qualcosa di simile a quello accaduto in Italia il 4 marzo. Ci sono alcuni come me che dicono che è necessario europeizzare il cambiamento e che l’Europa deve prenderne la guida. Poi ci sono altri che dicono che non c’è niente da fare e vogliono tornare a livello nazionale”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
SAVONA VS DRAGHI
«Se ci sfugge lo spread la Manovra deve cambiare»: lo ha detto sempre Savona nell’intervista in onda questa sera a Porta a Porta, e si tratta nei fatti del primo ministro del Governo gialloverde (e non certo l’ultimo competente in maniera, ndr) ad ammettere che qualcosa potrebbe cambiare se dovesse continuare la “guerra” dello spread che è in rialzo ogni giorno di più. «Sono abbastanza sicuro che lo spread non arriverà a 400», spiega ancora il Ministro per gli Affari Europei davanti a Bruno Vespa, annunciando di aver chiesto alla Bce di comprare i titoli di Stato italiano e denunciando Mario Draghi di non aver agito correttamente, «lo spread vola perchè c’è qualcuno che non svolge il suo compito. Abbiamo bisogno di qualcuno che governi la stabilità bancaria e finanziaria». Poi Savona sottolinea come tanto Fmi quanto Bankitalia, nelle critiche ricevute oggi alla Manovra, in realtà sbagliano perché «mettono la stabilità finanziaria come presupposto dello sviluppo, io dico che devono andare almeno di pari passo. La costruzione dell’Europa non dà per scontato che si debba avere la stabilità prima dello sviluppo». (agg. di Niccolò Magnani)
“L’EUROPA VA CON IL PILOTA AUTOMATICO”
Il ministro agli affari europei è intervenuto nelle scorse ore nel corso di un incontro con la stampa estera. L’occasione è stata propizia per difendere l’operato del governo in merito alla manovra di bilancio 2019, e al rapporto deficit/pil al 2.4%, verso cui molti, scettici, hanno puntato il dito. Secondo Savona, Bruxelles ha letto solamente il famoso numerino di cui sopra, senza approfondire il resto della legge di bilancio: «Gl uomini di Bruxelles – dice – senza leggere la manovra e il programma hanno letto solo il 2,4%». Il ministro afferma quindi che il livello di deficit «è il minimo necessario per muoversi nella nostra direzione di cautela», rimandando la parola agli italiani nel caso in cui alla fine l’Unione Europea dovesse definitivamente bocciare la manovra. E oggi sarà una giornata molto importante per quanto riguarda il Def, visto che inizieranno gli esami con le audizioni: comincerà il ministro dell’economia, Giovanni Tria. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
“DECIDERA’ IL POPOLO”
Il Ministro degli Affari Europei, Paolo Savona, ha sottolineato di avere fiducia riguardo ad un punto d’incontro che il Governo potrebbe trovare con l’UE: in ogni caso, ha affermato che anche Bruxelles dovrà avere prudenza nel valutare la manovra economica dell’Esecutivo gialloverde. Ha spiegato Savona: “Cosa succederebbe se l’Unione europea si mettesse in una posizione conflittuale verso questo programma del governo cosi’ cauto e moderato? Io non lo so, deciderà il popolo non io, io mi metto da parte. Alcune provocazioni, con un certo stile sono piuttosto pesanti.” Il riferimento è alle scaramucce verbali tra Juncker e Salvini, sulle quali Savona è chiaramente schiarato: “Il messaggio che ‘il mercato insegnerà agli italiani come votare’ io lo trovo molto più insultante di quello che risponde ‘non è sobrio quando parla’.” (agg. di Fabio Belli)
LA CRITICA A BRUXELLES
Ancora parole molto dure da parte del Ministro degli Affari Europei del Governo italiano, Paolo Savona, rivolte verso l’Unione Europea e i burocrati di Bruxelles. In un incontro avvenuto con la stampa estera, Savona è stato perentorio nel criticare la scarsa flessibilità di manovra dell’Istituzione Europea riguardante la generalità delle tematiche. Un modus operandi che non tiene conto della mutevolezza delle condizioni, e che secondo Savona si può riassumere con la frase: “L’Europa mantiene il pilota automatico anche se andiamo contro un iceberg.” Secondo il parere di Sanova, Bruxelles non ha ben chiare le conseguenze che comporterebbe un comprovato stato di tensione con l’Italia: “La speranza è che non ci sia uno scontro in Europa che si traduca in una crisi finanziaria che non interessa a nessuno: con l’instabilità politica in Italia succederebbe qualcosa di veramente grave in Europa e nel resto del mondo. Penso che alla fine troveremo un punto di incontro.”
“MERCATI PIU’ SAGGI DELLE FORZE POLITICHE”
Secondo Savona, dalle politiche economiche italiane che a suo avviso hanno comunque “superato il banco di prova dei mercati” dopo le polemiche conseguenti al loro annuncio, in Europa a tenere banco è lo scontro tra due forze radicalmente opposte: “Siamo più spaventati dello scontro politico tra elite conservatrici che portano avanti politiche deflazioniste e le forze riformiste che vogliono che l’Europa faccia qualcosa per cambiare.” In questo quadro Savona ha sottolineato che la reazione sostanzialmente moderata dei mercati è un buon segnale che prova come “il mercato stesso è più saggio di quanto non sia lo scontro politico in corso.” Per l’Italia la parola chiave in economia nel futuro prossimo, secondo Savona, dovrà essere crescita in sostituzione di quella imperante fino a questo momento, ovvero austerità: “Il programma di governo, dal punto di vista della logica economica e della necessità pratica, è moderato e con tutte le cautele necessarie. Sono convinto che la crescita italiana possa arrivare al 2% invece dell’1,5% e al 3% invece che all’1,6%.“