Raffaele Esposito, giovane cuoco 34enne di Napoli, avrebbe potuto uccidere ancora se non fosse stato fermato per l’omicidio compiuto a Modena ai danni di una prostituta romena, della quale avrebbe poi bruciato il corpo. Per questo, come spiega Il Messaggero, gli inquirenti lo avrebbero definito un “maniaco seriale” ed omicida. Oltre ad uccidere una donna, infatti, il cuoco-killer sarebbe stato accusato di violenza sessuale e di tentato sequestro di persona a scapito di altre due donne, reati questi avvenuti nell’arco di 10 giorni. Il primo fatto, in ordine cronologico, sarebbe avvenuto il 28 agosto scorso, quando il 34enne avrebbe violentato una donna a Zocca, dopo averla bendata e imbavagliata. nella notte tra il 29 ed il 30 agosto avrebbe ucciso a Modena la prostituta 31enne, per poi bruciarne il corpo, quindi il 2 settembre a Savignano sul Panaro avrebbe tentato di sequestrare una 18enne che stava camminando in strada. Il comandante dei carabinieri di Modena ha commentato in merito a quest’ultimo reato: “Se quel sequestro fosse riuscito probabilmente all’arrestato non sarebbe rimasta altra soluzione se non quella di uccidere la giovane, che se fosse riuscita a scappare, in un paese così piccolo come Savignano avrebbe immediatamente identificato il responsabile”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
“AVREBBE COLPITO ANCORA”
Secondo quanto riportato dal Resto del Carlino, il cuoco-killer non solo era seriale e “a rischio di altre violenze”, ma era un autentico pericolo per l’intera comunità modenese: «si capisce dalla violenza carnale che ha perpetrato che denota uno spregio della vittima, la volontà di umiliarla, di farle male. E’ un uomo che ha problemi con le donne. Per questo sceglieva solo vittime magre e minute, incapaci di difendersi», ha spiegato il comandante del reparto operativo dei carabinieri di Modena Stefano Nencioni. Ad esempio, il caso di una 18enne che ha tentato di sequestrare nel recente passato è emerso con tanto di dettagli che avrebbero potuto portare ad un epilogo tragico come per la povera giovane rumena. La 18enne è riuscita all’epoca a divincolarsi e scappare per strada, ma per i Carabinieri che hanno arrestato il cuoco-killer ritengono che il 34enne avrebbe potuto ucciderla appena dopo il sequestro.
“VIOLENZE SERIALI, UNA PERSONA PERICOLOSA”
Svolta nelle indagini sulla morte di una giovane donna romena, rinvenuta carbonizzata a San Donnino lo scorso 10 settembre 2018. Come vi abbiamo raccontato, il killer è stato incastrato da un frammento bruciato di un libro di scuola della figliastra. “Una persona pericolosa, assolutamente priva di controllo e di empatia verso le vittime”, il commento del pubblico ministero di Modena riportato dall’Ansa: questo il giudizio della Procura sul 34enne Raffaele Esposito, il cui comportamento è “quello di un vero e proprio criminale seriale capace di arrivare sino all’omicidio”. Violenze seriali, tanto che il cuoco sarebbe sospettato anche di altri due casi di violenza a donne sempre nella zona di Modena: la già citata aggressione sessuale a una giovane in un garage a Zocca, il 28 agosto, e un possibile tentativo di sequestro di una ragazza straniera nel modenese. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
KILLER TRADITO DA LIBRO DI SCUOLA
Le forze dell’ordine hanno individuato il killer di San Donnino, provincia di Modena: la vicenda risale a un mese fa, quando venne ritrovato il corpo carbonizzato di una donna nei pressi del percorso naturale sul Panaro. Il presunto responsabile del terribile omicidio è un cuoco, sul quale gli investigatori indagavano da settimane: l’uomo abita a Modena da pochi anni e convive con una donna residente a Savignano, insieme alle figlie avute da un precedente matrimonio. E il procuratore Lucia Musti a svelare i dettagli investigativi nel corso della conferenza stampa: un elemento chiave è il manuale scolastico trovato tra le ceneri a San Donnino, che riportava il nome della figliastra dell’indagato. Ma non solo: il quarantenne sarebbe responsabile anche di altri due casi di violenza delle donne, un’aggressione sessuale a Zocca e un tentato sequestro a Savignano. Decisivo il contributo del gps a bordo dell’auto del sospettato e dei tabulati del telefonino del cuoco. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
OMICIDIO DI SAN DONNINO
A distanza di un mese esatto dal macabro ritrovamento del corpo carbonizzato di una donna, avvenuto lo scorso 10 settembre a San Donnino, poco distante dal percorso naturale sul Panaro, alle porte di Modena, gli inquirenti sarebbero giunti alla soluzione del giallo. Secondo quanto rivelato dall’agenzia di stampa Ansa, infatti, gli uomini dell’Arma di Modena nella giornata odierna hanno individuato il presunto autore del terribile omicidio della donna. Tutti i dettagli saranno resi noti solo domani, nel corso di una conferenza stampa che farà il punto sulle indagini, a quanto pare giunte ad una svolta definitiva, in programma presso il comando provinciale dei carabinieri di Modena e alla presenza del procuratore Lucia Musti. Il corpo della donna era stato rinvenuto completamente bruciato e secondo i primi accertamenti il fatto era stato compiuto già nei giorni precedenti. L’uomo fermato oggi con l’accusa di essere l’autore dell’omicidio, sarebbe accusato anche di altri gravi crimini, tra cui violenza sessuale e sequestro di persona, ai danni di altre giovani donne sia italiane che straniere.
DONNA CARBONIZZATA: GIALLO RISOLTO
Il caso della donna carbonizzata nel Modenese sarebbe definitivamente chiuso in seguito al fermo, un mese dopo la scoperta choc, del presunto killer accusato anche di altri gravissimi reati. Sin da subito gli inquirenti avevano iniziato a seguire la pista dell’omicidio. Il corpo della vittima era stato trovato da un passante nelle campagne di San Donnino. Da allora però, anche alla luce della delicatezza del caso la procura aveva adottato il silenzio stampa al fine di permettere ai carabinieri di completare le indagini subito apparse molto complesse. Nonostante questo però, nelle scorse settimane gli investigatori sarebbero riusciti a mettersi sulla giusta strada e appena 10 giorni dopo il ritrovamento macabro era nell’aria una svolta imminente annunciata ufficialmente solo nella giornata di oggi. Quella ritrovata, era stata solo una parte del corpo, presumibilmente il tronco e questo aveva reso sempre più complesso anche il lavoro del medico legale. L’identità della vittima, ad oggi, non è mai stata resa nota ma sin da subito la procura ha seguito la strada delle sevizie, dei futili e abbietti motivi.