A distanza di 13 anni dai fatti di sangue del 20 luglio 2005, gli inquirenti avrebbero fatto finalmente luce sul delitto di Filippo Pantano, ucciso a colpi di fucile e pistola a Martirano Lombardo, in provincia di Catanzaro. Nella giornata di oggi, come spiega il portale Lamentino.com, la squadra mobile di Catanzaro, insieme agli uomini del Commissariato di Lamezia Terme e con il coordinamento della Dda diretta da Nicola Gratteri ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di tre soggetti. Si tratta di Gino Strangis, 49 anni, Pino Strangis, 43 anni e di Vincenzo Arcieri, 58 anni, già detenuto a Caltanissetta per altra causa. I tre finiti in arresto sono ritenuti i mandanti e gli esecutori materiali dell’omicidio di Pantano, con l’aggravante del metodo mafioso. Secondo gli inquirenti, Strangis sarebbe stato l’ideatore del delitto, organizzatore ed esecutore, mentre il fratello Pino avrebbe preso parte al fatto di sangue. A partecipare al progetto omicidiario anche Vincenzo Arcieri, unitamente ai vertici della cosca Giampà di Lamezia Terme. Stando a quanto riportato dall’agenzia di stampa Ansa, secondo l’accusa l’omicidio si consumò nell’ambito dei contrasti tra le famiglie Arcieri-Cappello, a cui gli Strangis erano legati e la cui n’drina rappresentava una promanazione dei Giampà. Pantano invece rappresentava gli interessi della contrapposta consorteria Iannazzo-Cannizzaro-Daponte.



OMICIDIO PANTANO: LE INDAGINI

L’omicidio di Filippo Pantano avvenne nei pressi dell’abitazione della vittima nell’estate del 2005, quando l’uomo fu raggiunto da numerosi colpi di arma da fuoco, fucilate e colpi di pistola calibro 9×21. A contribuire all’arresto dei tre presunti mandanti e responsabili del delitto, oltre all’intensa attività investigativa sarebbero state anche le dichiarazioni rese dai collaboratori di giustizia che hanno permesso di riscontrare indizi utili ad appurare la responsabilità della cosca Giampa’ e dei fratelli Strangis, permettendo di far luce su movente e modalità di uccisione. Il fatto di sangue rappresentò all’epoca un allarme poichè rappresentò il possibile inizio di una faida tra famiglie mafiose che controllavano l’intero territorio. Sempre secondo le indagini, i fratelli Strangis, per conto delle famiglie “Arcieri – Cappello”, decisero di uccidere Pantano al fine di riappropriarsi della gestione delle estorsioni alle imprese e ditte operanti nell’area. Decisione che fu accolta positivamente dai vertici delle famiglie Giampa’ e Cappello-Arcieri.

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