Salvatore Mannino, a sua insaputa come si usa oggi, è un simbolo. Verrebbe da dire: un genio. Anzi, un novello Spartaco, un mix fra la commedia all’italiana e Pirandello che scrisse un’opera intera intitolata “Lo smemorato” e Totò che fece il suo film più ostico e di difficile interpretazione ispirandosi alla vicenda reale dello Smemorato di Collegno. E ancora: un protagonista di un cinepanettone alla Christian De Sica, ma anche il tragico realismo del padre Vittorio. Tra l’Alberto Sordi martire simbolo di libertà di tanti film e il protagonista di un thriller hollywoodiano. Mille maschere, per un nuovo “uomo qualunque” quello del film con Christian Slater che interpreta Bob Maconel, un impiegato che vive nel grigiore totale della mediocrità. Bob ha solo una carta a disposizione: un atto unico, imprenscindibile, definitivo. Come Salvatore Mannino che però come nella miglior tradizione italiana, è un povero Cristo a cui va tutto storto, a cominciare dal piano, tutto sballato e ridicolo.



Salvatore Mannino è stato trovato svenuto in una cattedrale ad Edimburgo, senza documenti e apparentemente senza memoria. Ricoverato, parlava solo un inglese maccheronico e nessun’altra lingua. 

La polizia lo identifica, chiama la moglie e il figlio (era un imprenditore di Pisa, in realtà, Mannino) i quali si precipitano da lui. E Mannino: “Non so chi siete, non vi conosco”. 



Gli psichiatri però sanno il fatto loro, e si rendono conto che in questa smemoratezza ci sono cose che non tornano. Mannino allora s’arrende e confessa: “Ho finto”. 

Una mattina ha accompagnato i figli a scuola e, invece di andare a lavoro, è fuggito in Scozia non si sa con quali documenti, ha lasciato circa 20mila euro in contanti sul tavolo di casa. Ma il bello deve ancora arrivare. 

“Perché, Mannino, hai fatto una cosa del genere?”, gli viene chiesto. “Perché non ne potevo più di mia suocera”. E avresti lasciato moglie e figli così, Mannino? “No…volevo vedere da lontano se se la sarebbero cavati senza di me…” .



Mannino, un simbolo per tutti. Tutti noi poveracci in cerca di briciole di affetto, in questo mondo che ci tracima addosso con cinismo e dimenticanza. un poveraccio umiliato e sconfitto dalla vita. Fa pena, fa ridere ma ha fatto qualcosa. Noi guardiamo invece la vita che ci scorre sopra senza più reagire a nulla. Un giorno da leone per un uomo qualunque, piccolo e sfigato. Chissà se la suocera adesso vorrà rivederlo.