Meloni 25 aprile: meglio festeggiare a novembre. Il 4 novembre dovrebbe essere festa nazionale. L’idea viene dalla segretaria generale dei Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, che torna così a sottolineare come l’anniversario della vittoria del Belpaese della prima guerra mondiale, debba essere una festa nazionale vera e propria, con annesso chiusura delle scuole, aziende e uffici pubblici. «È una festa molto più unificante di altre feste che oggi sono festa nazionale», la Meloni (che potrebbe finire tra l’altro in un rimpasto di governo) si riferisce al 25 aprile e al 2 giugno, che invece sono considerate dalla stessa «due feste più divisive». Per fare in modo che il 4 novembre torni ad essere una festa nazionale, Fdl, ricorda l’edizione online de Il Post, ha organizzato una serie di iniziative in occasione della celebrazione dei cento anni della vittoria italiana nella Grande Guerra. «Dobbiamo ricordare – le parole di Giorgia Meloni in conferenza stampa a Montecitorio – che è grazie a questa vittoria che noi oggi siamo una Nazione. Mi pare che non ci siano molte iniziativa in questo senso».



“NON PASSA LO STRANIERO”

Per festeggiare tale ricorrenza Fratelli d’Italia ha ripreso il celebre slogan “Non passa lo straniero”, associandolo ad una serie di personaggi che stando a loro avviso, minaccerebbero l’indipendenza italiana: «Oggi lo straniero – ha precisato la Meloni – si manifesta in molte forme: lo strapotere della burocrazia europea, della finanza speculativa, le agenzie di rating, le mafie nigeriane e cinesi, quelli che scalano aziende italiane rubando il nostro know-how». Gli oppositori dell’Italia, nei manifesti di Fdi, sono rappresentati dalla cancelliera tedesca Angela Merkel, dal presidente francese Emmanuel Macron (grande nemico anche di Salvini), dal presidente della Commissione Ue Jean Claude-Juncker (più volte attaccato dalla stessa Meloni), e infine, dallo scrittore Roberto Saviano, bollato appunto come “anti-italiano”. Fra le iniziative previste, un presidio davanti alla Moody’s di Milano, uno alle acciaierie di Terni, ma anche manifestazioni contro la mafia nigeriana e cinese a Macerata e a Napoli.

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