Nell’Angelus per la Festa di Tutti i Santi, Papa Francesco ha voluto ricordare non solo il “discorso delle Beatitudini” che Gesù racconta nel Vangelo ma ha sottolineato come la celebrazione di Ognissanti non è un mero esercizio stilistico per “soli” credenti. «Siamo uniti a tutti i santi: non solo a quelli più noti, del calendario, ma anche a quelli ‘della porta accanto’, ai nostri familiari e conoscenti che ora fanno parte di quella moltitudine immensa», ha ricordato dal balcone di Piazza San Pietro il Pontefice. La giornata di oggi è una festa della famiglia, dell’amicizia e della fraternità umana unita in un destino comune: «I santi sono vicini a noi, anzi sono i nostri fratelli e sorelle più veri. Ci capiscono, ci vogliono bene, sanno qual è il nostro vero bene, ci aiutano e ci attendono. Sono felici e ci vogliono felici con loro in paradiso», ha continuato il Papa che ha poi “bacchettato” lo spirito del mondo nell’idea di “beatitudine” distorta, «Il Vangelo dice beati i poveri, mentre il mondo dice beati i ricchi. Il Vangelo dice beati i miti, mentre il mondo dice beati i prepotenti. Il Vangelo dice beati i puri, mentre il mondo dice beati i furbi e i gaudenti. Questa via della beatitudine, della santità, sembra portare alla sconfitta».
LA FESTA DI TUTTI I SANTI
La festa di Tutti i Santi (più tradizionalmente definita Ognissanti, ndr) è una delle solennità più “iconiche” del cristianesimo perché incarna l’invito di Gesù a tutto il mondo e a tutto i suoi figli: un invito ad essere più uomini e dunque più santi. Già, non un richiamo alla “perfezione” (di per sé del tutto impossibile), ma ad una maggiore umanità nella vita di tutti i giorni: con il Motu Proprio “Meiorem ac dilectionem” del 2017, Papa Francesco ha reso bene il concetto di una via più umana per riconoscere santi e beati. Secondo l’invito del Pontefice – sulla scia degli scritti e delle encicliche anche dei suoi Santi predecessori – «l’offerta di sé per amore, la carità di Cristo» è il segno della reale santità cui tutti, nessuno escluso, possiamo tendere. Il Papa ha deciso con quella lettera di avvicinare il concetto di amicizia e di “dono di sé” alla concezione reale di santità: una nuova «fattispecie dell’iter di beatificazione e di canonizzazione» (art. 1) volta a riconoscere l’esistenza de «l’eroica offerta della vita, suggerita e sostenuta dalla carità», ci aiuta a riconoscere meglio quali siano i tratti del cambiamento d’epoca che stiamo vivendo.
OGNISSANTI: IL SIGNIFICATO DELLA FESTA
La Santa Chiesa Cattolica celebra ogni 1 novembre la festa di Ognissanti – o più recente, Giornata della santificazione universale – dove si ricorda l’intero fermamente celeste degli uomini e delle donne riconosciute prima beati poi canonizzati. Come ricordava Papa Francesco nell’Esortazione apostolica sulla santità (“Gaudete et exsultate”), sulla scia della conciliare “Lumen gentium”, «Quello che vorrei ricordare con questa Esortazione è soprattutto la chiamata alla santità che il Signore fa a ciascuno di noi, quella chiamata che rivolge anche a te: “Siate santi, perché io sono santo”». Come ricordava poi anni fa in una omelia in San Pietro Papa Benedetto XVI, «Ma come possiamo divenire santi, amici di Dio? All’interrogativo si può rispondere anzitutto in negativo: per essere santi non occorre compiere azioni e opere straordinarie, né possedere carismi eccezionali. Viene poi la risposta in positivo: è necessario innanzitutto ascoltare Gesù e poi seguirlo senza perdersi d’animo di fronte alle difficoltà».