Sono tanti, troppi i dubbi nel caso di Sissy Trovato e per questo il giudice ha deciso di vederci chiaro e di approfondire le indagini per altri quattro mesi. Nel corso dell’approfondimento a La vita in diretta, è intervenuta anche la criminologa Roberta Bruzzone che ha detto la sua a partire dal luogo in cui sarebbe avvenuto il grave ferimento della giovane agente di polizia penitenziaria. “Tutti gli elementi di questa inchiesta vanno sviluppati”, ha commentato la Bruzzone che confidava proprio in questa decisione da parte del gip. Ma cos’è che non torna? La criminologa ha replicato secco: “Tutto. Non torna il posizionamento dell’esplosione del colpo di arma da fuoco, non torna il fatto che dovrebbe essere un colpo esploso a distanza ravvicinata ma all’interno dell’arma non c’è sangue”, ha spiegato. La Bruzzone ha ribadito altre anomalie e la necessità di capire chi altro avrebbe impugnato la pistola: ci sono solo le tracce di Sissy o magari non ci sono proprio tracce? Per l’esperta, inoltre, quel posizionamento sarebbe da ritenersi “anomalissimo per un suicidio”, a partire dal fatto che la giovane fu ritrovata con l’arma ancora impugnata, aspetto davvero anomalo in casi simili. “E’ molto strano che lei impugnasse l’arma in modo così preciso, potrebbe essere un riposizionamento”, ha ancora aggiunto. E poi c’è il famoso telefonino: nel video delle telecamere interne all’ospedale, la giovane fu ripresa proprio mentre sembrava che parlasse con qualcuno al telefono. Quel cellulare fu ritrovato giorni dopo la tragedia, nel suo armadietto: come mai? (Aggiornamento di Emanuela Longo)



SISSY TROVATO MAZZA, INDAGINE RIAPERTA

Il gip Barbara Lancieri ha disposto nuove indagini sul caso di Maria Teresa Trovato Mazza, conosciuto come Sissy. A chiedere con insistenza che la vicenda non venisse archiviata è stato l’avvocato Fabio Anselmo, che sta assistendo la famiglia della donna. Due anni fa l’agente di polizia penitenziaria, in servizio al carcere femminile di Giudecca, fu ritrovata gravemente ferita alla testa da un colpo di pistola, all’interno dell’ascensore del reparto di pediatria del Padiglione Jona dell’ospedale Civile. La donna, che continua a versare in gravi condizioni, è tornata a vivere in Calabria. «Non sappiamo se ci vede o ci sente, ma lo speriamo. Percepisce che è a casa e che siamo tutti vicini a lei», ha dichiarato il papà di Sissy Trovato Mazza a La Vita in Diretta. «Mi manca, mi manca tantissimo. All’inizio ci avevano detto che era avvenuto un incidente». Per i genitori non c’erano elementi per pensare che Sissy potesse maturare il tentativo di suicidio: «Non si sarebbe mai sparata. Aveva cambiato casa, era felice della sua squadra di calcio, tornava quasi ogni settimana da voi», ha raccontato la mamma. Ma sul lavoro c’erano problemi: «Mi aveva detto che aveva trovato della droga. Si era iscritta all’università perché non voleva essere un semplice agente». Sulle sue condizioni invece aggiunge: «Secondo me avverte la nostra presenza, abbiamo questa sensazione».



SISSY TROVATO MAZZA, DUBBI SUL TENTATO SUICIDIO DELLA POLIZIOTTA

Il giudice ha accolto buona parte delle richieste formulate dai parenti di Sissy Trovato Mazza. «Siamo molto soddisfatti e speriamo che si faccia in tempo ad acquisire tutti i dati. Si tratta di un passaggio estremamente importante per fare chiarezza e cercare la verità», ha dichiarato l’avvocato Fabio Anselmo, come riportato da Il Gazzettino. Il 6 novembre incontrerà il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. La famiglia sostiene che qualcuno ha provato ad ucciderla, mentre inizialmente è emersa l’ipotesi di un tentato suicidio. Ora il gip ha rinviato gli atti alla Procura affinché venga fatta luce su vari aspetti. È stata accolta la richiesta di acquisizione delle celle telefoniche di Sissy e dalla collega Silvia Baratta, sua ex convivente anche per verificare il suo racconto. Accolta anche la richiesta di controlli sull’arma per trovare altre tracce di Dna. Si ipotizzava l’eventualità che l’arma fosse stata pulita prima di essere stata posizionata, da un eventuale aggressore, nella mano destra della donna. Ma il giudice vuole anche che venga controllato il pc della donna per verificare eventuali cancellazioni. Inoltre, i consulenti dovranno stabilire se la lesione è compatibile con il ritrovamento dell’arma impugnata.

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