La querelle a distanza fra Sala e Di Maio le chiusure domenicali è arrivata anche ad Avellino, e non poteva essere altrimenti dopo le dichiarazioni del primo cittadino meneghino. Il sindaco della città irpina, Vincenzo Ciampi, ha voluto replicare alle dichiarazioni del collega milanese: «Ricordo a Sala – si legge su Repubblica edizione Napoli – che per fortuna viviamo ancora in una nazione unica e indivisibile. Certe affermazioni non le possiamo tollerare. Fa davvero specie che un sindaco “democratico” se ne dimentichi. Avrebbe fatto meglio a stare zitto». Ovviamente Sala ha tirato in ballo Avellino perché comune originario del ministro Luigi Di Maio, che tanto sta spingendo affinché il settimo giorno della settimana venga ritenuto “sacro” per il lavoro. «Credo che Sala abbia preso un bel po’ di scivoloni – ha proseguito Ciampi – questo linguaggio non particolarmente consono a un primo cittadino è una grande caduta di stile. E dovrebbe riflettere meglio prima di parlare: la misura di cui discutiamo è nazionale, andrebbe applicata sia a Avellino che a Milano». Il sindaco biancoverde ha quindi aggiunto di essere “indignato” , augurandosi che lo stesso Sala “chiarisca e chieda scusa alla città”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
MA LA RIFORMA E’ ANCORA FERMA…
Torna dirompente il tema delle chiusure domenicali. Nella giornata di ieri è andata in scena uno scontro a distanza fra il sindaco di Milano, Sala, e il ministro del lavoro, Luigi Di Maio, a cui ha partecipato anche il ministro dell’interno Matteo Salvini. Per farla breve, il primo cittadino meneghino non è affatto convinto che l’idea di chiudere i negozi la domenica sia cosa buona e giusta, a differenza invece del governo. Resta comunque il fatto che al momento non sembra essere ancora pronta la riforma delle chiusure commerciali per il settimo giorno della settimana. Negli scorsi mese, in particolare fra settembre e ottobre, sembrava quasi imminente, ma attualmente vi sono 6 proposte di legge depositate in parlamento, di cui una della Lega e una del M5s, ma è complicato che arrivi l’ok entro la fine dell’anno, come invece auspicato dall’esecutivo. Del resto il tema della chiusura domenicale è complesso, visto che da una parte si vuole tutelare quei lavoratori che non riescono mai a stare a casa con i propri cari, mentre dall’altra c’è la necessità di lavorare, e abbassare le serrande in un periodo di crisi non è proprio il massimo della scelta. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
INTERVIENE ANCHE SALVINI
Anche Matteo Salvini interviene sulla polemica tra Luigi Di Maio e Beppe Sala sulla chiusura domenicale dei negozi. Il primo cittadino di Milano aveva invitato il vicepremier ad attuare questo provvedimento ad Avellino, prendendosi in risposta dal capo politico M5s del “fighetto”. Il leader della Lega, nonostante la sua appartenenza a Milano, ha spalleggiato il collega di governo, come riporta Fanpage:”Da milanese porto più rispetto ad Avellino rispetto a questo radical chic da salotto buono milanese”. Salvini ha ricordato che “ci sono delle proposte di legge sul tema su cui stiamo discutendo” e durante la sua visita all’Eicma ha aggiunto: “Ieri ho incontrato i rappresentanti del commercio, dell’artigianato e della grande distribuzione, quindi bisogna equilibrare l’interesse dei consumatori e l’interesse dei lavoratori che non possono crepare 365 giorni all’anno in catena di montaggio. Da un sindaco della mia città e di una delle capitali del mondo mi aspetto più rispetto”. (agg. di Dario D’Angelo)
COBAS, “RISCHIO ENNESIMA PROMESSA MANCATA”
Anche i Cobas intervengono sulla polemica a distanza tra il sindaco di Milano, Beppe Sala, e il ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio, sulle chiusure domenicali. I Comitati di base, pur condannando le parole del primo cittadino meneghino, che ha ribadito la sua contrarierà alla chiusura dei negozi la domenica, hanno fatto notare come non ci sia traccia della legge che secondo il vicepremier M5s avrebbe dovuto essere approvata entro l’anno. Per il momento, come riporta Il Fatto Quotidiano, in materia sono state depositate 6 proposte di legge, tra cui una della Lega e una del M5s, ma il rischio denunciato dai Cobas è che dalla mediazione esca fuori una legge svuotata del suo significato originario. Francesco Iacovone, esponente del Cobas nazionale, ha dichiarato:”La notte di Ognissanti un lavoratore è morto nel centro commerciale Portello di Milano e nemmeno in quel caso si sono abbassate le serrande in segno di rispetto della giovane vita di un operaio 18enne. Questo settore ha bisogno di essere regolamentato oggi. I tempi che si prospettano e l’iter parlamentare incerto potrebbero palesarci l’ennesima promessa mancata”. (agg. di Dario D’Angelo)
BOTTA E RISPOSTA DI MAIO-SALA
La replica di Luigi Di Maio è arrivata subito: il vice premier ha risposto per tono al sindaco Beppe Sala, con il primo cittadino di Milano che lo aveva attaccato sul tema chiusure domenicali. Il capo politico del Movimento 5 Stelle ha risposto su Facebook: “Per il sindaco di Milano Sala i diritti delle persone sono una rottura di palle. Nessuno vuole chiudere nulla a Milano nè da nessun altra parte, ma chi lavora ha il diritto a non essere più sfruttato. Questo rompe le palle a un sindaco fighetto del Pd? E chi se ne frega!”. Un botta e risposta immediato, con l’esponente del Partito Democratico che ha ribattuto nuovamente sempre via social: “Quando il Ministro Di Maio avrà lavorato nella sua vita il 10% di quanto ho fatto io, sarà più titolato a definirmi “fighetto”. Non ho altro da aggiungere.”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
CAOS SULLE CHIUSURE DOMENICALI
Beppe Sala e chiusure domenicali non vanno molto d’accordo: il sindaco di Milano, esponente del Partito Democratico, ha attaccato duramente la proposta messa sul tavolo dal ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio. Intervenuto in un convegno della Bicocca, il primo cittadino meneghino ha affermato: “Negozi chiusi la domenica? Le facessero ad Avellino, qui a Milano non rompano le palle”. E ha aggiunto: “La trovo una follia e poi perché, chi gestisce negozi e ad esempio non i giornalisti? Qual è il senso? Se la vogliono fare in provincia di Avellino, la facciano, ma a Milano è contro il senso comune: pensassero alle grandi questioni politiche, non a rompere le palle a noi che abbiamo un modello che funziona e nove milioni di turisti”.
BEPPE SALA CONTRO LUIGI DI MAIO
Il primo cittadino dem di Milano ha messo nel mirino il vice premier in quota Movimento 5 Stelle, che lo scorso settembre aveva sottolineato: “Abbiamo tantissimi progetti allo studio, oltre al reddito di cittadinanza che resta il punto cardine e si deve fare, abbiamo misure per i commercianti per i piccoli imprenditori, per medi e per i grandi. In materia di commercio sicuramente entro l’anno approveremo la legge che impone lo stop nei fine settimana e nei festivi a centri commerciali, con delle turnazioni e l’orario che non sarà più liberalizzato, come fatto dal governo Monti. Quella liberalizzazione sta infatti distruggendo le famiglie italiane. Bisogna ricominciare a disciplinare orari di apertura e chiusura”. E ha inoltre aggiunto: “Ci sono genitori che non riescono a stare neanche più un giorno a casa con i figli perché dal lunedì alla domenica stanno nei negozi come tanti giovani che dal lunedì alla domenica stanno a lavorare nei centri commerciali. Bisogna ricominciare a disciplinare gli orari di apertura e chiusura”. Non sono dunque destinate a terminare le polemiche sulle chiusure domenicali.