I carabinieri ascolteranno di nuovo il figlio di Piero Dagrada, il 77enne gravemente malato ucciso proprio dal figlio Giovanni che da anni si era dedicato esclusivamente all’assistenza del padre, rinunciando a una vita propria. Questo lo avrebbe portato progressivamente ad un senso di alienazione che l’ha portato a soffocare il genitore, da anni non autosufficiente. Giovanni Dagrada, nonostante sia stato ritrovato al fianco del cadavere del padre, che avrebbe vegliato per giorni dopo l’omicidio, in stato confusionale, ha già fornito una prima versione spiegando come ha ucciso per soffocamento. Occorreranno però nuovi particolari per ricostruire la vicenda, e dunque ci sarà un nuovo interrogatorio per Giovanni Dagrada non appena sarà in grado di testimoniare ancora, anche se ormai sembra evidente come la storia abbia già preso sfumature assolutamente chiare agli occhi degli inquirenti. (agg. di Fabio Belli)



AVEVA RINUNCIATO A UNA VITA PROPRIA

Uccide il padre e lo veglia per giorni. Il mistero dell’anziano trovato morto a Pavia è stato risolto: il figlio di Piero Dagrada ha confessato l’omicidio. Ha ucciso il padre perché era stanco di accudirlo e di stargli vicino. Si è giustificato così nel primo interrogatorio: «Non ce la facevo più, la mia vita era diventata un inferno». Il 38enne, sottoposto a fermo di polizia giudiziaria con le accuse di omicidio e occultamento di cadavere, è stato portato in carcere. Come riportato da Il Giorno, avrebbe fornito indizi importanti ai carabinieri. Nelle prossime ore sarà ascoltato dal gip alla presenza del suo avvocato difensore d’ufficio, Federico Podda. Giovanni Dagrada assisteva da diversi anni il padre, che era gravemente malato. In una nota i carabinieri hanno scritto che «si era totalmente dedicato a tale necessità tanto da dovere rinunciare ad una vita propria e al lavoro». Ha ucciso il padre soffocandolo e poi lo ha vegliato per diversi giorni, secondo una prima ricostruzione. Poi la macabra scoperta del fratello maggiore. (agg. di Silvana Palazzo)



PAVIA, 77ENNE TROVATO MORTO IN CASA

Un anziano è stato trovato morto in casa, nella giornata di ieri, in provincia di Pavia. Secondo le prime ricostruzioni, ad uccidere il padre di 77 anni e poi nasconderne il corpo per giorni sarebbe stato uno dei suoi figli. Solo nella tarda serata di ieri è stato fermato Giovanni Dagrada, figlio 38enne della vittima, accusato dai carabinieri di Pavia di omicidio e occultamento di cadavere. Il ritrovamento del cadavere di Piero Dagrada, anziano di Vellezzo Bellini, è avvenuto ieri pomeriggio, quando un altro parente (probabilmente figlio della vittima) sarebbe andato a trovare l’uomo nell’abitazione che condivideva con il 38enne sottoposto a fermo. Il corpo della vittima, come riporta il quotidiano Il Giorno, si trovava già in avanzato stato di decomposizione e proprio questo non ha reso possibile, in una prima analisi, verificare eventuali segni di morte violenta. Per questo, dunque, sarà necessario affidarsi all’autopsia già disposta e che accerterà anche la data esatta della morte, quasi certamente avvenuta diversi giorni fa. L’analisi delle condizioni del luogo del ritrovamento contribuiranno a definire con maggiore esattezza le dinamiche del decesso.



IL CORPO NASCOSTO PER GIORNI

Il figlio 38enne di Piero Dagrada, ora sottoposto a fermo con le gravi accuse di omicidio e occultamento di cadavere dell’anziano padre, viveva nella medesima abitazione. Sia lui che il fratello 41enne (probabilmente colui che avrebbe fatto la macabra scoperta nel pomeriggio di domenica) sono già stati ascoltati dai carabinieri. Dai primissimi accertamenti, non è escluso che il figlio minore possa aver avuto un ruolo attivo nella morte dell’anziano. Solo dopo l’avvio delle indagini, l’interrogatorio e le lunghe ore di analisi della scena del ritrovamento – ancora in fase di accertamento – è scattato nei confronti del 38enne il provvedimento di fermo per indiziato di delitto. Secondo le primissime ipotesi, sarebbe stato proprio lui ad uccidere il padre ed a nasconderne il cadavere in casa per alcuni giorni, almeno cinque. Sarà l’esame medico legale a spazzare via ogni dubbio sulla delicata vicenda.