Il presidente della Liguria, Giovanni Toti, ha aggiornato la situazione del Ponte Morandi di Genova, intervenendo a margine del forum internazionale “Nuovo artico, vecchio mediterraneo”. Parlando dei tempi di costruzione del nuovo viadotto, il numero uno della regione ha ammesso: «Quel ponte deve essere finito nel 2020 o qualcuno dirà alla città di Genova per quale ragione non è pronto». Toti ha aggiunto, come riporta Primocanale.it: «Quando tutto è cominciato ho detto che il percorso che la Regione aveva intrapreso avrebbe consentito di avere un ponte al massimo in 15 mesi. Il governo ha scelto un altro percorso, la clessidra corre, c’è chi si assume la responsabilità delle proprie scelte ma noi siamo qui a collaborare in ogni modo possibile». Ieri aveva parlato il sindaco di Genova nonché commissario straordinario, Bucci, annunciando che il ponte verrà demolito fra un mese, il 15 dicembre, una notizia che secondo Toti è «buona, e mi auguro che tutto l’iter del decreto e le assegnazioni dei lavori vadano a buon fine». Il governatore ha concluso augurandosi che «tutto questo avvenga davvero perché la città ha bisogno di un segnale». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
PONTE MORANDI GENOVA, I PROGETTI CI SONO GIA’
Dopo aver annunciato che la demolizione del ponte Morandi comincerà il 15 dicembre, Marco Bucci ha aggiunto che i progetti ci sono già. «Le aziende hanno già presentato i progetti, ma non abbiamo ancora scelto chi se ne occuperà. Lo faremo appena il decreto sarà convertito in legge», ha dichiarato il sindaco di Genova e commissario per la ricostruzione. In base ad una norma dell’Unione europea, per decidere chi eseguirà i lavori bisognerà seguire la strada della “negoziazione diretta”, senza pubblicazione. Bucci ha aggiunto che per la demolizione e ricostruzione prevede un tempo di 12 mesi, al massimo 15 ma non di più. Questo porterebbe ad avere un nuovo viadotto sull’autostrada A10 «entro la prima metà del 2020» . Il sindaco di Genova si è detto convinto, tenendo conto dei progetti ricevuti, che almeno per la porzione ovest del viadotto ancora in piedi si possa evitare l’uso di esplosivo. (agg. di Silvana Palazzo)
GENOVA, DEMOLIZIONE PONTE MORANDI DAL 15 DICEMBRE
Comincerà il 15 dicembre la demolizione del ponte Morandi. Lo ha annunciato il sindaco di Genova, e commissario della ricostruzione, Marco Bucci ai microfoni di Sky Tg24. Nell’intervista ha spiegato che entro fine novembre verrà presentato un progetto e che i lavori cominceranno dal lato ovest. Il sindaco-commissario aveva fissato sempre dicembre come data di partenza per la ricostruzione, ma bisogna fare ancora i conti con il dissequestro delle aree da parte dell’autorità giudiziaria. «Il mio piano prevede che dal 15 dicembre potranno partire i lavori di demolizione», ha dichiarato Bucci. Si comincerà con l’invio delle lettere d’invito, l’elaborazione dei dati e la scelta del progetto entro la fine di novembre: questa la “scaletta”. I lavori partiranno quindi non appena il ponte di Genova verrà dissequestrato. «Appena avremo scelto il progetto lo manderemo immediatamente al procuratore e al gip per includere le loro osservazioni nel progetto e partire. Lavoreremo in questo modo», ha aggiunto Bucci.
MA IL PROCURATORE FRENA…
Il sindaco di Genova Marco Bucci ha spiegato che con questo piano di lavoro per il crollo del ponte Morandi concorda anche il procuratore. Quest’ultimo ha commentato spiegando che non spetta a lui dire quando comincerà la demolizione dei monconi del ponte Morandi. «Appena ci sarà il piano per la demolizione, verrà fatto esaminare ai consulenti tecnici del pubblico ministero e ai periti», ha dichiarato il procuratore Francesco Cozzi, come riportato da Repubblica. Sulla base dell’esame sarà poi coordinato l’intervento, senza apporre alcun ritardo alla demolizione. «La cosa deve avvenire in modo contestuale, quindi verrà eseguita nei tempi più rapidi possibili e nel modo migliore possibile». Cozzi ai cronisti ha ribadito che è «in corso un’attività nel rispetto delle attribuzioni, un lavoro in sinergia per arrivare in tempi rapidi, ma anche con un lavoro completo, a tutto quello che c’è da fare». Ma non sono noti i «tempi definitivi di consegna della relazione peritale perché può darsi che a causa del numero di reperti, superiore a quello originariamente previsto slitti, ma non di molto, l’esame e quindi conseguentemente anche la relazione dei periti che il Gip ha nominato».