C’è stata la testimonianza da parte di un proprietario di un bar a Borgo Pio, il quartiere di Roma dove è avvenuta la contestazione della signora Eleonora, portata in commissariato dopo aver apostrofato verbalmente il Ministro dell’Interno, Matteo Salvini. E Romano Ancona, proprietario del bar in via di Porta Castello di fronte al quale è avvenuto il tutto, parla esplicitamente di “Brutto clima nel paese”: “È un fatto grave, che testimonia il brutto clima che si respira nel Paese. E’ nelle cose che un politico possa essere applaudito o fischiato a seconda del gradimento dei cittadini, ma se ciò viene impedito come è accaduto venerdì allora è in pericolo la nostra democrazia. Quando gli agenti hanno fatto cadere a terra la signora Eleonora sono intervenuto e ho detto agli agenti di lasciarla, non c’era motivo di fare così.” (agg. di Fabio Belli)
“LA DONNA VOLEVA CONTRODENUNCIARE IL POLIZIOTTO”
Una donna è stata denunciata per aver dato del “buffone” a Matteo Salvini. La contestazione al ministro dell’Interno le è costata anche un’informativa inviata dalla polizia in procura in cui si ipotizza il reato di resistenza a pubblico ufficiale. Portata in commissariato, dove è rimasta un paio d’ore, la signora Eleonora è stata lasciata andare dopo la denuncia per l’articolo 651, rifiuto di fornire le proprie generalità. La donna voleva controdenunciare il poliziotto che le aveva impedito di fischiare Salvini, ma alla fine ha deciso di lasciar perdere. «Ma chi me lo fa fare? E poi lui stesso mi ha detto che avrei rischiato un’altra denuncia per calunnia perché secondo lui avrei cercato di prenderlo a calci», ha dichiarato al Corriere della Sera la donna residente da vent’anni nel rione Borgo a Roma. In questa storia per lei c’è una morale: «In tre-quattro mesi l’aria in Italia è cambiata fino a questo punto, che c’è un accanimento contro le persone che esprimono dissenso e contro chi è di colore». (agg. di Silvana Palazzo)
GRIDA “BUFFONE” A SALVINI: TRASPORTATA IN COMMISSARIATO
Eleonora, casalinga di 59 anni, ha avuto l’ardire di gridare “buffone” a Matteo Salvini: non l’avesse mai fatto. Questo suo gesto, accompagnato da fischi alla maniera dei pastori con tanto di dita in bocca, le è costato il trasporto su di una volante della polizia in commissariato. A riportare quanto accaduto a Roma ad una residente di Borgo Pio è stata La Repubblica, sottolineando come la donna abbia iniziato ad apostrofare Salvini con l’epiteto di “buffone” mentre si accingeva a fare il suo ingresso nell’aula congressi della Lumsa, in via di Porta Castello, per partecipare al convegno “La trappola delle sette” (“magico esoteriche , pseudo- religiose“). Questa sua espressione di dissenso, però, non è andata giù ad un gruppetto di agenti in borghese, che ha deciso di intervenire, come ha raccontato la stessa Eleonora:”I miei fischi hanno subito attirato l’attenzione di un gruppetto di circa quattro poliziotti in borghese si sono precipitati dall’altro lato della strada, mi hanno ordinato di smettere di fischiare. Uno di loro mi ha afferrato le braccia per impedirmi di portare le dita alla bocca e fischiare ancora“. Era solo il preludio al trasporto in commissariato.
DONNA RIFIUTA IDENTIFICAZIONE
Strattonata dagli agenti in borghese, Eleonora ha tentato di divincolarsi e di sottrarsi alla loro morsa finendo per cadere a terra. Attimi di tensione generati dall’aver apostrofato il ministro Salvini dandogli del “buffone“. A quel punto, spiega Eleonora, “il dirigente mi ha chiesto il documento, gli ho detto che non l’avevo. L’ho esibito ai suoi colleghi quando mi hanno caricata sulla volante per portarmi al commissariato di zona“. Lì è rimasta per un’ora Eleonora e ne è uscita con una denuncia per non aver esibito il suo documento:”Tutto questo solo per essermi azzardata a contestare Salvini. Vi rendete conto?“. Ma in questo episodio che ruolo ha avuto Salvini? Secondo La Repubblica, il leader della Lega potrebbe addirittura non essersi reso conto di quanto stava avvenendo intorno a lui, dal momento che ha dovuto percorrere soltanto pochi passi per fare il suo ingresso nell’aula congressi della Lumsa.