24 arresti in Calabria, duro colpo alla ‘ndrangheta: il blitz delle forze dell’ordine nell’operazione Quinta Borgia ha portato al sequestro di beni per dieci milioni di euro. Tra le persone indagate, come vi abbiamo raccontato, c’è l’ex sottosegretario di Forza Italia Giuseppe Galati e il suo coinvolgimento non è passato inosservato al Movimento 5 Stelle: “L’ex sottosegretario all’Istruzione nell’ultimo governo di Silvio Berlusconi, Giuseppe #Galati, è stato arrestato e posto ai domiciliari nell’ambito di un’operazione contro la ‘ndrangheta condotta dalla Guardia di finanza. Va fatta pulizia, avanti!”, queste le parole del Sottosegretario di Stato alle Infrastrutture e trasporti Michele Dell’Orco. Questo, invece, il commento di Carlo Sibilia: “Era il candidato di #ForzaItalia alle scorse politiche nel collegio 3 di Avellino, in #Campania. E’ stato arrestato nell’ambito di un’operazione contro la ‘#ndrangheta, insieme ad altre 23 persone”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



I GUAI CON LA GIUSTIZIA DI GALATI

Spicca il nome di Pino Galati tra le 24 persone sottoposte ad ordinanza cautelare dalla Guardia di Finanza di Catanzaro nell’ambito della maxi operazione contro la ‘ndrangheta calabrese denominata “Quinta bolgia”. L’ex deputato, candidatosi con “Noi con l’Italia” alle ultime elezioni politiche del 4 marzo senza risultare eletto non è nuovo alle cronache giudiziarie. Come ricostruisce il portale Iacchitè, il suo nome fu implicato già nel 2006 nelle inchieste “Poseidone” e “Why Not” condotte da Luigi De Magistris. All’epoca Galati era sottosegretario per le Attività Economiche e Produttive. Nell’estate del 2016, invece, per Galati era stato chiesto l’arresto nell’ambito dell’ indagine “Alchemia”: in quell’occasione alcuni boss volevano costruire a Roma tre villette a schiera in una zona con vincolo ambientale e per questo motivo si erano rivolti a Galati: dalle indagini sarebbe emerso che l’ex deputato si sarebbe per due volte incontrato con gli emissari della cosca. Lo scorso marzo, scrive ancora Iacchitè, “Galati aveva subito un sequestro di beni per oltre 200 mila euro da parte del gip del Tribunale di Catanzaro nella sua qualità di presidente della fondazione Calabresi nel mondo, ente in house della Regione Calabria attualmente sottoposta a procedura di liquidazione. Galati era indagato, a vario titolo, per abuso d’ufficio, falsità ideologica e peculato. Dalle indagini era emerso che Galati aveva distratto fondi comunitari Por destinati alla fondazione“. (agg. di Dario D’Angelo)



COLPO ALLE COSCHE

L’attività indagata nell’operazione della GdF “Quinta Bolgia“ riflette gli interessi della ‘ndrangheta negli ambiti della pubblica amministrazione: secondo quanto spiegato dalla Procura di Lamezia Terme e Catanzaro, gli arresti arrivano al culmine di due diversi indagini strettamente collegate tra esse. Il primo riguarda l’individuazione di due clan di ‘ndrangheta «operanti nel territorio di Lamezia Terme e riconducibili alla cosca confederata degli “Iannazzo-Cannizzaro-Daponte». Ma l’aggravante di “finalità mafiosa” viene anche contestate a due esponenti storici della politica di Lamezia Terme: per l’appunto Giuseppe “Pino” Galati, più volte parlamentare e consigliere regionale nel Centrodestra, e Luigi Muraca ex consigliere del Comune lametino sciolto nel 2017 per infiltrazioni mafiose. I dati raccolti dalla Dia e dalle Procure operanti e coordinate da Nicola Gratteri verranno esposte in una imminente conferenza stampa dove verranno esposti i dettagli dell’operazione e della duplice inchiesta confluita nei 24 arresti di questa mattina, in attesa ovviamente del diritto di replica degli accusati fermati. (agg. di Niccolò Magnani)



BLITZ IN CALABRIA: 24 ARRESTI

Un maxi blitz anti ‘ndrangheta è stato eseguito oggi dagli uomini della Gdf e dello Scico in Calabria, portando all’arresto di 24 persone su ordine della procura antimafia di Catanzaro. Tra i nomi di coloro che sono finiti in manette ci sarebbe anche Pino Galati, ex deputato di centrodestra finito ai domiciliari. Oltre a lui anche un ex consigliere comunale di Lamezia Terme e tre dirigenti Asp. Ennesimo colpo a clan della ‘ndrangheta, quello messo a punto nella giornata di oggi e che ha portato a 12 ordinanze di custodia cautelare in carcere e finanza12 agli arresti domiciliari, eseguite tra Catanzaro e Lamezia Terme. Gli arrestati, come spiega AffariItaliani.it, sarebbero appartenenti a una cosca di ‘ndrangheta e di pubblici amministratori. Oltre alle ordinanze di custodia, sono stati anche eseguiti sequestri di beni per un valore complessivo di dieci milioni di euro nell’ambito dell’inchiesta denominata “Quinta bolgia”.

‘NDRANGHETA, ARRESTATO ANCHE EX DEPUTATO GALATI

La maxi inchiesta scaturita oggi nel blitz della Gdf che ha portato a 24 arresti tra cui anche l’ex deputato Galati, come spiega Repubblica.it era partita da approfondimenti su ramificazioni e presunti affari del clan della ‘ndrangheta Iannazzo-Daponte-Cannizzaro per poi espandersi anche ai settori della sanità e della pubblica amministrazione. Pino Galati, anche lui coinvolto nell’inchiesta e finito ai domiciliari, era in Parlamento dal 2006. Dopo aver preso parte a varie formazioni di centrodestra, il 4 marzo scorso si era candidato con “Noi con l’Italia”, mancando di poco il seggio. Il suo nome, tuttavia, non è del tutto nuovo alle cronache giudiziarie. Oltre all’inchiesta attuale, Galati è attualmente indagato anche per aver assunto numerosi collaboratori nel ruolo di ex presidente di “Calabresi nel mondo”, a soli “fini clientelari per mantenere e incrementare il proprio bacino elettorale”. L’ex deputato secondo le accuse avrebbe simulato il loro impiego nella struttura ma in realtà li avrebbe impiegati in progetti finanziati con fondi comunitari. Ma il suo nome era emerso anche in un’altra inchiesta antimafia, dalla quale però ne uscì prosciolto.