In Italia esiste un mondo spesso invisibile rappresentato da riti segreti, nuovi culti, situazioni al limite dai quali in tanti, uomini e donne, hanno provato ad uscirne, con non poche difficoltà. Ad oggi sono oltre 500 le sette e 4 milioni gli italiani coinvolti. Questo ha portato ad ampliare il lavoro della squadra anti-sette della polizia (Sas) che insieme ad avvocati, giudici e volontari di numerose associazioni hanno contribuito a dare una mano importante agli ex adepti ed alle loro famiglie. Perchè se è vero che ci entra in determinate sette poi rischia di rovinare anche chi sta intorno, il peggio talvolta può arrivare anche dopo aver deciso di uscirne, quando le conseguenze di quegli abusi verbali e psicologici vengono a galla in tutta la loro violenza. Il Fatto Quotidiano ha raccolto alcune testimonianze choc di chi è riuscito ad uscire dalla setta e, nella maggior parte dei casi, la frase maggiormente pronunciata è sempre stata: “Ho perso tutto”. C’è chi ha perso del denaro, chi l’affetto delle persone amiche e chi persino la propria famiglia, come nel caso di Grazia, testimone di Geova, ripudiata dalle figlie solo dopo una trasfusione di sangue che le ha però salvato la vita. In molti casi è l’isolamento lo strumento usato da chi è a capo di queste pseudo sette, al fine di tenere il controllo dei loro adepti. Molte volte lo ha raccontato anche Michelle Hunziker nelle varie interviste in cui parlava della sua personale esperienza in una setta, prima di riuscire a venirne fuori. Sono in tanti però gli ex adepti delle sette che continuano ad avere paura anche dopo esserne usciti, come A. al quale per tre volte gli sono stati tagliati i freni dell’auto.
EX ADEPTI: LA STORIA DI VALENTINA
Tra le vittime di vere e proprie sette c’è anche Valentina, per 13 anni finita letteralmente intrappolata in “Un Punto Macrobiotico”, organizzazione fondata da Mario Pianesi ed al centro di una inchiesta choc. Al Fatto Quotidiano, la donna ha raccontato di aver seguito per anni una dieta ideata dal guru e basata su pochi ma selezionati elementi: riso, lenticchie, carole e cavolo. Al posto dell’acqua l’energizzante tè bancha. Pesce e carne erano banditi, così come olio e sale. “Per sette anni non ho usato il dentifricio perché i denti li dovevi pulire con il tè. Stesso trattamento per i capelli: l’indicazione era lavarli una volta al mese. Non si potevano utilizzare detersivi, o apparecchi elettromagnetici come televisori e frigoriferi”, ha rivelato Valentina. Per anni ha lavorato nei centri macrobiotici guadagnando 500 euro al mese. Un giorno le dissero che avrebbe dovuto aiutare un affiliato “nell’espellere sale” e l’unico modo era quello di fare sesso con lei. A causa delle gravi pressioni alla fine accettò: “Fu orribile. Mi sentii una cavia. Per reazione cercai di avere con lui una relazione amicale, ma non era previsto”. Per questo fu addirittura allontanata e spedita in un’altra Regione dove avrebbe fatto la governante-tata e subito altre violenze. A causa di quella dieta e degli abusi oggi Valentina pesa appena 47 chili ed è seguita da una psicologa. Ma lei fu solo una delle tante vittime di Pianesi, il guru che riuscì addirittura a crearsi una rete di amicizie eccellenti passando per il “messia della buona alimentazione” che gli fece guadagnare il titolo di cavaliere dal presidente della Repubblica.
SETTE, ECCO COME USCIRNE
Luigi Corvaglia, psicoterapeuta, è un esperto di sette ed ancor di più delle vittime che hanno deciso di uscirne. Parlando delle caratteristiche di questi gruppi, al Fatto Quotidiano ha spiegato: “Agiscono con una forma di persuasione indebita, perché finalizzata all’abuso”. La loro arma è l’isolamento e riescono a fare in modo di tagliare ogni forma di comunicazione tra l’adepto e il mondo esterno. Quasi sempre, spiega, chi entra nella setta è chiamato a pagare una somma di denaro, inizialmente piccole cifre, per poi riuscire a monopolizzare anche questo aspetto della vita degli adepti. Una setta, come spiega, può addirittura attarre a sé intere famiglie. Ma è possibile uscirne? “Sì, è possibile anche se è molto difficile. Chi vuole uscire deve prima riconoscere di aver sbagliato e rimettere in discussione tutta la propria vita, e poi c’è la paura del mondo reale, che ormai si teme”, aggiunge l’esperto. C’è però un episodio che porta ad uscire dalla setta: “Si va via in seguito a un evento che modifica la visuale, ad esempio un trauma (come quello di una madre cui viene tolto il figlio) oppure, ma è molto più difficile, grazie a un intervento esterno”.