E’ giunta oggi la condanna in secondo grado a carico di Roberto Russo, 51enne che uccise la figlia 12enne mentre dormiva ferendo gravemente anche la sorella di 14 anni per “punire” la moglie, rea di averlo lasciato. A darne notizia è MeridioNews che ripercorre le tappe di questa giornata vissuta in aula, quando è giunto il verdetto della Corte d’Assise d’Appello di Catania che ha confermato l’ergastolo all’uomo, già inflitto in primo grado il 30 settembre 2017. Per l’accusa, la decisione di uccidere la figlioletta nel sonno sarebbe stata maturata per via della scelta della moglie di separarsi. Nonostante la richiesta del suo difensore, l’avvocato Mario Brancato, il quale aveva chiesto una nuova perizia psichiatrica sollevando l’ipotesi dell’infermità mentale del suo assistito, alla fine la sentenza ha confermato quanto già scritto dai giudici di primo grado, compresa la provvisionale di 410 mila euro per la moglie e i due figli, all’epoca dei fatti minorenni e di 80mila euro per il quarto figlio maggiorenne. L’omicidio della bambina avvenne a San Giovanni La Punta, il 21 agosto 2014. A distanza di poco più di quattro anni è giunto il secondo importante capitolo giudiziario a carico dell’uomo, definito per la seconda volta l’assassino della figlia 12enne.

UCCISE LA FIGLIA 12ENNE E TENTÒ SUICIDIO: ERGASTOLO

Era una giornata di piena estate quando l’uomo, Roberto Russo, uccise la figlia di 12 anni accanendosi mentre dormiva nel suo letto. Il padre coltribunalepì sia lei che la sorella maggiore di 14 anni con un coltello e poi tentò il suicidio conficcandosi la lama nel petto. La piccola non riuscì a sopravvivere mentre il suo assassino se la cavò con una grave ferita. Gli altri due figli dell’aggressore tentarono in tutti i modi di fermarlo dalla strage ma senza riuscirci. Russo era divenuto da poco tempo venditore ambulante di frutta e si era allontanato dalla moglie, intenzionata a separarsi da lui e tornata a vivere dai genitori. Nell’aprile del 2016, durante il processo di primo grado, il figlio Andrea aveva raccontato: “Voleva uccidere, ha organizzato un’ultima cena”. Pochi giorni dopo l’omicidio, sentito in ospedale dalla procuratrice per l’udienza preliminare era scoppiato in lacrime affranto per non essere riuscito a portare a termine il suo piano suicida.