Il giornalista di Report Federico Ruffo oggi è stato ospite a Storie Italiane, nel salotto di Eleonora Daniele, per parlare di quello che gli è successo per via della sua inchiesta sui legami tra la Juventus, i suoi tifosi e la mafia. Secondo il giornalista ogni gruppo di tufosi è “capitanato” da un esponente mafioso e proprio questo gli è costata quasi la vita. La Daniele lo accoglie tra gli applausi e poi si ferma ad ascoltare il suo racconto: “E anche un po’ complicato raccontarlo, è successo tutto velocemente, sono tornato da una trasferta e mi sono addormentato sul divano. Mi sono svegliato perché ho sentito il rumore della ciotola del cane che si è rovesciata. Pensavo fosse lui ma era lì sul divano con me, lui ha iniziato ad abbaiare“. A quel punto è uscito, è scivolato perché a terra era pieno di benzina e ha capito che cosa stava succedendo e a quel punto il suo primo pensiero è stato quello per i suoi genitori. Quando si è assicurato che loro stavano bene è sceso in giardino e si è accorto che anche il cancello era stato aperto e quando è risalito ha trovato una croce rossa sul muro. I Carabinieri sono arrivate subito e lui ha pensato subito all’inchiesta sul calcio perché arriva dopo una campagna d’odio che è iniziata prima della messa in onda. Ha ricevuto tanti insulti sui social e poi le minacce. Il racconto di Federico Ruffo continua a ribadire che tutto è iniziato prima della messa in onda e non voleva far passare l’idea che queste persone potessero averla vinta ed è per questo che non avrebbero voluto parlarne. “A questa gente interessa solo che una notizia incontri il loro gusto, da tanto tempo ormai non interessa a nessuno se la notizia è vera oppure no, lo vedi sui social, dal tipo di notizie che si condividono, non hanno rispetto di questo lavoro. Abbiamo fatto in modo che la gente si disinnamorasse della verità”. (Hedda Hopper)



IN ITALIA IL CALCIO NON SI TOCCA

Parla a Il Fatto Quotidiano, Federico Ruffo, il giornalista di Report minacciato negli scorsi giorni dopo un servizio sui presunti rapporti fra la dirigenza della Juventus e alcuni esponenti della ‘ndrangheta. Ruffo si dice profondamente amareggiato: «In Italia si può toccare tutto tranne il tifo? E’ il pensiero che ho avuto subito – le parole rilasciate questa mattina – In tanti anni mi sono occupato di moltissimo argomenti, ma una roba del genere non mi era mai successa. Il problema è l’odio che sprigiona la gente quando si parla di calcio». Ruffo ha potuto tastare con mano l’umore della gente sui social, e nonostante le istituzioni abbiano condannato all’unanimità il gesto, parte della gente comune sembrerebbe pensarla diversamente: «Il tifo rende legittima ogni cosa. Sui social mi scrivono persone che si augurano che la ‘ndrangheta completi il lavoro – prosegue Ruffo – gente dispiaciuta perché mi sono salvato, altri che mi dicono di non speculare sul tentato incendio perché la mafia non si scomoda certo “per una m***a” come me». Ma secondo il giornalista di Report, a portare a termine l’avvertimento potrebbe essere stato qualche cane sciolto e non la mafia: «Mi viene da pensare che possa essere stato qualche fanatico e non una banda organizzata». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



BIASIN “IL TIFO NON C’ENTRA”

Continua a tenere banco il caso di Federico Ruffo, il giornalista della trasmissione tv di Rai Tre, Report, minacciato in maniera gravissima, gettando della benzina davanti alla sua abitazione e disegnando una croce rossa sul muro di casa. Sulla vicenda ha detto la sua anche il noto giornalista di Libero e grande tifoso dell’Inter, Fabrizio Biasin, che ha voluto escludere totalmente il calcio da questa bruttissima pagina di cronaca: «Guai a ridurre questa storia a una questione del genere “tu tifi questo, io tifo quello”. Qui il calcio non c’entra nulla (riferendosi al reportage di Ruffo “contro” la Juventus ndr) qui si parla di criminali, qui si sta tutti dalla stessa parte». Molti i commenti di solidarietà nei confronti del cronista della tv pubblica, a cominciare dalla stessa Rai, passando per il sindaco di Roma, Virginia Raggi (l’episodio si è verificato presso l’abitazione di Ostia di Ruffo), nonché per il ministro del lavoro e dello sviluppo economico, Luigi Di Maio, e arrivando fino al governatore della regione Lazio, Nicola Zingaretti, tutti pareri che potete trovare qui sotto. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



SOLIDARIETA’ DELLA STAMPA

E’ arrivata anche la nota di solidarietà da parte di Usigrai e Federazione Nazionale della Stampa in merito al gravissimo atto intimidatorio subito dal giornalista di Report, Federico Ruffo, con la sua abitazione cosparsa di benzina dopo il servizio realizzato sulle connessioni tra tifo juventino e ‘ndrangheta. Si legge nella nota congiunta di Usigrai e FNSI: “La Federazione nazionale della Stampa Italiana (Fnsi) e il sindacato dei giornalisti Rai (Usigrai) denunciano il gravissimo ed inaccettabile episodio che ha visto vittima il collega di report Federico Ruffo, protagonista di un’inchiesta sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta nelle curve della Juventus. Ieri ignoti hanno tentato di incendiare la casa di Ostia dove il giornalista vive insieme alla famiglia. Disturbati dai cani, prima di scappare dallo stabile hanno disegnato una croce rossa sul muro accanto alla porta. Già prima della messa in onda del servizio, la Fnsi aveva sottolineato che l’inchiesta di Report condotta da Ruffo stava scatenando le reazioni tipiche di quando si toccano affari sporchi. Fnsi e Usigrai si schierano al fianco di Federico Ruffo, autore dell’inchiesta, del curatore Sigfrido Ranucci, e di tutta la redazione di Report e mettono a disposizione tutti i propri strumenti legali a loro tutela.” (agg. di Fabio Belli)

“SONO JUVENTINO DA SEMPRE”

Torna allo scoperto il giornalista di Report, Federico Ruffo, che due notti fa è stato vittima di un gravissimo atto intimidatorio, con della benzina cosparsa davanti all’abitazione, e una croce rossa segnata sul suo muro di casa. Oggi la redazione di Radio Kiss Kiss ha interpellato il collega di Rai Tre, che ha rispiegato come sono andati i fatti: «Verso le 4 ho sentito un rumore fuori la porta. Apro gli occhi e il mio cane inizia ad abbaiare. Sono scivolato perché a terra c’era benzina. La mia prima preoccupazione era avvisare i miei che abitano al piano di giù. Ho trovato altra benzina sul cancello, con la luce accesa ho visto che mi avevano imbrattato il muro con una croce». Ruffo spiega che avrebbe voluto tenere nascosta la cosa: «Noi avevamo deciso di tenere la cosa per noi ma ieri sera la denuncia è iniziata a circolare – precisa – non vi nascondo qualche perplessità, al di là del brutto episodio escludo un atto intimidatorio. Quella inchiesta sugli ultras aveva livelli criminali, queste persone potrebbero aver avuto motivi per cercare di mandare un messaggio. Di certo chi ha fatto questa cosa non era così esperto. Non hanno saputo muoversi». Il giornalista denuncia un odio nei suoi confronti iniziato due settimane prima che il servizio andasse in onda: «Io sono juventino, da sempre. Il calcio è solo un pretesto». Amarezza di Ruffo per la reazione della stampa: «La cosa che mi lascia più amareggiato è l’atteggiamento che ci è stato da parte della stampa sportiva, perchè lì ci siamo sentiti soli». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

L’INTERVENTO DI DI MAIO

Ha già fatto discutere il suo intervento, ma il Vicepremier Luigi Di Maio ha voluto dare il suo messaggio di solidarietà lo stesso al giornalista di Report, dopo aver rischiato grosso due notti fa nella sua abitazione di Ostia: «il video postato da Federico Ruffo mette i brividi e allo stesso tempo fa arrabbiare», scrive su Facebook il Ministro del Lavoro coinvolto negli scorsi giorni da una bufera notevole per diversi attacchi proprio contro alcuni giornalisti rei di “infangare” il Movimento 5 Stelle. «È Inaccettabile che nel 2018 ci siano ancora degli infami che tentano di tappare la bocca a qualcuno con questo genere di minacce. ‘Report’ negli anni ha portato avanti inchieste scomode, senza guardare in faccia a nessuno e noi tuteleremo sempre chi fa questo tipo di lavoro, talvolta rischiando anche la pelle. Tutta la mia solidarietà a Federico Ruffo, lo Stato è con te», scrive ancora il vicepremier che definisce “vigliacchi” coloro che hanno tentato di mettere pressione e minacciare il giornalista con Ranucci implicato nell’inchiesta sulla Juventus. «Hanno violato casa sua e della sua famiglia. Condivido questo video e vi chiedo di condividerlo il più possibile perchè quella gente deve sapere molto bene che Federico non è solo», conclude Luigi Di Maio.

SINDACO RAGGI: “NON ABBASSIAMO LO SGUARDO”

Proseguono le reazioni in merito all’avvertimento nei confronti di Federico Ruffo, giornalista di Report che sta indagando sui rapporti fra la Juventus e alcuni esponenti della ‘ndrangheta. Dopo il comunicato Rai e il parere del presidente della regione Lazio, Zingaretti (reazioni che potete trovare qui sotto), è intervenuta anche la sindaca di Roma, Virginia Raggi, che attraverso Twitter ha spiegato: «Ciò che è successo ad Ostia al giornalista Rai3 Federico Ruffo è gravissimo. Solidarietà a lui e la sua famiglia. Grazie a chi racconta la verità con coraggio. Non abbassiamo lo sguardo». Ricordiamo che davanti all’abitazione di Ruffo è stata cosparsa della benzina, ed inoltre sul muro è stata apposta una croce di colore rosso, chiari indizi in merito al fatto che si trattasse di un avvertimento di stampo mafioso. L’abitazione del giornalista si trova in quel di Ostia, che si conferma essere una delle zone a più alto rischio non soltanto della regione, ma dell’intero Lazio. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

IL COMUNICATO RAI

Sull’atto intimidatorio ai danni di Federico Ruffo, giornalista della trasmissione di Rai Tre, Report, è intervenuta anche la stessa televisione pubblica, che ha diramato un comunicato per condannare quanto accaduto, esternando altresì la propria vicinanza al collega giornalista preso di mira: «Il Presidente Marcello Foa – si legge sulla nota della televisione di stato – l’Amministratore delegato Fabrizio Salini, il CDA e la Rai tutta esprimono massima solidarietà al giornalista Federico Ruffo, a Sigfrido Ranucci e a tutta la redazione di Report, condannando l’inaccettabile tentativo di intimidazione subito poche ore fa. Un episodio ancora più grave, intollerabile ed inquietante, perché avvenuto nell’abitazione di Ruffo, e del quale ci si augura si possa al più presto risalire agli autori. Il Servizio Pubblico – conclude e prosegue la nota – si schiererà sempre in difesa e a tutela di un giornalismo libero, plurale ed imparziale, elemento fondamentale di ogni maturo sistema democratico». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

L’AVVERTIMENTO A FEDERICO RUFFO

Un avvertimento intimidatorio nei confronti del giornalista di Report, Federico Ruffo, che stava indagando sui rapporti fra la dirigenza della Juventus e alcuni esponenti della ‘ndrangheta. «Stavo dormendo – scrive su Facebook lo stesso Ruffo – e ho sentito un rumore da fuori, la ciotola del mio cane, ho pensato che fosse il cane invece mi sono accorto che era con me e ha iniziato ad abbaiare. Sono uscito a piedi nudi e, tempo che ho imboccato le scale per capire se ci fosse qualcuno, sono scivolato perché c’era un lago di benzina». Davanti alla casa del collega del programma di Rai Tre hanno cosparso della benzina, come per dire “Fermati o la prossima volta ti diamo fuoco”. Sulla vicenda è intervenuto poco fa il presidente della regione Lazio, Nicola Zingaretti, che attraverso Twitter ha scritto: «Solidarietà a Federico Ruffo e a tutti i giornalisti. La libertà di stampa é un valore della nostra democrazia. Va sempre difesa, e mai messa in discussione. Ricordiamocelo sempre. Perché le parole sono pietre». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

BENZINA DAVANTI ALLA CASA DI FEDERICO RUFFO

Salvato dal cane altrimenti la sua casa sarebbe andata a fuoco, con lui dentro: attentato sventato all’inviato di Report, Federico Ruffo, che ha indagato di recente sui rapporti tra la dirigenza e la tifoseria della Juventus con alcuni gruppi organizzati della ‘ndrangheta. Lunedì notte il tentato attentato incendiario all’abitazione a Ostia del giornalista Rai ha spaventato Ruffo che ieri ha denunciato il tutto, per ora contro ignoti ma si attendono le prime analisi delle telecamere di videosorveglianza per scoprirne di più. Verso le 4 del mattino alcuni criminali hanno cosparso di benzina l’ingresso dello stabile in cui vive assieme alla famiglia, poi anche il pianerottolo e la porta d’ingresso del suo appartamento con l’intento evidente di dare tutto a fuoco. Poi però il cane di Ruffo ha iniziato ad abbaiare fortissimo e gli attentatori sarebbero così scappati, non prima di disegnare una croce con spray rossa sul muro antistante al pianerottolo: «Se non ci fosse stato il cane m’avrebbero dato fuoco a casa».

LE INCHIESTE E LE MINACCE

La minaccia di incendiargli casa è solo l’ultima di una lunga serie, per ora assai di minore impatto, che viene recapitata a Ruffo e al conduttore di Report Sigfrido Ranucci dopo l’inchiesta “Una signora alleanza” che prova a metter luce (non senza diversi punti oscuri anche nella stessa indagine giornalistica, ndr) sui rapporti tra il bagarinaggio dello Juventus Allianz Stadium, i rapporti con le mafie di alcuni ultras bianconeri finanche al presunto coinvolgimento, per ora minimamente sfociato in un’inchiesta penale, con alcuni dirigenti della società, Marotta (poi non rinnovato) e Agnelli in primis. «Nel ribadire la nostra vicinanza a Federico e alla sua famiglia – scrive la redazione di Report in una nota dopo l’attentato sventato – riteniamo indispensabile mantenere alta l’attenzione attorno al problema della sicurezza di giornalisti e giornaliste che, lottando in prima linea per l’informazione, sono vittime di un clima di crescente violenza e insofferenza. Attorno a questi colleghi e a eventi così gravi è indispensabile che la categoria intera faccia quadrato».

QUI IL VIDEO DI REPORT DOPO L’ATTENTATO A RUFFO