Ha prima picchiato e poi strangolato la moglie incinta al quinto mese, per questo un 30enne è stato arrestato per tentato omicidio. L’ennesimo episodio di violenza a scapito di una donna, si è consumato questa volta a Sesto Fiorentino, provincia di Firenze, dove un uomo di origine marocchina ma regolare in Italia, dopo essere tornato a casa ubriaco si è scagliato senza motivo contro la consorte, sua connazionale, aggredendola pesantemente, riempiendola di minacce ed insulti e infine tentando di ucciderla. Non era la prima volta che ciò accadeva, ma l’ennesima lite ha rischiato davvero di trasformarsi in omicidio. Al culmine della discussione per futili motivi, come racconta Repubblica.it nell’edizione locale, l’uomo le ha messo le mani al collo strozzandola ma non sarebbe riuscito a raggiungere il suo scopo finale solo grazie alla prontezza della donna, che spinta dalla disperata reazione di salvare se stessa ed il bambino che portava in grembo, gli ha morso la mano, riuscendo così a raggiungere il balcone ed a chiedere aiuto, fino all’arrivo della polizia che ha provveduto ad arrestare il marito violento.



TENTATO OMICIDIO, ARRESTATO MARITO VIOLENTO

L’ennesimo episodio di maltrattamenti a scapito di una donna incinta, si è consumato nella notte tra lunedì e martedì, in un appartamento in pieno centro a Sesto Fiorentino. Il 30enne ha tentato di uccidere la moglie incinta ma grazie alla reazione d’istinto di quest’ultima è stato raggiunto poco dopo da una volante della Polizia intervenuta dopo la segnalazione di alcuni vicini di casa richiamati proprio dalle grida di aiuto della vittima. Per l’uomo sono così scattate le manette per tentato omicidio e maltrattamenti in famiglia. La donna, 40enne ed anche lei marocchina, è stata accompagnata all’ospedale di Careggi a causa dei segni sul collo derivanti dallo strangolamento che il marito voleva compiere. Durante le visite mediche le è però stata riscontrata anche una contusione addominale e, alla luce del suo stato interessante è posta sotto stretto monitoraggio. La polizia ha appurato che le violenze andavano avanti ormai da tempo ma la donna aveva sempre preferito non denunciare per paura di possibili ritorsioni.

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