La matematica ha sempre messo in difficoltà molti studenti, ma secondo gli ultimi dati, per i ragazzi di tutta Italia il rapporto con i numeri sta peggiorando. Secondo le statistiche, se nel 2014 erano 33.257 i ragazzi delle scuole dalle primarie alle superiori, nel 2018 a quattro anni di distanza dall’ultima rilevazione il numero è quasi raddoppiato: 62.877. Christina Bachmann, psicologa e responsabile del Centro Risorse di Prato, ha illustrato questi numeri in un convegno in cui ha affermato come tali cifre siano probabilmente al ribasso, col problema che sarebbe dunque particolarmente più esteso: “Numeri sottostimati, perché la scuola sa ancora troppo poco su questo disturbo. A livello internazionale le diagnosi di “Dsa” sono molto più numerose.” Per “Dsa” si intende “disturbi specifici dell’apprendimento”, che possono includere oltre alle difficoltà in matematica altri problemi come dislessia o disgrafia. La strategia è fornire agli studenti strumenti ed aiuti che non ricadano in eccessi che possano frenarne lo sviluppo della personalità o dell’apprendimento.
LA TESTIMONIANZA DI UN’INSEGNANTE
Al convegno hanno partecipato anche persone che hanno voluto portare la loro testimonianza come Maddalena Caltagirone, laureata in Biologia ed oggi insegnante di matematica, ma ancora in età adulta affetta da problemi che possono rientrare nella cosiddetta “discalculia”, disturbo equivalente alla dislessia riferita ai numeri e all’incapacità di padroneggiarli. “Quando frequentavo la scuola chi soffriva di questo disturbo era semplicemente un asino, da piccola non comprendevo perché gli altri studiando meno di me andassero bene a scuola. Io ho sviluppato la capacità di usare le dita di nascosto, strategia che mi è utile ancora oggi. Penso che una diagnosi sia importante per non sentirsi “strani”, distratti; ma non bisogna “attaccarsi” alla diagnosi. Meglio cercare di mantenere allenate le capacità e le strategie che si sono conquistate: il cervello di un bambino è quasi sempre in grado di compensare.“
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