Nuovo aggiornamento in merito alle indagini per la morte di Desiree Mariottini, la povera 16enne di Cisterna di Latina, deceduta nella notte fra il 18 e il 19 ottobre scorsi in uno stabile abbandonato di San Lorenzo. Poco fa è arrivata la decisione del tribunale del Riesame in merito alla posizione di Mamadou Gara: il 27enne senegalese rimane in carcere con l’accusa di omicidio volontario. I giudici hanno quindi confermato l’impianto accusatorio della procura, secondo cui il ragazzo africano, arrestato negli scorsi giorni, sarebbe uno dei presunti assassini della povera Desiree. Il collegio ha comunque fatto cadere l’aggravante dei futili motivi nella violenza sessuale e della cessione di sostanze stupefacenti da tre o più persone, ma resta l’accusa più importante. Una decisione che giunge dopo che due giorni fa lo stesso Riesame aveva invece lasciato cadere le stesse accuse nei confronti di Alinno Chima e Brian Minteg, altri due immigrati africani detenuti per l’assassinio della giovane 16enne.



DESIREE MARIOTTINI: LA DECISIONE DEL RIESAME

Per entrambi era arrivata la decisione a sorpresa che aveva sconvolto la famiglia di Desiree, a cominciare dalla madre. Il tribunale del Riesame aveva inoltre fatto cadere l’accusa di stupro di gruppo, parlando invece di violenza sessuale commesso da singoli. A questo punto si attende il riesame anche per l’ultimo dei quattro immigrati africani arrestati sempre per l’omicidio della 16enne di Cisterna, mentre il pusher italiano, il 36enne Marco Mancini, non avrebbe fornito la droga “della morte” alla ragazza. La misura cautelare nei suoi confronti è stata confermata, ma sarebbe invece caduta l’aggravante della cessione di stupefacente ad un minore. Una decisione arrivata dopo l’interrogatorio di convalida che ha rimescolato e non poche le carte in tavola. Come detto sopra, si attende la decisione in merito al 32enne ghanese Yusif Salia, arrestato il 26 ottobre scorso in una baracca abusiva, l’ultimo dei fermati.

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