Un palestinese di 38 anni, Abdel Salem Napulsi, è stato condannato dal Tribunale di Roma a 4 anni di reclusione con l’accusa di terrorismo. A riferirlo è oggi l’edizione online del quotidiano La Stampa che spiega come l’uomo sia stato già arrestato lo scorso marzo per il medesimo reato e perchè definito vicino alla rete di fiancheggiatori dell’attentatore di Berlino, Anis Amri. Quest’ultimo aveva seminato il panico nel mercatino natalizio nel 2016 e rimase poi ucciso a Sesto San Giovanni, alle porte di Milano, nell’ambito di uno scontro a fuoco con la polizia che stava tentando di arrestarlo. Oltre alla condanna per terrorismo pronunciata dal gup di Roma, Alessandra Boffi, lo stesso ha anche disposto la sia espulsione dall’Italia non appena avrà scontato la sua condanna a 4 anni di carcere. Il palestinese era già stato arrestato ed attualmente detenuto per reati di droga. Nei mesi scorsi, tuttavia, fu raggiunto da una nuova ordinanza di custodia cautelare insieme ad altre quattro persone che furono fermate tra Napoli e Caserta nell’ambito di una operazione eseguita dalla Digos di Roma e Latina.
TERRORISMO, PALESTINESE PIANIFICAVA ATTACCHI TERRORISTICI IN ITALIA?
Secondo le accuse, il palestinese 38enne arrestato e ora condannato dal Tribunale di Roma a 4 anni di reclusione per terrorismo, dopo essersi radicalizzato aveva cercato online le “istruzioni sull’uso di armi da fuoco, tra cui anche un lancia razzi”. A venirgli in soccorso era stato in particolare il deepweb che gli aveva dato la possibilità “di acquistare mezzi di trasporto pesanti come camion o pick up idonei a montare armi da guerra, nonché a scaricare e visionare modalità di acquisto di armi finalizzati ad arrecare grave danno al Paese”. Insomma, secondo quanto contenuto negli atti, l’uomo stava organizzando concretamente degli attentati terroristici in Italia. Gli altri arrestati coinvolti nella medesima operazione portata a termine dalla Digos di Roma e Latina e coordinate dal pool antiterrorismo, sono accusati di falso per avere contraffatto alcuni documenti, ed attualmente sono sotto indagine a Napoli.