Morta per un farmaco a cui aveva detto chiaramente di essere allergica. È successo al pronto soccorso dell’ospedale Cristo Re di Roma, dove una donna era accorsa per una bronchite. I fatti risalgono allo scorso gennaio. I familiari aspettavano fuori la signora Diamante mentre un medico e un infermiere si occupavano di lei. Entrambi sono finiti a processo per omicidio colposo. Le hanno somministrato un farmaco, il Rocefin, nonostante la paziente avesse dichiarato di essere allergica. La morte è sopraggiunta dopo venticinque minuti. Al triage la donna si era sottoposta ad un primo controllo, nel quale si era raccomandata con i dottori di annotare nella cartella clinica che è allergica ad un farmaco. Un’avvertenza ribadita poco dopo dai suoi familiari. Nonostante ciò, e questa è la tesi dell’accusa, alla signora è stato somministrato proprio quel medicinale. La reazione allergica è veloce: il respiro si ferma e la donna si accascia a terra per un arresto cardiocircolatorio, con i medici che tentano in ogni modo di rianimarla. Come ricostruito da Il Messaggero, la prescrizione del medico è delle 21.30, dopo una nuova visita, mentre la somministrazione avviene alle 6 del mattino dopo. Venticinque minuti dopo il decesso.



ALLERGICA A FARMACO, GLIELO DANNO LO STESSO E MUORE

A decidere di sporgere denuncia è stata la figlia della paziente, sostenendo che la morte della madre sia stata causata dalla negligenza dei medici che l’avevano avuta in cura. Dall’autopsia emerge che è morta per una grave «insufficienza cardiorespiratoria conseguente ad arresto cardiocircolatorio da shock anafilattico per somministrazione di farmaci». La circostanza è confermata anche dagli accertamenti tossicologici. Il pm Pietro Pollidori, come riportato da Il Messaggero, procede con il sequestro della documentazione sanitaria della donna, in cui è chiaramente indicata l’intolleranza al principio attivo contenuto nell’antibiotico che le è stato somministrato. Da qui l’iscrizione del medico e dell’infermiere sul registro degli indagati con l’accusa di omicidio colposo. Ora gli imputati dovranno difendersi dalle contestazioni a dibattimento. Per il pm, i sanitari «agendo in cooperazione colposa fra loro», avrebbero «cagionato il decesso della paziente». Inoltre, avrebbero agito con «grave negligenza e imprudenza».

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