Resta ancora avvolto nel mistero il giallo delle ossa ritrovate all’interno della Nunziatura Apostolica di via Po, a Roma, nelle scorse settimane e che hanno inevitabilmente portato ad accendere i riflettori sui misteriosi casi di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori. La vicenda, infatti, è stata prontamente collegata alle due scomparse risalenti entrambe al 1983, a distanza di 40 giorni l’una dall’altra. La trasmissione Quarto Grado, in onda stasera con una nuova puntata, tornerà nuovamente ad interrogarsi sul misterioso ritrovamento, alla vigilia dei risultati delle analisi avviate sui resti. Solo in seguito all’arrivo degli esiti degli accertamenti sul Dna sarà possibile conoscere se siano o meno compatibili con le due ragazze misteriosamente scomparsa 35 anni fa. In realtà, come spiega Leggo.it, le prime risposte arriveranno solo a metà della prossima settimana, ovvero dopo che i periti della procura di Roma avranno terminato di redigere le loro relazioni. I genetisti forensi, dunque, sono al lavoro al fine di estrarre i campioni genetici che saranno quindi confrontati con quelli repertati sui familiari di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori. Intanto, i dubbi dei familiari delle due ragazzine restano, poichè si domandano come mai le ipotesi iniziali siano ricadute proprio sulle due ragazze senza prima aver avviato gli opportuni accertamenti investigativi.



EMANUELA ORLANDI, I DUBBI DEL FRATELLO PIETRO

Nei giorni scorsi il fratello di Emanuela Orlandi, Pietro, insieme al legale della famiglia, l’avvocato Laura Sgrò, si è recato negli uffici del procuratore aggiunto Francesco Caporale per fare il punto sulle analisi in corso. Al momento non è ancora possibile accertare a che epoca risalgano esattamente le ossa ritrovate in Nunziatura e se queste riguardino o meno una sola persona. Intanto la procura di Roma sta procedendo per l’ipotesi di reato di omicidio. Questo è solo uno degli ultimi colpi di scena in merito al caso di Emanuela Orlandi. Era il 2008 quando la polizia ispezionò alcuni sotterranei di un palazzo nel quartiere di Monteverde dove, secondo Sabrina Minardi, ex amante di Enrico De Pedis e collaboratrice di giustizia per il caso Orlandi fu tenuta prigioniera la giovane cittadina vaticana. Dalle ispezioni però non emerse nulla di utile ai fini della risoluzione del giallo ed in più occasioni il fratello di Emanuela aveva approfittato, anche in tempi più recenti, per diramare numerosi appelli affinché la verità sulla sorella venisse a galla, rivolgendosi anche a Papa Francesco.



MIRELLA GREGORI, LE SPERANZE DELLA SORELLA

Così come i familiari di Emanuela Orlandi, anche quelli di Mirella Gregori chiedono sia fatta luce sulle ossa in Nunziatura, al fine di dare risposte anche alla scomparsa misteriosa della 15enne romana. “Resto con i piedi per terra. E aspetto il dna”, aveva dichiarato nei giorni scorsi la sorella della ragazzina, Maria Antonietta Gregori all’agenzia Dire, “Nessuno può darci la certezza che siano ossa di Mirella o di Emanuela”. Intanto nelle passate ore, proprio Pietro Orlandi, uscendo dalla Procura ha confermato, come riferisce AdnKronos: “In base a quanto ci riferiscono gli inquirenti i primi risultati sul Dna delle ossa trovate nella Nunziatura Apostolica arriveranno non prima della prossima settimana”. Ancora attesa per le due famiglie che da 35 anni, ormai, vivono in preda ai dubbi, alle speranze ed alle illusioni. “Nel momento in cui sarà noto il Dna sarà possibile compararlo in pochi minuti, come ci ha spiegato anche il genetista che abbiamo nominato come consulente, con quello di mia sorella e con quello di Mirella Gregori”, ha aggiunto Pietro Orlandi, in attesa del fatidico momento.

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