Erano ormai continui gli screzi tra Massimo Toller e il figlio della sua compagna, Alessandro Pighetti, morto dopo essere stato sparato al volto con un fucile dal 59enne camionista con un passato da alcolista evidentemente ancora invadente, al punto che gli episodi spiacevoli che lo avevano interessato non avevano coinvolto soltanto il figliastro, ma anche altre persone. Come riportato da Rai News, Toller era un ex camionista impiegato in lavori socialmente utili: conoscenti raccontano che proprio per i suoi problemi di alcol gli era stata ritirata più volte la patente. L’errore del figliastro e della mamma, Renata Pighetti, dopo che Alessandro era riuscito a disarmare l’uomo della pistola, è stato dare per scontato che il killer non avesse altre armi da fuoco a disposizione. Così non era: quando mamma e figlio sono rincasati per tentare di appianare il diverbio, l’uomo ha fatto fuoco contro il 31enne, poi ha trascinato il suo corpo all’interno dell’abitazione, si è asserragliato dentro e si è sparato a sua volta un colpo sotto il mento nel soggiorno di casa. (agg. di Dario D’Angelo)
MASSIMO TOLLER E IL PASSATO DA ALCOLISTA
Nessuno, a Costa di Folgaria, poteva immaginare che gli screzi tra il 60enne Massimo Toller e il 31enne Alessandro Pighetti, avrebbero un giorno portato ad un esito tragico come quello di ieri, quando il più anziano ha imbracciato il fucile e sparato in pieno volto al figlio della sua compagna, riuscita a mettersi in salvo trovando riparo in un vicino negozio. Come riportato da Il Corriere della Sera, però, in paese erano note le tensioni che animavano quel nucleo familiare, con molte delle tensioni che a quanto pare scaturivano dai problemi di alcol di Massimo Toller. L’uomo, era un camionista, bravo nel suo lavoro, ma il suo essere alcolista gli aveva provocato diverse situazioni spiacevoli, non soltanto con il figliastro, con il quale su questo aspetto si verificavano continui litigi. Quel che è certo è che mamma e figlio non potevano aspettarsi di essere sparati dall’uomo: pare infatti non fossero a conoscenza della presenza in casa delle armi. Una volta toltagli la pistola dalle mani, Alessandro non poteva immaginare che il patrigno lo attendeva dietro la porta di casa con un fucile Flobert pronto a fare fuoco. (agg. di Dario D’Angelo)
L’OMICIDIO DOPO UNA LITE FURIBONDA
Un omicidio/suicidio ha scosso la comunità di Folgaria, comune in provincia di Trento. A morire, ammazzato sotto i colpi di fucile del patrigno, il 31enne Alessandro Pighetti. Che qualcosa di brutto stesse per succedere, la vittima lo aveva capito già attorno alle 19:00 di ieri, quando aveva avuto un violento alterco proprio con il 60enne Massimo Toller: questi gli aveva puntato la pistola ma il ragazzo era riuscito in qualche modo a disarmarlo, evitando il peggio. La sua morte era stata però rinviata solo di qualche ora, visto che nella tarda serata Alessandro aveva contattato la madre, e i due si erano recati proprio da Toller, che ha esploso i fatali colpi di fucile. Resta ancora da chiarire il movente, ma le forze dell’ordine stanno battendo la pista della lite, anche dopo aver ascoltato la testimonianza della madre sconvolta, che ha assistito alla scena e che è riuscita a salvarsi rinchiudendosi in casa. Una settimana di sangue quella che volge alla conclusione, visto che sono stati numerosi i casi di delitti efferati, per ultimo, quello dell’infermiera 48enne che ha ucciso i due figli con un’iniezione letale, per poi togliersi a sua volta la vita. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
OMICIDIO A FOLGARIA: ULTERIORI DETTAGLI
Emergono ulteriori dettagli in merito all’omicidio/suicidio avvenuto ieri sera a Folgaria, piccolo comune in provincia di Trento situato nel Trentino Alto Adige. Un uomo di sessant’anni, Massimo Toller, ha ucciso il figlio 31enne della sua compagna, Alessandro Pighetti, per poi togliersi la foto. Alla base del gesto folle vi sarebbero le continue liti fra i due: probabilmente il Toller non era mai riuscito a digerire il fatto che la moglie avesse avuto un figlio da un altro, o forse, era solo incompatibilità di caratteri. Fatto sta che i due avevano avuto anche ieri l’ennesima lite, e Pighetti, forse temendo qualcosa, aveva “sequestrato” la pistola che il patrigno deteneva in casa. Una volta rientrato nell’abitazione ha però trovato il sessant’enne ad attenderlo con un fucile in mano, da cui sono poi partiti i due colpi mortali. Imponenti le misure di sicurezza messe in atto, visto che sul luogo erano intervenuti i carabinieri di Trento, i militi di Folgaria e i vigili del fuoco (anche con il soccorso aereo), che durante la “sparatoria” hanno circondato la casa e bloccato tutte le vie accesso al paese. Sul posto anche l’auto-medica di Rovereto e le ambulanze della Croce Rossa locale. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
TRAGEDIA A FOLGARIA
Un’altra tragedia familiare, stavolta a Costa di Folgaria, dove in serata un uomo ha ucciso con un fucile il figlio della convivente e poi si è suicidato. Erano passate da poco le 19 quando Massimo Toller, 59 anni, ha imbracciato il fucile per sparare al giovane di 31 anni, Alessandro Pighetti, nella loro casa in via Andrea Maffei. La donna è riuscita invece a mettersi in salvo scappando dall’abitazione attraverso una finestra sul retro: ha trovato rifugio in un negozio di abbigliamento poco distante. Sembrava che dopo la sparatoria l’uomo, un camionista trentino, fosse fuggito, invece i carabinieri lo hanno trovato privo di vita accanto al giovane quando sono riusciti ad accedere nell’abitazione. Sul posto sono accorsi i militari dell’Arma di Rovereto e del Nucleo Investigativo di Trento. A loro il compito di risalire alle cause di questa tragedia familiare. La donna invece è assistita dai soccorritori della Croce Rossa, come riportato dal TgR Bolzano.
FOLGARIA, UCCIDE FIGLIO DELLA CONVIVENTE E SI SUICIDA
Tutto sarebbe cominciato da una lite culminata con gli spari e l’uomo che uccide il figlio della convivente e si suicida. A dare l’allarme è stata proprio la compagna di Massimo Toller. Da quel che inizialmente si è saputo, era stato esploso almeno un colpo di fucile, ma non si sapeva se il ragazzo fosse vivo o in ostaggio. Sul posto quindi è arrivato anche un negoziatore, mentre l’intera frazione di Costa veniva completamente isolata. Le case vicine a quella di Toller sono state evacuate, per sicurezza ogni accesso alla zona è stato bloccato. Alcuni agenti hanno avuto invece il compito di controllare ogni possibile via di fuga in un silenzio irreale, rotto solo dal suono delle sirene dei mezzi delle forze dell’ordine. Poi il sospetto che il peggio si fosse ormai consumato. Con il passare dei minuti si è trasformato in certezza. Quindi alle 21 le forze dell’ordine hanno deciso di fare irruzione nell’abitazione, dove non hanno potuto fare altro che constatare che l’uomo, dopo aver ucciso il ragazzo, si era suicidato.