Tragedia ad Aosta: nella notte la 48enne Marisa Charrere ha ucciso i due figli con un’iniezione letale e si è poi tolta la vita. Un dramma che ha sconvolto la comunità di Aymavilles, un omicidio-suicidio che è stato scoperto poco dopo la mezzanotte: disperato il marito e padre dei due bambini Osvaldo Empereur, una guardia forestale che ha fatto la tragica scoperta. I due piccoli, Nissen e Vivien, avevano rispettivamente sette e nove anni e le motivazioni dell’estremo gesto risiederebbero nelle due lettere lasciate dalla donna all’interno della sua abitazione: “si doleva delle avversità della vita e del loro peso fattosi insostenibile”, secondo quanto riportato da Aosta Sera. Una vicenda che ricorda da vicino un’altra tragedia aostana, quella del caso Cogne del 30 gennaio 2002 e dell’omicidio del piccolo Samuele Lorenzi per mano della madre Annamaria Franzoni, che sta scontando ai domiciliari una pena di trenta anni.



LA MORTE DEL FRATELLO 20 ANNI FA

Le due lettere in cui Marisa Charrere spiega le motivazioni del terribile gesto sono tra le mani delle forze dell’ordine ed emergono particolari sul passato dell’infermiera di 48 anni. 12vda.it sottolinea che venti anni fa Paolo Charrere, il fratello della mamma omicida-suicida, era morto travolto da uno spazzaneve sulla strada regionale per Cogne. Ma non solo: chi conosceva la donna, che lavorava nel reparto di cardiologia dell’ospedale Parini di Aosta, non riesce a darsi una spiegazione di quanto accaduto e sembrerebbe che il materiale con il quale ha ucciso i due piccoli sia stato prelevato proprio dalla struttura dove prestava servizio. E non ci sono elementi che aiutano a capire il perché del doppio infanticidio: ieri i due piccoli, Nissen e Vivien, erano andati regolarmente a scuola e non trasparivano atteggiamenti di grande disagio interiore da parte della donna. I due figli, di 7 e 9 anni, praticavano lo sci di fondo e d’esteta l’atletica leggera, mentre non sono stati registrati contrasti con il marito Osvaldo Empereur.

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