Mattia Del Zotto, il 27enne di Nova Milanese che ha avvelenato col tallio i familiari nell’autunno scorso, è stato assolto per vizio totale di mente. La sentenza è stata pronunciata questa mattina dal gup di Monza Patrizia Gallucci, che ha disposto nei confronti del disoccupato brianzolo il collocamento in una struttura psichiatrica per almeno dieci anni, sino ad una nuova valutazione delle sue condizioni mentali. Per l’esito del processo è risultata decisiva la perizia disposta dal giudice e affidata allo psichiatra Giovanni De Girolamo, per il quale il giovane è completamente incapace di intendere e volere perché affetto da disturbo delirante. A questa conclusione ha ovviamente aderito anche la difesa, rappresentata dall’avvocato Silvia Letterio, invece è stata fortemente contestata dalla Procura, che invece puntava all’ergastolo e che nell’udienza di lunedì ha chiesto che venisse eseguita una nuova perizia collettiva.
MATTIA DEL ZOTTO, KILLER DEL TALLIO ASSOLTO
Mattia Del Zotto è reo confesso di tre omicidi consumati e cinque tentati: nell’autunno scorso ha avvelenato i familiari mescolando il solfato di tallio all’acqua minerale. Il 27enne disse di aver commesso i suoi delitti perché, dopo aver dedicato moltissimo tempo a letture pseudo-religiose, si sentiva spinto dall’esigenza di «eliminare gli impuri». Il giallo angosciò la Brianza con decessi e ricoveri, fino a quando non è stato individuato l’autore. Come riportato da Repubblica, i familiari sopravvissuti, ancora residenti nella stessa villetta di Nova Milanese dove Mattia li aveva avvelenati, e dove abitano anche i suoi genitori, «hanno preso bene la sentenza, sapendo perfettamente che il giovane abbia bisogno di essere curato», fa sapere l’avvocato di parte civile Stefania Bramati. Il legale però attende le motivazioni della sentenza: «Ad ogni modo i vari familiari tra loro sono in buoni rapporti, condividono la stessa casa, e di fatto non hanno nemmeno mai chiesto una perizia di parte per avanzare richieste di risarcimento di sorta».