Maria Nazionale
, alias la regina del silicone di Napoli, starebbe continuando ad operare: l’indagine di Storie Italiane tenta di fare luce su uno dei casi di malasanità più discussi degli ultimi anni. “Non lavora e non c’è più. Chi le ha detto che mia mamma fa i ritocchini? Mia mamma non fa nulla”, ha spiegato la figlia ai microfoni di Roberta Spinelli, ma nonostante la smentita di rito i dubbi persistono. Presente in studio, il medico Mario Falconi ha sottolineato a proposito del silicone liquido iniettato: “E’ una sostanza vietata, sono iniezioni a livello locale ma non parliamo di un medico, bensì di una tizia che non ha nessun titolo e che specula sui disagi della gente, una delinquente”. Eleonora Daniele ha sottolineato che tante persone del quartiere continuano ad andarci nonostante non sia un medico e nonostante sia stata condannata. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
NAPOLI, LA REGINA DEL SILICONE OPERA ANCORA
La regina del silicone di Napoli
è tornata: Storie Italiane parla della donna partenopea che nel 2017 era già stata smascherata da Striscia La Notizia e condannata a due anni di carcere per aver operato illegalmente. La”regina del silicone”, così come è conosciuta da pazienti e conoscenti, iniettava silicone nei visi delle donne che si recavano da lei alla ricerca di interventi estetici low cost. Ma nonostante la pena inflittale, la donna starebbe continuando ad operare. W L’Italia era riuscita ad ottenere un appuntamento presso il nuovo studio, con un listino che variava dai 300-400 ai 3 mila euro. Storie Italiane ha provato a rintracciarla ed ha individuato la sua abitazione, ma di lei nessuna traccia: “E’ a Sharm”, il commento della figlia.
LA TESTIMONIANZA DI UNA VITTIMA DELLA CHIRURGIA PLASTICA
Intervenuta a Storie Italiane, Annapaola ha parlato del disagio vissuto per la chirurgia plastica in un caso diverso da quello della regina del silicone di Napoli ma ugualmente gravissimo: “Tutto è nato nel 2010, io avevo 22 anni e dopo la rottura con il mio ex ho deciso di rifarmi il seno. Da quel momento è iniziato il mio calvario: dopo 20 giorni ho iniziato ad avere gonfiore agli arti inferiori. Ho chiamato subito la chirurga e le chiesi se c’era una relazione con l’intervento”. Continua la giovane ex modella: “Mi consigliò dei linfodrenaggi: io mi fidai e li feci, ma la situazione peggiorò. Il gonfiore arrivò al volto, con un angioedema fino alla lingua: ebbi i primi shock anafilattici, con intolleranze che prima non avevo mai avuto. Stavo benissimo, studiavo e facevo la modella: mai alcun problema”. Dopo aver trascorso mesi di dolore e di paura, la svolta arriva un anno più tardi: “Nel 2011 mia madre scoprì dei blog e un mondo sulla letteratura dell’intossicazione-avvelenamento da protesi. Lei era in contatto con questo blog, al quale sono state iscritte 54 mila donne. Nel 2012 mi scoprirono una pericardite acuta e l’immunologo mi disse di togliere le protesi, ma non mi tolsero la membrana: incise la capsula ma non la tolse”. Dopo varie peripezie Annapaola è tornata in piena salute una volta tolta anche la capsula in questione, un percorso lungo e doloroso ma a lieto fine!
“Ho deciso di rifarmi il seno, da lì é iniziato il mio calvario”#chirurgia #storieitaliane @eleonoradaniele @RaiUno pic.twitter.com/JCutCuNXfW
— storieitaliane (@storie_italiane) 20 novembre 2018