Stando a quanto riportato da France24, il direttore della Sicurezza del porto in Libia dove viene tenuta ferma da giorni la nave Nivin (a Misurata, ndr) sostiene che i migranti a bordo sono accusati di pirateria. Questo il “motivo” per cui le forze armate libiche hanno svolto il violento blitz questa mattina, consegnando ai centri di detenzione molti profughi prelevati con la forza dalla nave fermata nel porto di Misurata: lo stesso direttore ha confermato le fonti di UNHCR, spiegando che «sono stati sparati proiettili di gomma e lacrimogeni e che i feriti sono stati ricoverati nell’ospedale di Misurata». Sui canali social la Ong Mediterranea prosegue nel diffondere la notizia sul sequestro e l’irruzione violenta delle forze libiche a bordo della Nave Nivin, in attesa che le istituzioni europee chiedano “conto” al governo libico di quanto avvenuto nelle ultime ore attorno al porto di Misurata.



UNHCR: “SPARI DI GOMMA CONTRO I MIGRANTI”

«Dalle 11.41 non si hanno notizie dei profughi a bordo, ci arrivano notizie di violenze con persone ferite in ospedale e altre ricondotte a forza nei centri libici. Italia ed Unione europea non permettano violenza su persone che lottano per non essere ancora torturate», sono le ultime parole rilasciate sempre dalla Ong Mediterranea in merito alla situazione drammatica a bordo della Nave Nivin. Non solo, secondo alcune fonti riportate da UNHCR ci sarebbero addirittura 5 migranti rimasti feriti nel corso dell’operazione forzata dall’esercito e guardia costiera libica: «le forze di sicurezza hanno sparato proiettili di gomma contro i profughi», rivelano le fonti dell’agenzia gestita dall’Onu. Qualche giorno fa un’altra Ong, Amnesty International, aveva avvisato le istituzioni europee e le altre associazioni che operano nel Mediterraneo come i migranti a bordo della Nivin – se fossero scesi al porto di Misurata – avrebbero subito diverse violenze e sarebbero stati rinchiusi nei centri di detenzione sulla costa libica.



MEDITERRANEA: “BLITZ FORZE LIBICHE A MISURATA”

La Ong Mediterranea Saving Humans – già in passato fortemente critica col Governo italiano e col Ministro Salvini per la politica di linea dura dei porti chiusi sul Mediterraneo – denuncia in queste ultime ore l’irruzione dei militari libici sulla nave Nivin davanti alle coste della Libia. Le forze armate – denuncia in una nota pubblica la Ong che con la nave Mar Jonio compie costante monitoraggio sulle coste libiche – avrebbero fatto irruzione bloccando la nave con a carico 79 migranti nel porto di Misurata da diversi giorni: «Da parte dei militari ci sono state violenze contro i profughi, alcuni dei quali sono stati portati in ospedale feriti e altri ricondotti a forza nei centri libici» denuncia con forza la Ong Saving Humans nello stesso giorno in cui la nave Aquarius di Msf è stata sequestrata per un presunto traffico di rifiuti tossici a bordo assieme ai migranti. Insomma, non un giorno “idilliaco” per le navi rimaste (poche) nel Mediterraneo a soccorrere i profughi in arrivo dalla Libia.



ONG: “NAVE NIVIN, VIOLENZE SUI MIGRANTI”

«Italia e Ue si assumano responsabilità delle loro scelte politiche – attacca ancora la Ong Mediterranea – Vogliamo conoscere la sorte di ciascuno dei profughi»: la situazione è assai delicata visto che le accuse mosse contro le forze armate libiche sono gravissime e infanganti. Le violenze che avrebbero compiuto i militari della Guardia Costiera di Tripoli vengono poi raccontate anche da alcuni testimoni migranti che si trovavano sulla nave ferma nel porto di Misurata: «Mi hanno venduto tre volte, mio fratello è morto tra le mie braccia. Io so cosa succede qui, e per questo non voglio scendere. Non scenderò nemmeno se ci fanno morire di fame», piange un ragazzo intervistato dai volontari della ong Mediterranea Saving Humans. Secondo quanto riporta l’Agi, alcuni profughi fatti scendere a forza dalla nave sarebbero stati rimandati nel centro di detenzione di Kararim, tra i più “famosi” per le condizioni umanitarie inaccettabili che in più occasione hanno fatto gridare ad una sorta di “lager” per migranti.