Una protesta, fatta di donne, fatta da donne, per denunciare l’immobilismo sulla ricostruzione post terremoto Aquila. Due giorni di cammino dalle aree interne dell’Abruzzo aquilano per farsi ascoltare dal prefetto dell’Aquila, Giuseppe Linardi. Il rappresentante territoriale del Governo ha chiesto alle donne una relazione dettagliata per illustrare a Roma le criticità che hanno determinato lo stallo del processo di ricostruzione dopo il terremoto dell’Aquila. Stallo che riguarda in parte il terremoto del 2009, ma soprattutto quello del 2016.
A capo delle donne in protesta alcuni sindaci, e le rappresentanze cittadine dei comuni di Campotosto, Capitignano, Cagnano Amiterno e Montereale. A loro si sono aggiunti cittadini qualunque e di qualsiasi età. Non solo donne, ma anche uomini, bambini, anziani, gente che vive nell’Alta Valle dell’Aterno.
Le aree interne dell’Abruzzo aquilano sono quelle a rischio spopolamento, soprattutto se viene meno la ricostruzione. Già negli ultimi decenni in molti hanno abbandonato quelle zone, tenendo le case solo per le vacanze e scegliendo di vivere in aree più popolose. La paura di molti è che i centri più piccoli, le frazioni, senza un’adeguata ricostruzione diventino paesi fantasma. Da qui la volontà di camminare per decine di chilometri, in un giorno in cui la temperatura è scesa a livelli invernali e la neve ha fatto la sua prima apparizione. Nonostante tutto, la volontà è stata quella di arrivare a destinazione, davanti al prefetto.
L’iniziativa, lanciata dall’ex sindaca di Montereale, Lucia Pandolfi, si è conclusa, come detto, con l’incontro odierno in prefettura tra una delegazione di manifestanti guidati dalla sindaca di Cagnano, Iside Di Martino, e il prefetto del capoluogo, Giuseppe Linardi.
Un’iniziativa sul terremoto dell’Aquila che qualcuno ha voluto subito etichettare politicamente, visto che in questi giorni è partita in grande stile la campagna elettorale in vista delle prossime elezioni regionali di febbraio. Solito botta e risposta tra centro-destra e centro-sinistra. Ma la realtà, quella vera, è quella della gente che, indipendentemente da chi governa, vorrebbe delle soluzioni, vorrebbe vedere la propria casa, il proprio paese tornare a essere efficiente, offrire la possibilità di viverci, accogliere i turisti, fare una tranquilla vita quotidiana. Al di là dei botta e risposta dei politici locali, le dichiarazioni dell’onorevole Stefania Pezzopane, rappresentante aquilana del Pd in Parlamento, con le critiche al governo Lega-5Stelle di aver lasciato l’Abruzzo da solo, hanno avuto un sapore vagamente politico, checché ne dicano i protagonisti della marcia.
L’unica notizia interessante è che martedì prossimo la commissione Ambiente della Camera sarà in Abruzzo per visitare i comuni di L’Aquila, Montereale e Campotosto.
Gli amministratori, nel corso dell’incontro con il prefetto Linardi, hanno ricordato i tanti tavoli tecnici che si sono tenuti nel corso degli anni, incontri politici a cui non è seguito un percorso normativo capace di avviare la ricostruzione; dal terremoto del 2016 ci si appresta a vivere il terzo inverno non dentro le proprie abitazioni, ma dentro quei moduli provvisori che non hanno il sapore di una casa vera, che nelle prossime settimane non sapranno accogliere l’intensità di un Natale vero. Un esempio eloquente riguarda il comune di Cagnano Amiterno, dove, dopo due anni, non sono partite nemmeno le pratiche B, quelle cioè relative agli edifici che hanno subìto danni lievissimi dal sisma.
L’attacco politico al governo giallo-verde è stato fatto nel momento in cui i sindaci hanno accusato il governo di aver tolto competenze alle Regioni, così da metterli nelle condizioni di non avere un referente a cui rivolgersi per la ricostruzione. Sicuramente bisogna evidenziare che anche quando avevano la Regione Abruzzo come referente, visti i risultati e le proteste di queste ore, poco, anzi nulla è stato fatto per risolvere la loro situazione.
Il prefetto ha rassicurato i partecipanti alla marcia di protesta che avrebbe portato tutte queste istanze a Roma, mentre qualche sindaco auspica che il vicepremier Matteo Salvini passi in Abruzzo per vedere di persona la situazione che si sta vivendo.
Di concreto, ancora una volta, bisogna sottolineare il disagio di persone, soprattutto anziani, che erano abituate a vivere la vita di paese è che invece, dall’ormai lontano 2016, vivono soprattutto nelle new town dell’Aquila, che per quanto confortevoli hanno sradicato le abitudini di una vita intera. Rimangono anche le scosse di terremoto che negli ultimi giorni si sono intensificate come frequenza, non come intensità, che arriva al massimo ai 2.6-2.7 di magnitudo. Quanto basta per non rimanere tranquilli.