«Cercavano proprio lei»: questo quanto hanno raccontato i testimoni che hanno assistito al rapimento della volontaria italiana Silvia Romano, la 23enne di Milano di cui non si hanno notizie da ieri. Rai News evidenzia che nella zona ci sono stati rapimenti di stranieri da parte di fondamentalisti islamici con base in Somalia, ma in questa fase delle indagini non si esclude alcuna pista. La Procura di Roma ha aperto un fascicolo per sequestro di persona a scopo di terrorismo, con la Farnesina e il Governo al lavoro per ritrovare la giovane, che fa parte della Onlus marchigiana Africa Milele: «Desta preoccupazione la scomparsa della volontaria italiana Silvia Romano, 23 anni, rapita ieri da un gruppo armato in Kenya. Alla famiglia va tutta la mia vicinanza. Faremo il possibile e l’impossibile per riportare Silvia sana e salva a casa», il commento della vice presidente del Senato Paola Taverna. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



14 PERSONE ARRESTATE

Sono 14 le persone arrestate per il rapimento avvenuto in Kenya di Silvia Romano, la 23enne volontaria italiana. Stando a quanto riferito dall’edizione online di Repubblica, le persone fermate non farebbero comunque parte del commando di 8 persone che ha prelevato la nostra connazionale, ferendo alcuni innocenti nel villaggio di Chakama. Gli arrestati dovrebbero avere dei contatti con gli 8 di cui sopra, e non è da escludere che siano addirittura dei complici. A catturare i 14 sono stati i residenti della stessa zona in cui è avvenuto l’attacco: un gruppo nutrito di persone è andata a stanare i rapitori, e alcuni sono stati addirittura linciati dalla folla inferocita. Subito dopo l’intervento delle forze dell’ordine, i fermati sono stati sottoposti ad interrogatorio, nella speranza che gli stessi possano indicare i responsabili del rapimento, e magari, dove la nostra Silvia Romano possa essere nascosta. I responsabili non dovrebbero essere gli integralisti islamici degli Al Shabaab, stando ad alcune testimonianze circolate nelle ultime ore. E’ molto più probabile che i rapitori siano dei banditi somali del posto in cerca del soldo facile. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



KENYA: LA TESTIMONIANZA

Lascia costernati il racconto fatto da Ronald Kazungu Ngala, il ragazzo di 19 anni testimone del rapimento di Silvia Romano, la volontaria italiana rapita in Kenya da un commando armato che ieri sera ha fatto irruzione nel villaggio di Chakama, nella contea di Kilifi. Come riportato da Il Corriere della Sera, il giovane ha cercato di aiutare la nostra connazionale, purtroppo senza riuscire nel suo intento:”Poi si è messa ad urlare: ‘Aiuto Ronald, aiuto!’. Ho cercato di allontanare un uomo che la stava soffocando tenendola verso il basso cercando di legare le sue mani dietro la schiena, ma qualcuno mi ha colpito alla testa e ho avuto le vertigini. Silvia mi ha detto di salvarmi e sono corso verso l’uomo alla porta, l’ho spinto via e sono scappato“. Da sottolineare dunque il gesto di generosità di Silvia Romano, che compreso il pericolo della situazione ha incoraggiato il 19enne Ronald a mettersi in salvo e ad abbandonarla di fatto tra le grinfie dei sequestratori. (agg. di Dario D’Angelo)



I DUBBI DIETRO AL RAPIMENTO

Mentre non si hanno ancora notizie di Silvia Romano, la 23enne volontaria italiana rapita da un commando in Kenya nella serata di ieri, né tantomeno di rivendicazioni che possano far capire quale sia la matrice dietro il blitz, l’Unità di Crisi della Farnesina sta lavorando a stretto contatto con l’ambasciata italiana a Nairobi mentre intanto la Procura di Roma ha già aperto un fascicolo di inchiesta per sequestro di persone con finalità di terrorismo e i Carabinieri del Ros sarebbero già in contatto con gli omologhi kenyoti. Nonostante da più parti si punti il dito col gruppo sunnita jihadista somalo di Al-Shaabab, non si esclude nemmeno che il rapimento possa essere stato organizzato anche da una delle bande locali che sono interessate solamente a farsi pagare un riscatto: tuttavia, il fatto che gli uomini del commando abbiano cercato subito “la donna italiana” lascia pensare che si sia trattato di un attacco mirato e, dal momento che qualcuno parla di una disputa avvenuta alcuni giorni fa all’orfanotrofio a cui la Romano era legata, non si esclude che i motivi dietro il sequestro possano riguarda anche il fatto che collaborasse con una Ong, molte delle quali non sono viste di buon occhio nel Paese africano dai tanti gruppi di banditi e terroristi che cercano di acquisire sempre più potere. (agg. di R. G. Flore)

COMMANDO CERCAVA LA VOLONTARIA ITALIANA

«Abbiamo espresso la vicinanza dell’amministrazione e le abbiamo assicurato che siamo al loro fianco per tutto quello che potrà servire»: a parlare sono il sindaco di Fano Massimo Seri e l’assessore alle Politiche sociali Marina Bargniesi colpiti dalla notizia terribile del rapimento di Silvia Romano appartenente alla onlus originaria proprio nella cittadina delle Marche. «Con Africa Milele abbiamo rapporti di conoscenza – spiega invece a il Resto del Carlino Raffaella Nannini dell’ong ‘L’Africa Chiama” di Fano – stiamo nella stessa città, ma non lavoriamo insieme, le nostre attività sono distinte. In Kenya non ci sono guerre, ma la situazione non è tranquilla». In una nota, alcuni parlamentari del M5s di Fano esprimono tutta la vicinanza alla famiglia e il contatto continuo con la Farnesina per tutti gli sviluppi possibili: «Silvia segue un progetto di sostegno all’infanzia con i bambini di un orfanotrofio, e l’associazione per cui lavora, orgoglio della nostra città, è formata da tanti volontari con un cuore enorme, che hanno deciso di mettere il proprio tempo, la propria passione e la propria sensibilità al servizio del prossimo nel settore della cooperazione internazionale», scrivono i grillini Rossella Accoto, Maurizio Cattoi e Roberto Rossini. Secondo alcuni testimoni citati dai media nel Kenya, il commando armato stava cercando proprio la volontaria italiana all’interno del villaggio: «Hanno iniziato a sparare e sono corso via. Quando sono tornato, ho visto che portavano via la ragazza verso la sponda del fiume e che le chiedevano soldi, “abbiamo bisogno di soldi, non ti faremo del male”» spiega il testimone James Alexander.

“SPARAVANO ALL’IMPAZZATA”

I sospetti sulla matrice islamica crescono anche se altre voci dal Kenya spiegano come in quell’area da tempo non si verificano fatti dal genere: che il rapimento di Silvia Romano dal centro anti-povertà nella villaggio di Chakama – gestito dalla sua ong Africa Melele – sia invece un sequestro a scopro di estorsione è la seconda ipotesi in campo per gli investigatori kenioti che hanno confermato come il commando «sparava all’impazzata verso il villaggio, con 5 feriti provocati». Le indagini proseguono e l’ansia cresce in Italia per la situazione della volontaria giovanissima: la Farnesina ha spiegato in una nota recente «L’unità di Crisi si è immediatamente attivata e lavora in stretto contatto con l’Ambasciata d’Italia a Nairobi e con la famiglia della cooperante. Come in tutti i casi di rapimenti all’estero, la Farnesina manterrà il più stretto riserbo sulla vicenda nell’esclusivo interesse della connazionale». I contatti proseguono, il timore per il futuro incerto di Silvia Romano resta purtroppo intatto.

LA TESTIMONIANZA DEL MISSIONARIO

Mentre ormai la notizia del rapimento della volontaria 23enne di Milano è divenuta virale, in redazione abbiamo ricevuto una testimonianza di un sacerdote – Don Patrick Stevenson – che è stato missionario in Africa nel passato e che spiega nel dettaglio alcune dinamiche che avvengono proprio in quelle zone prossime alla costa e lontane solo 80 chilometri da Malindi. «Già nel 1971 c’erano sei o sette alberghi di lusso, usati soprattutto da turisti tedeschi e italiani. Chiaramente davano lavoro ai locali come servi, ma si può capire come la presenza di queste strutture con poco contatto con la popolazione indigena, a parte la servitù, dedicata alla vita di lusso di bianchi ricchi, non sia molto simpatico a gruppi terroristici del Al Shabaab», ci spiega Don Stevenson che poi si sofferma su due punti sicuramente da considerare con attenzione. Da un lato, «La presenza di turisti con poco interessa per la gente del luogo che rimane nella povertà, non suscita molta simpatia», dall’altro «Un bersaglio così appetitoso per i terroristi non può rimanere alla lunga sicuro da questo pericolo». Va detto che Silvia Romano era da poco giunta in Kenya per proseguire un progetto di sostegno e aiuto alla povertà infantile di quei villaggi, il che aumenta ancora di più il “mistero” dietro al rapimento. Lo stesso missionario conclude dicendo che «In questa zona, le suore Preziosine, che sono da parecchi anni in Kenya hanno recentemente aperto una comunità fra la popolazione locale».

ZONA A RISCHIO O NO?

«Non mi capacito ancora, Silvia Romano era in un luogo rurale (la comunità di Chakama, a circa 80 chilometri ad ovest da Malindi) dove non succedono queste cose»: la presidente di Africa Milele Onlus Lilian Sora continua a ritenere incomprensibile il perché la sua volontaria italiana, originaria di Milano (dove svolge lavoro da insegnante di educazione fisica nel quartiere dove vive, a Lambrate) sia stata rapita in quell’area di norma così tranquilla. «Non sappiamo se siano banditi o terroristi, Silvia era lì dagli inizi di novembre – aggiunge Sora nell’intervista a Radio CapitalSiamo in contatto con la Farnesina». Gli investigatori lavorano per provare a rintracciare quanto più possibile gli ultimi spostamenti degli uomini armati che hanno rapito all’improvviso la giovane ragazza, giunta da poco in Kenya come cooperante. Va detto che in realtà il capo della polizia in Kenya ha spiegato tramite l’Associated Press come «nella zona ci sono stati rapimenti di altri stranieri da parte dei fondamentalisti islamici» e per ora non si può escludere il coinvolgimento dei tremendi miliziani di Al Shabaab.

COOPERANTE IN MANO AI MILIZIANI DI AL SHABAAB?

«Invitiamo i cittadini a riferire tempestivamente al più vicino ufficiale di polizia o stazione di polizia nel caso in cui vedano i criminali con la donna rapita»: con questo annuncio la polizia del Kenya prova a diffondere l’allarme per l’attacco e sequestro andato in scena poche ore fa contro la povera 23enne Silvia Costanza Romano. Tra le prime ipotesi dietro il rapimento purtroppo spunta lo spettro del coinvolgimento di Al Shabaab, gruppo fondamentalista sunnita che opera principalmente in Somalia. Intanto, il pm Sergio Colaiocco da Roma indaga per «sequestro di persona per finalità di terrorismo» con la Farnesina che ha tristemente confermato il rapimento della volontaria 23enne. Pare che nel momento dell’attacco con fucili di oltre 50 uomini armati, Silvia fosse all’interno della casa della sua Onlus Africa Milele in attesa di alcuni compagni che sarebbero arrivati solo qualche ora più tardi. Su Facebook si possono leggere in queste ore le parole che scriveva solo qualche giorno fa la bella volontaria ora in mano ai sequestratori: «Fare volontariato non è una semplice missione, ma uno stile di vita che ti riempie il cuore di gioia immensa!».

KENYA, RAPITA LA 23ENNE DI MILANO SILVIA ROMANO

Una volontaria italiana delle Africa Milele Onlus, la 23enne Silvia Costanza Romano, è stata rapita martedì sera in Kenya durante un attacco sferrato da un commando in un centro commerciale nella contea di Kilifi (la costa keniota, ndr): purtroppo le voci diffuse nelle scorse ore tramite appelli via social ora sono stati confermati dalla polizia che ha spiegato quanto potrebbe essere successe nelle scorse ore. Durante la serata di martedì, in un centro commerciale (ma alcuni parlano del mercato centrale del quartiere) ha fatto irruzione un commando armato che ha cominciato a sparare all’impazzata ferendo almeno 5 persone. Stando a quanto raccontato dal quotidiano “The Nation” 80 uomini armati hanno attaccato il villaggio di Chakama, a circa 80 chilometri ad ovest da Malindi, e a colpo sicuro hanno sequestrato la 23enne volontaria italiana probabilmente andando a colpo sicuro e sapendo che lì si trovava la cooperante straniera.

RAPIMENTO VOLONTARIA ITALIANA, “È DI MILANO”

All’agenzia Ansa il presidente della onlus marchigiana Africa Milele Onlus – Lilian Sora – oltre a confermare che la volontaria 23enne rapita (che si tratti di Silvia Costanza Romano è stato poi confermato dalla polizia, ndr) è originaria di Milano, ha raccontato che «A quanto ci hanno raccontato le persone che abitano nel villaggio sono arrivati quattro-cinque individui armati che hanno lanciato un petardo, facendo sollevare la sabbia e hanno sparato più volte. Poi sono andati, a colpo sicuro, nella casa dove era la nostra volontaria, probabilmente perché lì sapevano che c’era una italiana, anche se non so spiegarmi il motivo di quello che è successo. In quel momento era da sola, perché altri erano partiti e altri ancora arriveranno nei prossimi giorni». La banda di uomini criminali era armata di fucili AK 47, spiega la polizia, che sottolinea come nell’attacco sono rimasti feriti anche 3 bambini: «Assicuriamo che non stiamo lesinando sforzi per rintracciare i criminali e recuperare la vittima», ha scritto la polizia del Kenya su Twitter. Il pm di Roma ha da poco avviato indagine sull’italiana rapita.