Dai racconti di chi conosce molto bene Silvia Romano è emersa la grande passione per lo sport della volontaria rapita in Kenya. Insegnante di ginnastica artistica e nella palestra Pro Patria di Milano, anche nella sua esperienza di volontaria in Africa la Romano ha sempre ritenuto lo sport come un veicolo ideale per aiutare le giovani ragazze africane, per il loro riscatto e la loro affermazione come persone. Secondo Silvia lo sport è la chiave per unire giovani di tutte le età ed ha portato la sua esperienza nei suoi viaggi intercontinentali. Il lavoro nella palestra Zero Gravity aveva continuato a scandire le esperienze della Romano in Kenya, dove si era recata per la seconda volta dopo un primo ritorno in Italia. Il suo rapimento ha scosso profondamente tutte le persone a lei vicine, che l’hanno sempre riconosciuta come ragazza solare e pacifica, sempre tesa ad aiutare gli altri con tutti i mezzi possibili. (agg. di Fabio Belli)



INSULTI SUL WEB: “DOVEVA AIUTARE GLI ITALIANI”

«Oca giuliva, poteva stare a casa e aiutare gli italiani»: questo è solo uno degli insulti recapitati nelle ultime ore sui social a Silvia Romano, la volontaria italiana rapita in Kenya. L’odio del web si è scatenato contro anche la giovane 23enne, rea di “essersela andata a cercare” secondo qualche utente. Tra questi, tal Davide Ricci: «#SilviaRomano stai tranquilla!! Gli individui che aiuti e che ti piacciono tanto, sono brave persone che rispettano le donne e ti tratteranno sicuramente come una principessa. Non avere fretta di tornare a casa». Parliamo, ovviamente e per fortuna, di una impercettibile minoranza, che ha trovato le repliche di migliaia di persone sdegnate: «Ho schifo per i commenti che esseri umani indegni stanno scrivendo in queste ore. Bestie siete. Senza offesa per le bestie», il tweet di Larissa. Questo il pensiero di Leonardo Palmisano: «Cari razzisti e fascisti, il rapimento di “Silvia Romano” in #Kenia, con contorno di sparatoria e feriti, mostra soltanto una cosa: dappertutto, nel mondo, l’economia di rapina e di guerra odia la solidarietà. Le vostre parole cariche di scherno vi rendono complici dei rapitori». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



ERA IL SECONDO VIAGGIO IN KENYA

Una ragazza gentile e disponibile, alla sua seconda esperienza in Kenya nell’ambito di un progetto di cooperazione internazionale: così è descritta da amici e conoscenti Silvia Romano, la volontaria originaria di Milano rapita in terra africana. Brillante il suo percorso di studi, con una laurea in mediazione linguistica ad indirizzo criminologico, con la relatrice della sua tesi Carmen Sellers De Oro che ha sottolineato l’impegno e la costanza della studentessa in una «tesi sulla tratta di esseri umani a livello internazionale». E aveva deciso di approfondire anche alcune lingue, tre in particolare: inglese, spagnolo e portoghese, un arricchimento ricercato anche dopo il corso di studi, contattando direttamente l’Ong con la quale partire per l’Africa. Una giovane intraprendente, nonché generosa e solare, come ribadiscono i professori, tutti in attesa di ottenere notizie rassicuranti sulla 23enne. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



“UNA PERSONA TRANQUILLA E DISPONIBILE”

Farnesina al lavoro per risolvere lo spinoso caso con vittima Silvia Romano, la 23enne milanese rapita in Kenya. La volontaria è alla sua seconda esperienza in terra africana, come raccontato da un collega della palestra in cui lavora ai microfoni di Repubblica: «Una ragazza appassionata, bravissima. Era già alla sua seconda esperienza di volontariato in Kenya. Era tornata in Italia qualche settimana fa, poi era partita nuovamente per l’Africa». Nella palestra Pro Patria 1883, dove lavorava in precedenza, dicono di lei: «Quando era a Milano, insegnava ginnastica artistica alle ragazzine qui da noi. Una persona tranquilla e disponibile». Infine, la tutor dell’Università Ciels di Milano, Federica Stizza: «Il rapporto che Silvia sapeva creare con i docenti e con i colleghi era molto bello. Ha scelto come corso di laurea la mediazione linguistica ad indirizzo criminologico, con a cuore il tema della sicurezza e della difesa sociale». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)

VOLONTARIA ITALIANA RAPITA IN KENYA

Ore di angoscia per la famiglia di Silvia Romano, la volontaria italiana rapita nelle scorse ore in Kenya.La 23enne fa parte delle Africa Milele Onlus e nella serata di ieri, martedì 20 novembre 2018, è stata sequestrata nel corso di un attacco sferrato da un gruppo criminale in un centro commerciale nella contea di Kilifi. A confermare il rapimento della giovanissima di Milano è stata Lilian Sora, presidente della Onlus marchigiana, anche se ha sottolineato di non conoscere il movente. Silvia si trova in Africa per partecipare a dei progetti di cooperazione internazionale, una scelta presa dopo essersi laureata in una scuola per mediatori linguistici per la sicurezza e la difesa sociale lo scorso febbraio 2018. Come sottolineato da Repubblica, la tesi elaborata riguardava la tratta di esseri umani.

CHI È SILVIA ROMANO

Dopo aver frequentato l’ITAS Giulio Natta di Milano, Silvia ha proseguito i suoi studi alla Unimed CIELS, iniziato il suo percorso nel mondo del lavoro in una palestra la Zero Gravity. «Piuttosto che essere normale, hai scelto di essere felice», la frase presente nella biografia del suo profilo Facebook, dove ha condiviso post e foto della sua avventura in Kenya, trasformatasi in dramma e paura nelle ultime ore. Dalle richieste di aiuto ad amici e conoscenti per contribuire allo sviluppo della terra africana alle immagini che la ritraggono insieme a tanti bambini, con una di queste che presenta una didascalia emozionante: «Si sopravvive di ciò che si riceve ma si vive di ciò che si dona». Attesi aggiornamenti nelle prossime ore sulla situazione di Silvia Romano, la sua famiglia e l’Italia intera con il fiato sospeso.