Nel corso della diretta di Storie Italiane è intervenuto anche l’assessore di Anzio Alberto Alessandroni, che ha fatto il punto della situazione sulla vicenda che ha coinvolto Loredana e le sue quattro figlie: «Stiamo facendo quello che il Comune di Anzio deve fare, non eravamo a conoscenza di questa situazione: ci siamo attivati come servizi sociali, in una giornata abbiamo sistemato le bambine in una casa famiglia». Poi sulla divisione delle quattro bimbe: «Fatto per necessità: le case famiglia non hanno a disposizione quattro posti in una struttura sola, per necessità abbiamo dovuto momentaneamente dividerle». E aggiunge: «Il caso era anche seguito dai servizi sociali di Aosta, noi non sapendo di questa famiglia sul nostro territorio e ci siamo attivati per sistemare soprattutto le bimbe. Avevamo dato disponibilità alla mamma di andare insieme alle figlie nella casa famiglia», un dettaglio però non confermato da Loredana. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



LOREDANA: “OGGI RIVEDO LE 4 BIMBE IN CASA FAMIGLIA”

Oggi Loredana incontrerà le sue bimbe: nuovi sviluppi sul caso di Anzio, con le quattro figlie che si trovano in una casa famiglia da quando i servizi sociali hanno scoperto il degrado in cui vivevano. La madre è intervenuta a Storie Italiane: «Adesso incontrerò le bimbe, le riuniscono tutte insieme: avevo preparato tutti i giocattoli da portargli, ma non posso portare nulla». «In quel momento dovevo pensare a mio marito, non ho fatto caso alla casa», così ha spiegato perchè l’abitazione era colma di rifiuti, aggiungendo: «Non sono andate a scuola negli ultimi mesi, facevano i compiti a casa: so che è molto grave, ne sono consapevole. Ho sbagliato, lo ammetto: non andavano a scuola da un anno più o meno, ho trascurato anche quello per pensare a mio marito che non ci vedeva». E ora Loredana non può neanche contare sull’aiuto dei familiari: «Mio padre e mia sorella hanno detto che non vogliono saperne niente di me e delle mie bambine, mia cognata ha detto la stessa cosa. Non hanno accettato la relazione con mio marito, molto più grande di me: mi hanno abbandonato per questo motivo. Ho chiesto più volte aiuto, li ho chiamati ma non vogliono aiutarci nonostante quello che è successo. Per fortuna ho un’amica che mi sta aiutando, altrimenti non so come avrei fatto». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



“LE BIMBE DEVONO STARE CON ME”

«Mi hanno distrutto la famiglia, mi manca tantissimo»: così la madre di Anzio in una toccante intervista a Storie Italiane. La donna è stata privata delle quattro figlie, con le forze dell’ordine che hanno deciso di mandarle in una casa famiglie dopo aver visto le condizioni di degrado in cui vivevano, con i rifiuti che affollavano l’abitazione. Il marito è deceduto e adesso la giovane sta lottando per riavere le bimbe: «Mio marito l’ho conosciuto dieci anni fa, ci siamo frequentati e piaciuti. Mi ha conquistato all’improvviso, è stato un colpo di fulmine: ero già incinta, aspettavo una bambina. Ci siamo sposati dopo l’arrivo della seconda bambina. Ci siamo conosciuti a Torino e siamo andati ad Aosta». Fino al dramma: «Ha avuto un incidente mentre montava una rete e all’improvviso la rete di ferro gli è andata negli occhi: da lì è iniziato il calvario. L’oculista gli ha prescritto acqua di mare e per questo siamo venute a Anzio».



“ERAVAMO UNA FAMIGLIA UNITA”

Come dicevamo, il marito è deceduto per cause naturale: «Lunedì gli ho fatto il caffè e lui è andato fuori a fumarsi la sigaretta. Al mattino l’ho visto accasciato a terra, sono arrivati i sanitari del 118 e mi hanno detto che era morto. Poi sono arrivati gli assistenti sociali, che volevano togliermi le bambine: mi hanno detto che non potevo seguirle, visto che dovevo organizzare i funerali». E ora lotta per le sue bimbe: «Non vedo l’ora di baciarle ed abbracciarle forte: eravamo una famiglia unita. Mia cognata, mio padre e mia sorella non ne vogliono sapere niente di questa storia: la pensione di mio marito non è reversibile e sono senza niente. Mi troverò un lavoro e baderò io alle piccole, farò di tutto per riabbracciare le mie bambine».