Era già stata vittima di violenze domestiche la famiglia dell’uomo che a Mantova ha dato fuoco alla sua casa, uccidendo il figlio undicenne, per dare a suo modo una punizione alla sua ex compagna che aveva una relazione con un’altra persona. E mentre il 53enne Gianfranco Zani, ricoverato attualmente in psichiatria dato che ora avrebbe delle tendenze suicide, emergono nuovi particolari di una situazione che forse avrebbe dovuto lanciare qualche allarme in più: infatti tra le mura domestiche vi erano stati già degli episodi in cui aveva dato in escandescenze e delle violenze nei confronti della moglie e dei figli, tanto che quest’ultima era stata nell’ultimo periodo in una struttura protetta. E tuttavia, nonostante il divieto di avvicinarsi a meno di 100 metri dalla donna, appena saputo del suo ritorno il 53enne ha messo in atto la sua spietata vendetta e ha appiccato il fuoco alla abitazione incendiando materassi e vestiti e causando la morte del figlio per il quale il salvataggio da parte dei Vigili del Fuoco non è stato sufficiente. (agg. di R. G. Flore)
PADRE IN PSICHIATRIA: SI TEME SUICIDIO
Ed ora si teme il suicidio per il 53enne Gianfranco Zani, il padre della provincia di Mantova, precisamente di Sabbioneta, che nella giornata di ieri ha ucciso forse volutamente o forse no, il figlio di 11 anni, dando fuoco all’abitazione dove risiedeva assieme alla mamma (l’ex moglie dell’aguzzioni) e ai suoi due fratelli di 4 e 17 anni. A svelarlo è stata l’inviata de La Vita in Diretta, programma di Rai Due, che racconta appunto di come il padre assassino sia stato di recente trasferito dal carcere di Cremona all’ospedale per tenerlo in una situazione più protetta, controllato a vista. La donna e i suoi tre bambini si erano trasferiti solo da martedì in quella casa, e l’ex marito lo aveva in qualche modo scoperto, dopo che gli stessi avevano vissuto in una comunità protetta. Luisa Betti Dakli, giornalista presente in studio, dice a riguardo: «La vendetta sulla madre è un modo di pensare i figli come un appendice della madre, in realtà sono figli anche dell’assassino, del padre. Un modo di pensare “oggettificato”, della serie “tu sei mia, i figli sono di mia proprietà, quindi decido di porre fine della tua vita o di quella dei figli”». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
MANTOVA, LA DISPERAZIONE DELLA MADRE
E’ disperata la mamma di Sabbioneta, provincia di Mantova, che nella giornata di ieri ha perso il figlio di 11 anni, ucciso dopo un gesto folle del marito da cui si stava separando. Oggi, a poche ore di distanza da quella terribile tragedia, Silca (così si chiama la donna), ha pubblicato su Facebook un post straziante, una foto del figlio deceduto con la frase: «Riposa in pace, cucciolo mio bello. Eri un angelo e adesso lo sei nel vero senso della parola. La mamma ti porterà sempre nel cuore, amore mio meraviglioso». Sulla stessa pagina Fb, il Messaggero sottolinea come qualche ora prima della morte del ragazzino sia stato pubblicato un post che potrebbe essere rivolto proprio al marito/orco, Gianfranco Zani, con scritto: «Maledetto ba*** spero tu bruci all’inferno». Era da tempo che i due litigavano continuamente e pare che il 53enne imbianchino, ora in carcere a Cremona, avesse già compiuto azioni violente in passato. Il giudice aveva proibito all’uomo di avvicinarsi all’abitazione, e dopo quella decisione è esplosa tutta la sua ira. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
MANTOVA, IL PADRE ERA VIOLENTO
Il 53enne padre di Sabbioneta, provincia di Mantova, che ieri ha ucciso il figlio 11 anni dando fuoco alla sua abitazione, si trova al momento presso il carcere di Cremona, detenuto con le accuse di omicidio aggravato e incendio doloso. Gianfranco Zani, in preda ad un raptus di follia per vendicarsi nei confronti della moglie da cui si stava separando, ha incendiato la casa dove abitava l’ex compagna, dove al suo interno vi erano però anche i figli. Stando alla ricostruzione fornita dagli inquirenti in queste ore, la donna era uscita per pochi minuti per accompagnare in oratorio il figlio più grande di 17 anni. Quando stava per rientrare in casa, ha incrociato il marito che stava scappando a bordo del suo Ford Transit, subito dopo aver appiccato il fuoco. Probabilmente Gianfranco Zani era convinto che la casa fosse vuota dopo aver visto la moglie uscire dalla villetta di via Chiasso 2, compiendo un terribile sbaglio. Tornata a casa, la donna ha subito notato del fumo e fiondatasi al suo interno ha messo in salvo il piccolo di 4 anni, senza però riuscire a liberare il mezzano di 11 anni, rimasto intrappolato in camera. Zani era già stato protagonista in passato di episodi violenti. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
MANTOVA, BRUCIA LA CASA E UCCIDE FIGLIO DI 11 ANNI
Lo stato di fermo di Gianfranco Zani sarà confermato dalla procura di Cremona, con la procura di Mantova che sta indagando sulle cause e sulle dinamiche della tragedia che ha distrutto la sua famiglia: il piccolo Marco, 11 anni, è morto a causa dell’incendio appiccato dal 53enne, un gesto fatto per “punire la moglie”. Come sottolineato da Storie Italiane, si tratta del drammatico epilogo di una guerra familiare iniziata la scorsa estate, quando il medico di famiglia vide arrivare il figlio 17enne della coppia con dei segni di percosse, riferibili al padre. A partire da quel momento si è messa in moto la macchina dei servizi sociali e delle forze dell’ordine, ma la situazione si è fatta nuovamente violenta a inizio novembre: a quel punto il gip ha imposto a Zani di non avvicinarsi alla famiglia. L’uomo non poteva avvicinarsi all’abitazione di moglie e figli, ma questo non lo ha fermato: il gesto folle ha causato la morte del figlio Marco. Sconvolti i conoscenti della coppia, con un genitore che ha commentato: «Non immaginavamo sarebbe accaduto questo, parlavamo solo di pallone». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
“LA MAMMA VOLEVA SALVARLO”
E’ un gesto folle quello compiuto ieri sera in quel di Mantova, precisamente nel comune di Sabbioneta, dove un uomo, un artigiano di 53 anni, ha appiccato un incendio presso l’abitazione della sua ex moglie, uccidendo il figlio di 11 anni. Una scena a cui hanno assistito numerose persone, fra cui una donna, una vicina di casa, che ai microfoni de La Gazzetta di Mantova ha raccontato: «Gridava il nome di Marco – la testimone si riferisce alla moglie dell’assassino – voleva rientrare in casa. La donna voleva salvare il bambino». La donna è originaria della Slovacchia e ormai da tempo aveva chiuso con il marito, che non poteva avvicinarsi a quell’abitazione come da provvedimento emesso negli scorsi giorni. La famiglia era conosciuta solo di vista nella frazione, ma erano in molti a sapere dei problemi che esistevano fra i coniugi Zani. Nessuno si sarebbe però potuto immaginare che dalle parole si passasse ai fatti. Gianfranco ha così deciso di bruciare la casa dell’ex, per vendicarsi contro la donna, ma forse non si è accorto che all’interno vi erano i suoi due figli: uno ce l’ha fatta, l’altro purtroppo è morto. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
MANTOVA: IL GESTO FOLLE DEL 53ENNE IMBIANCHINO
Una tragedia immane quella capitata nella serata di ieri a Mantova, precisamente a Sabbioneta: un uomo ha bruciato la casa con dentro i due figli, e a seguito dell’incendio, un bambino di 11 anni, Marco Zani, è morto. Il 53enne autore del folle gesto, Gianfranco Zani, è scappato subito dopo aver appiccato l’incendio, per poi essere catturato dalle forze dell’ordine e arrestato. Al momento è detenuto presso la caserma di Casalmaggiore, nel mantovano, con l’accusa di omicidio. Non è chiaro se lo stesso padre sapesse o meno della presenza all’interno della casa dei figli, e solo dagli interrogatori si saprà di più su questa tragica vicenda. L’incendio si è verificato attorno alle ore 17:00 di ieri, giovedì 22 novembre, e qualche ora dopo, l’uomo, che di mestiere fa l’imbianchino, è stato catturato dalle forze dell’ordine dopo una breve fuga a bordo del suo Ford Transit con cui tra l’altro ha speronato l’auto della moglie. Nei confronti dell’uomo era stato emesso quattro giorni fa dal giudice un provvedimento che vietava allo stesso di avvicinarsi alla casa. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
DÀ FUOCO A CASA CON DENTRO MOGLIE E FIGLIO
Per evitare una tragedia ancor più grande rispetto a quella già più terribile che ha portato un ragazzino di 11 anni a perdere la vita a Sabbioneta, in provincia di Mantova, è stato decisivo l’intervento della madre. Mentre il 52enne padre dava fuoco alla casa, la donna si è precipitata all’interno per provare a salvare i due fratelli che erano rimasti in casa. E’ riuscita a portare in salvo il più piccolo, ma per l’undicenne non c’è stato nulla da fare essendo rimasto bloccato al piano superiore, senza riuscire a sua volta a scappare dalla casa che era stata avvolta dalle fiamme e soprattutto dal fumo, che ha reso impossibile respirare all’interno. E non è stato così possibile evitare il terribile epilogo. (agg. di Fabio Belli)
AVEVA DIVIETO DI AVVICINAMENTO
E’ morto a 11 anni dopo che il padre ha dato fuoco alla casa in cui viveva con la madre e gli altri fratelli a Sabbioneta, in provincia di Mantova. Solo quattro giorni prima della tragedia, l’uomo, un italiano già arrestato, aveva ricevuto un divieto di avvicinamento alla casa familiare che a quanto pare non sarebbe servito ad evitare la terribile vicenda. Sulla vicenda sono in corso le indagini da parte della procura di Mantova mentre sulla convalida dell’arresto dell’uomo si occuperà la procura di Cremona, poichè dopo aver dato alle fiamme l’abitazione, il padre è stato trovato in un bar dalla polizia di Cremona che era sulle sue tracce dopo la diramazione delle segnalazioni. Quando carabinieri e 118 sono giunti sul posto, il bimbo di 11 anni travolto dalle fiamme era già in condizioni drammatiche. A nulla sarebbe servito, infatti, il trasporto d’urgenza in ospedale dove poi è spirato poco dopo. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
DÀ FUOCO A CASA CON DENTRO MOGLIE E FIGLIO
Una tragedia familiare immane, quella avvenuta oggi a Sabbioneta, in provincia di Mantova, dove un uomo ha dato fuoco alla sua abitazione con all’interno la moglie ed il figlio di appena 11 anni. Al momento dell’intervento dei soccorritori del 118, il piccolo verteva già in condizioni drammatiche in quanto è stato estratto dall’abitazione in fiamme già in arresto cardiaco. Secondo quanto riferito dal quotidiano Repubblica.it, il bambino è stato rianimato sul posto e successivamente trasportato in condizioni disperate all’ospedale Oglio Po dove purtroppo è morto poco dopo il suo arrivo. Le informazioni sulla nuova tragedia sono ancora frammentarie ma secondo le prime indiscrezioni raccolte, pare che la moglie dell’uomo e madre del bambino morto a 11 anni, stesse rincasando dopo aver portato altri suoi due figli ad attività pomeridiane. In quel momento avrebbe visto il marito uscire di casa e salite a bordo di un’auto con la quale avrebbe speronato la sua.
DÀ FUOCO ALLA CASA: MORTO FIGLIO 11ENNE, ARRESTATO
L’uomo, padre del bambino di 11 anni morto dopo aver dato fuoco alla sua abitazione, solo quattro giorni fa aveva ricevuto un divieto di avvicinamento alla casa in cui viveva il resto della sua famiglia. Ad emettere il provvedimento era stato il gip di Mantova dopo diversi episodi di maltrattamento che lo avevano visto protagonista in negativo. Nel frattempo, a Sabbioneta sono in corso le attività di spegnimento delle fiamme dell’abitazione e quelle di messa in sicurezza della stessa. Al vaglio dei carabinieri che indagano sul caso, le ultime ore che hanno preceduto la tragedia. L’uomo, intanto, secondo quanto riferito dall’agenzia di stampa Ansa è stato rintracciato e arrestato dagli agenti della Polizia stradale di Cremona. Dopo aver dato fuoco alla casa con all’interno il figlio poi deceduto e la moglie, si sarebbe recato in un bar di Casal Maggiore (Cremona). Successivamente all’arresto è stato condotto presso il comando della Polstrada.