È stato condannato a otto anni di carcere Jonathan Trupia, il maestro pedofilo in servizio all’asilo di Bankitalia. Mentre insegnava nella scuola Montessori ha abusato di 26 bambine, tra i tre e i cinque anni. A marzo è finito in carcere, ieri invece è arrivata la condanna col rito abbreviato, che ha garantito al 25enne (originario della Tanzania) lo sconto di un terzo della pena, per violenza sessuale continuata e aggravata. L’insegnante è stato ritenuto colpevole per tutti i casi contestati, cioè molestie e abusi su 26 bambine. La condanna disposta dal gip Elisabetta Pierazzi potrebbe però non essere l’unica per Trupia, perché è in corso un secondo filone d’inchiesta. Come riportato dal Messaggero, ci sono altre denunce per altri bambini che sono finite all’esame del pm Francesca Passaniti e dell’aggiunto Maria Monteleone dopo l’arresto del maestro. I genitori dopo la lettura della sentenza sono rimasti in silenzio, mano nella mano, scossi dai singhiozzi. Una mamma ha pianto: «L’orco era nella scuola».
ROMA, 26 BAMBINE ABUSATE: MAESTRO CONDANNATO A 8 ANNI
Mentre insegnava le prime parole in inglese all’asilo Montessori, nell’ex stamperia della Banca d’Italia, si sedeva ad un banchetto e poi si faceva infilare le manine nella tasca lacerata dei pantaloni o dava un bacino sulle labbra, come saluto o premio, alla prima malcapitata alluna di turno. Per alleggerire la sua posizione giudiziaria non sono bastate le scuse, che Jonathan Trupia ha ripetuto anche ieri davanti al giudice e ai genitori dei piccoli, così come alla compagna e al figlio. Non potrà vederlo più: nel dispositivo della sentenza il giudice ha disposto la sospensione della patria potestà e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici e, a pena scontata, pure una misura di prevenzione: per un altro anno non potrà camminare nei paraggi di scuole o altri luoghi frequentati dai bambini. Come riportato dal Messaggero, i primi comportamenti sospetti furono immortalati con le telecamere fatte installare dalla procura ai carabinieri. Qualche parola sfuggita ad una bambina misero in allarme i suoi genitori, e così gli altri. Dopo l’arresto e la confessione, ha collaborato: «Ho difficoltà nelle relazioni intime a causa di un incidente», ha spiegato rivelando altri nomi delle piccole vittime. Si tratterebbe di una pallonata, a suo dire, che lo avrebbe colpito da bambino.