Il ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti si è espresso oggi su argomento ricorrente, ovvero la presenza del crocifisso nelle aule delle scuole italiane, ribadendo la sua importanza e sottolineando di essere favorevole alla sua obbligatorietà. Intervenendo a margine di una iniziativa della Lega Giovani a Milano, come riporta Repubblica.it, il ministro Bussetti si è così espresso sulla proposta di legge della Lega al fine di rendere obbligatoria la presenza del crocifisso negli istituti scolastici definendolo “un segno che secondo me è giusto che sia nelle aule. Una certa attenzione mi sembra doverosa”. Quindi Bussetti ha aggiunto: “Io credo che sia il simbolo del nostro cristianesimo e della nostra religione cattolica”. Le sue parole giungono a qualche giorno di distanza dalla polemica sul crocifisso tolto dall’aula in una scuola di Fiumicino e che aveva scatenato l’ira del ministro dell’Interno, Matteo Salvini: “Roba da matti! Spero non sia vero… Quanti episodi avremo da qui al Natale? Io rilancio: #vivailNatale, giù le mani dalla nostra storia millenaria”. Dopo il suo intervento era esploso un vero e proprio caso politico.
CROCIFISSO NELLE AULE: BUSSETTI, “IO CE L’HO”
Il ministro Bussetti, dal suo ufficio al ministero ha poi commentato ancora sulla presenza del crocifisso e sulla possibilità che possa diventare obbligatorio nei luoghi pubblici, comprese le scuole, “io ce l’ho: l’ho voluto appena entrato”. Quindi ha ripreso il tema del Natale che era stato sollevato nei giorni scorsi anche da Salvini e che aveva portato a scatenare la polemica in merito alle modalità di celebrarlo da parte di alcuna scuole, aggiungendo: “Festeggiamo il Natale e su questo non c’è alcun dubbio”. Sulla proposta della Lega di rendere obbligatorio il crocifisso la polemica va avanti già da diversi mesi. Era il 26 marzo quando fu depositato in Parlamento il disegno di legge che prevedeva il crocifisso obbligatorio nei seggi elettorali, nelle carceri, nelle scuole, negli ospedali, nelle stazioni e nei porti. “Chiunque rimuove in odio ad esso l’emblema della Croce o del Crocifisso dal pubblico ufficio nel quale sia esposto o lo vilipende, è punito con l’ammenda da 500 a 1.000 euro”, si legge nel testo. Una proposta che tuttavia aveva sollevato non poche polemiche accendendo anche il dibattito sui social.