Sono trascorsi quattro mesi da quel 12 luglio scorso, quando di Iuschra Gazi, dodicenne bengalese affetta di autismo, si persero per sempre le tracce durante una gita organizzata dalla Fobap sull’Altopiano di Cariadeghe, a Serle (Brescia). Da allora della piccola non si sono avute più notizie, se non la testimonianza del signor Mario che la vide pochi minuti dopo la sua sparizione, sul sentiero che porta dritto ai fitti boschi della zona, durante la sua “corsa”, inseguita dagli educatori e dai volontari che però non riuscirono a riprenderla. Del caso di Iuschra tornerà ad occuparsi questa sera la trasmissione Quarto Grado, con gli ultimi importanti sviluppi a quattro mesi dalla scomparsa. Dalla scorsa estate è iniziato per la famiglia della piccola un vero e proprio incubo, poichè l’atroce sospetto è che la bambina possa essere stata rapita. La procura, chiamata a chiudere le indagini entro il prossimo gennaio, non ha alcuna intenzione di arrendersi e, come riporta Corriere.it, non esclude alcuna ipotesi compresa quella del tragico rapimento. Tutte le altre possibili piste però, finora non hanno portato a nulla di concreto. Il fascicolo resta aperto per lesioni colpose a carico di ignoti ma potrebbe essere riqualificato in omicidio colposo anche in assenza di un corpo.



IUSCHRA GAZI, INDAGINI IN CORSO: I NUOVO ELEMENTI

Nei giorni scorsi, il pm Antonio Bassolino che segue il caso sulla scomparsa di Iuschra Gazi, la bambina autistica di 12 anni scomparsa misteriosamente nei boschi del Bresciano, si è recato in carcere dove ha risentito ancora una volta Enrico Rignoli, l’uomo 32enne considerato il supertestimone che disse di aver incontrato Iuschra il giorno successivo alla sua scomparsa. L’uomo è in carcere per rapina ed aveva raccontato di aver visto la bambina correre verso la frazione di Castello dove le operazioni di ricerca sono state eseguite anche nel mese di settembre, senza alcun esito. Ora gli inquirenti hanno posto l’accento anche su una serie di attività ed accertamenti di natura tecnica che vedono al centro le celle telefoniche ed i tabulati dell’area in cui Iuschra fece perdere le tracce. Da una attenta analisi potrebbe ad esempio emergerne una solo apparentemente insignificante o anomala ma che potrebbe ricondurre ad un possibile soggetto coinvolto nella sparizione della bambina. Fondamentale sarà risentire anche i volontari Fobap per ricostruire ancora una volta le eventuali responsabilità di coloro che avrebbero dovuto occuparsi della bambina e in particolare che “avrebbero dovuto proteggerla, invece non l’ho più riportata a casa”, come spiega oggi il padre della piccola, Liton Gazi. L’uomo ha presentato denuncia in procura contro l’associazione per abbandono di incapace. Tra i nuovi elementi che spuntano in merito al giallo anche una vecchia Fiat rimasta a Cariadeghe prima della sparizione di Iuschra con alla guida un uomo straniero.

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