Nel pomeriggio di ieri, nel massimo riserbo, si è tenuto l’interrogatorio di garanzia nel Tribunale di Trieste a carico del medico indagato per le morti sospette. Per la stampa era atteso per oggi l’interrogatorio, come annunciato dal Gip il quale ha preferito tenerlo nella giornata di ieri forse al fine di alleggerire la pressione mediatica sul caso che vede coinvolto Vincenzo Campanile, accusato dalla procura di omicidio volontario e falso in atto pubblico per nove casi distinti. Nel corso dell’interrogatorio al cospetto del Gip, Campanile avrebbe asserito, come riferito dal suo avvocato difensore, Alberto Fenos, all’agenzia di stampa Ansa: “La sedazione in occasione di morte imminente è una terapia medica a tutti gli effetti”. Lo stesso difensore ha poi tenuto a precisare che “si è trattato di una seduta assolutamente serena e pacifica, visto che il mio assistito ha risposto a tutte le domande che gli venivano poste, anche dai pubblici ministeri presenti”. Tuttavia, il suo assistito si sarebbe riservato di rispondere ad altre domande dopo la lettura della copiosa documentazione depositata agli atti e resa oggi accessibile.
MORTI SOSPETTE A TRIESTE: INDAGINE SI ALLARGA
Intanto, come riferisce RaiNews, il prossimo lunedì scadrà il termine per confermare la misura cautelare a carico del medico indagato per le morti sospette e che prevede la sospensione per un anno dall’esercizio della professione medica a carico del dottor Vincenzo Campanile. Le indagini della procura di Trieste, tuttavia, proseguono spedite ed anzi sembrano allargarsi con il passare dei giorni. Ora, ad essere coinvolto è anche l’ex responsabile del 118 di Trieste e attuale direttore della Sores, la Sala Operativa Regionale per l’Emergenza Sanitaria, Vittorio Antonaglia. A confermare l’indagine a suo carico è stato il suo legale difensore per omessa denuncia, ovvero per non aver segnalato le pratiche ritenute anomale del dottor Campanile. L’ipotesi è stata contestata dalla sua difesa sebbene non abbia avuto ancora la possibilità di accedere agli atti e conoscere meglio gli elementi dell’accusa. Esclude però ci siano stati perquisizioni né alcun avviso di garanzia. Secondo gli inquirenti, tuttavia, non è escluso che anche altri colleghi o superiori di Campanile nel periodo in cui vengono contestati i fatti – tra la fine del 2014 e quest’anno – siano presto sottoposti a indagini.