Eleonora Ferrante, mamma di Trifone Ragone, ha parlato a La Vita in Diretta della decisione della Corte di non accogliere le richieste dei difensori di Giosuè Ruotolo di una nuova perizia, nell’ambito del processo d’appello. La donna si è detta soddisfatta della decisione: «Lo sono perché così non si protraggono i tempi». Quando le è stato chiesto se il suo sguardo si fosse incrociato con quello di Ruotolo ha replicato: «Dello sguardo di un maniaco seriale e assassino non mi interessa granché». E poi ha voluto riaccendere i riflettori su un altro aspetto del caso: «Dietro di lui c’era la sua fidanzata, che attualmente è ancora indagata. Diceva al fidanzato di essere stata aggredita da Trifone o che aveva mandato dei sicari per violentarla, questa è istigazione all’omicidio». Ma Rosaria Patrone non è imputata per questo, bensì per favoreggiamento. «Ora questa figura sta passando in sordina, ma le donne non sono vittime, ce ne sono alcune anche diaboliche. L’omicidio è stato architettato da una coppia diabolica». (agg. di Silvana Palazzo)



GIOSUÈ RUOTOLO, APPELLO: NO A SUPER PERIZIA

Nell’ambito del processo di Appello che si sta svolgendo a Trieste e che vede imputato Giosuè Ruotolo, accusato dell’omicidio dei fidanzati Trifone Ragone e Teresa Costanza, la Corte si è espressa nella giornata odierna sulla richiesta di super perizia, avanzata dalla difesa dell’imputato. Dopo due ore e 40 minuti di Camera di consiglio, è giunta la decisione importante da parte della Corte d’Appello d’Assise di Trieste che ha ritenuto l’assenza dei presupposti per l’istituzione di un nuovo atto dibattimentale – come era stato richiesto dalla difesa di Giosuè Ruotolo nella passata udienza – ed al tempo stesso, come spiega RaiNews, ha anche respinto la richiesta di istituire una nuova perizia superpartes. I legali difensori di Ruotolo, gli avvocati Rigoni Stern e Esposito avevano chiesto la nuova perizia al fine di comprovare la presenza dell’auto del giovane di Somma Vesuviana nel parcheggio del palasport di Pordenone dove si consumò l’uccisione a colpi di pistola dei fidanzati Trifone e Teresa. Per il duplice delitto, Giosuè Ruotolo fu condannato in primo grado a 30 anni di carcere (di cui i primi due in isolamento diurno).



BRUZZONE “CONDANNA IN APPELLO È VICINA”

Giosuè Ruotolo oggi era presente in aula, scortato dalla polizia giudiziaria, nel corso della nuova udienza del processo di secondo grado sul duplice delitto di Trifone Ragone e Teresa Costanzaruotolo. Ha così potuto ascoltare la decisione della Corte d’Appello di Trieste che ha respinto la richiesta dei suoi difensori circa la nuova perizia su alcuni punti dell’inchiesta che vedono l’imputato coinvolto. In merito alla riapertura dibattimentale, per la quale secondo la medesima Corte non sussisterebbero i presupposti – così come sulla richiesta di nuova perizia si erano già opposti nella precedente udienza gli avvocati di parte civile ed il procuratore generale Carlo Sciavico. Il processo di secondo grado vede nel pomeriggio proprio la requisitoria di quest’ultimo mentre ci si avvia velocemente verso la chiusura dell’Appello. Sul respingimento della richiesta di perizia si è espressa anche Roberta Bruzzone, criminologa e uno dei consulenti delle parti civili, che sui social ha commentato: “La conferma della condanna è sempre più vicina. Verità e giustizia per Trifone e Teresa”.

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